A chi è rivolto: studenti o laureati dei corsi di laurea magistrale in Architettura, Pianificazione Territoriale e Ambientale, Scienze per l’Ambiente ed il Territorio, Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, Scienze Naturali

La tesi ha carattere operativo e si inserisce nell’ambito delle attività di istruttoria e sperimentazione delle derivazioni idriche in cui ARPA Valle d’Aosta è formalmente coinvolta insieme ad altri enti presenti sul territorio regionale.
A partire dal 2012 è stata sviluppata, definita e applicata sul territorio regionale una procedura sperimentale basata sull’analisi multi-criterio (Multi Criteria Analysis – MCA) che attraverso valutazioni integrate conduce alla determinazione di portate di Deflusso Minimo Vitale (DMV) / Deflusso Ecologico (DE) da rilasciare a valle delle opere di derivazione. Nell’ambito delle attività sperimentali suddette è stato considerato anche il criterio Paesaggio utilizzando un indicatore che ne quantifica il livello di tutela in relazione alla portata d'acqua rilasciata nel tratto sotteso dalla derivazione, ai vincoli normativi presenti, alle componenti strutturali del paesaggio sensibile e ai beni culturali e monumentali lungo i tratti sottesi da derivazione, nonché alla correlazione tra i diversi elementi tutelati.
La scelta dei settori di aste torrentizie e fluviali per cui è elaborato l’indicatore è basata sull’omogeneità dei tratti in termini di visibilità.

L’elaborazione dell’indicatore è effettuata in tre step che permettono il calcolo di tre diversi parametri:

  1. individuazione cartografica dei sub-tratti a visibilità omogenea in cui suddividere l’intero tratto sotteso dalla derivazione considerata e definizione dei vincoli paesaggistici presenti e della loro relativa interazione (fattore di vincolo);
  2. attribuzione dei coefficienti di rilascio e del relativo livello di tutela del paesaggio nel tratto sotteso (fattore di rilascio);
  3. analisi della documentazione fotografica del tratto sotteso in diverse condizioni di portata (fattore “elementi visivi”).

Il valore finale dell’indicatore si ottiene sommando i tre parametri suddetti e individuando la classe corrispondente di tutela del paesaggio.

L’elaborazione dell’indicatore prevede attualmente di rilevare tramite GIS un set predefinito di attributi, aggregarli mediante fogli di calcolo e integrare la valutazione di un numero consistente di immagini del tratto sotteso in diverse condizioni di portata defluente (l/s). Tale sequenza di elaborazione risulta piuttosto onerosa per gli operatori e deve essere ottimizzata e sistematizzata diminuendo i tempi di esecuzione e incrementando l’affidabilità dei risultati.

Il lavoro di tesi si articola nelle seguenti fasi:

  1. analisi bibliografica in merito agli indicatori paesaggistici utilizzati nell’ambito della valutazione delle derivazioni idriche (una solida review è già disponibile presso ARPA);
  2. analisi critica della modalità di elaborazione dell’indicatore “Tutela del paesaggio” e valutazione della base dati utilizzata per le elaborazioni effettuate all’interno del reticolo regionale;
  3. formalizzazione delle fasi dell’elaborazione più onerose e quantificazione dell’influenza delle metriche derivate sul punteggio finale dell’indicatore e sui tempi di elaborazione;
  4. definizione dei possibili perfezionamenti applicabili alla sequenza di elaborazione integrando, ad esempio, l’utilizzo di abachi / nomogrammi di immagini, template e macro per gestire più agevolmente la base dati numerica e modelli GIS per l’analisi cartografica;
  5. applicazione della sequenza di elaborazione perfezionata all’interno di un set di casi studio;
  6. valutazione dei risultati delle elaborazioni effettuate mediante la sequenza perfezionata;
  7. stesura del report finale di tesi.

Considerata la natura sperimentale della tesi, i contenuti saranno definiti con maggior dettaglio con l’avanzamento delle fasi di lavoro. È previsto un colloquio per approfondire gli argomenti proposti e il profilo degli studenti.

Tale attività verrà svolta con il supporto scientifico del Prof. Claudio Comoglio del Politecnico di Torino.

 

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