Gli idrocarburi aromatici policiclici (IPA) sono un ampio gruppo di composti organici che si trovano nell'aria, adsorbiti su particolato atmosferico e si formano nei processi di combustione incompleta della materia organica.  Essi vengono emessi da fonti naturali come gli incendi boschivi o da attività antropiche come  i gas di scarico dei motori diesel, il riscaldamento a biomassa, le attività industriali.

Quantità relativamente alte di IPA si possono trovare nel cibo come conseguenza della cottura alla brace  o per affumicatura. Anche i fumi rilasciati dall’asfalto delle strade ne presentano quantità notevoli, come pure i vapori liberati dal catrame.

Il fumo di tabacco rappresenta una sorgente particolarmente importante per quanto riguarda l’inquinamento indoor. 

Solitamente nell’aria si trovano in miscele dove sono presenti molte decine di IPA diversi e in proporzioni che in alcuni casi possono anche variare di molto. Pur essendo lo studio di queste miscele particolarmente complicato, è stato comunque dimostrato che l’esposizione a tali composti comporta un aumento dell’insorgenza del cancro, soprattutto in presenza di benzo(a)pirene che è considerato dallo IARC (International Agency for Research of Cancer) un cancerogeno di 1° categoria. Infatti è l’unico tra gli IPA ad essere normato.

La soglia di concentrazione in aria del benzo(a)pirene è stabilita dal D.Lgs. 155/2010 ed è calcolata come media delle concentrazioni determinate in un anno. Il Valore Obiettivo (VO) annuale è di 1.0 ng/m3. Tale inquinante, insieme ad altri otto IPA, viene determinato analiticamente sulle polveri PM10 prelevate nelle centraline per il controllo della qualità dell’aria dislocate sul territorio della Valle d’Aosta.

Questa analisi delicata e complessa, viene eseguita nel Laboratorio Chimico Biologico Microbiologico dell’ARPA. In particolare Giuliana Lupato, tecnico di laboratorio con molta esperienza di analisi chimiche in campioni ambientali e alimentari, da 20 anni si occupa quasi giornalmente di estrarre queste molecole dai filtri su cui è stata raccolto il particolato, di purificarle e di iniettarle ad uno strumento che ha la capacità di separare tra di loro le varie molecole di IPA  e di identificarle.

Ogni anno, Giuliana analizza circa 700 filtri: da tutte queste misure si ottiene il valore della media annuale che è poi possibile confrontare con i limiti normativi.

Per garantire la correttezza del dato analitico si programmano analisi in parallelo di filtri di particolato che vengono eseguite da più laboratori per verificare la comparabilità delle misure. Di recente, il nostro laboratorio si è confrontato con quello di ARPA Trento sull’analisi in parallelo di 31 filtri, 20 prelevati nella provincia di Trento e 11 prelevati in Valle d’Aosta. I campioni sono stati analizzati da entrambi i laboratori ed il risultato di ognuno è stato confermato dall’altro; infatti le concentrazioni di IPA che i due laboratori hanno trovato sono risultate confrontabili tra di loro confermando in questo modo l’affidabilità delle nostre analisi.

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Preparazione del campione

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Iniezione dell'estratto nel fluorimetro

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Visualizzazione del cromatogramma

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