Presentazione

Descrizione

L’indicatore vuole definire il numero, la tipologia e la distribuzione territoriale dei siti contaminati - o potenzialmente contaminati - presenti sul territorio regionale, oggetto della procedura ambientale prevista dalla normativa.
I siti potenzialmente contaminati sono aree in cui, a causa di attività antropiche (attuali o pregresse) di svariata natura, esiste una contaminazione di una o più matrici ambientali (terreno superficiale, terreno profondo, acque sotterranee) in concentrazioni superiori ai valori limite stabiliti dalla normativa nazionale (concentrazioni soglia di contaminazione o CSC).
La loro esistenza, di norma, non è palese e deve quindi essere accertata mediante apposite indagini (sondaggi ed analisi su terreni ed acque sotterranee).
Tra i siti potenzialmente contaminati, risultano contaminati quelli in cui il processo di Analisi di rischio (vedi approfondimento Analisi di Rischio) evidenzia un’effettiva pericolosità per la salute umana.

Messaggio chiave

Il numero di procedimenti avviati si mantiene pressoché costante.

Obiettivo

L’indicatore permette di conoscere tipologia e classificazione dei siti contaminati e di valutare, nel susseguirsi delle edizioni della relazione, l’evolvere dei procedimenti.
In funzione dello stato del procedimento in atto, per ogni sito contaminato viene rappresentata la sua classificazione tecnico-legislativa, secondo quanto previsto dagli articoli 240 e 242 del d.lgs. 152/2006.

Ruolo di Arpa

Secondo quanto previsto negli articoli  242 e 248 del d.lgs. 152/2006 e negli allegati alla Parte Quarta – Titolo V, ARPA è coinvolta nell’approvazione della documentazione progettale,  nella validazione delle analisi effettuate sulle matrici contaminate e nei controlli delle operazioni di messa in sicurezza e bonifica. ARPA riveste quindi un ruolo istituzionale di supporto tecnico all’amministrazione competente e di supervisione delle attività di campo.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Pericolosità antropogenica

Tema SINAnet

Siti contaminati

DPSIR

p

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

Sufficiente

Tendenza**

stabile 

*Il numero di siti non è elevato, tuttavia bisogna considerare che il territorio di fondovalle – ove su una limitata estensione areale si concentra la maggioranza della popolazione residente e delle attività industriali-artigianali - è dal punto di vista idrogeologico particolarmente vulnerabile ad eventuali fenomeni di contaminazione.

**Annualmente si rinvengono in media 2-3 nuovi siti. Tuttavia, essi sono nella maggior parte dei casi riconducibili alla dismissione di attività pregresse.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

L’informazione riportata è da ritenersi completa rispetto ai siti noti. Il numero di siti interessati censiti è sicuramente inferiore a quelli effettivamente esistenti, dal momento che in molti casi si viene a conoscenza della presenza di contaminazione solo in occasione di interventi specifici sul sottosuolo delle aree interessate.

Proprietà del dato

Regione autonoma Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Semestrale

Data di aggiornamento

30/06/2012

Copertura temporale

Dal 1999, anno di entrata in vigore della prima normativa relativa ai siti contaminati (d.m. 471/1999).

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)
  • d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale).

Relazione con la normativa

L’indicatore è mutuato dall’anagrafe regionale dei siti contaminati prevista dall’articolo 251 del d.lgs. 152/2006.

Livelli di riferimento

Il d.lgs. 152/2006  (Allegati alla Parte Quarta – Titolo V – All. 5 tab. 1 e 2) definisce le  “Concentrazioni soglia di contaminazione nel suolo, nel sottosuolo in relazione alla specifica destinazione d’uso dei siti”  e le “Concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee”, il cui superamento comporta l’attivazione del procedimento per sito potenzialmente contaminato.
Applicando l’Analisi di rischio sito specifica, vengono definite le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR).

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA.

Presentazione e analisi

Sino al 2006, con la precedente normativa (d.m. 471/1999), un sito era considerato contaminato, e quindi da bonificare, a seguito del superamento anche di un solo inquinante rispetto alle concentrazioni limite per suolo e/o acque sotterranee.
A seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 152/2006, il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) definisce il sito “potenzialmente contaminato” e prevede – dopo un approfondimento della conoscenza dello stato di contaminazione - l’applicazione di un’Analisi di rischio sito specifica, volta a determinare le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR: concentrazioni al disotto delle quali non esiste rischio per la salute umana derivante dall’esposizione alle sostanze presenti). Se le CSR non vengono superate, la procedura è conclusa (sito non contaminato); in caso contrario il sito è contaminato e deve essere sottoposto a una bonifica, i cui obiettivi divengono le CSR.

TER BON 001 a

Figura 1: schema dell’iter tecnico/legislativo

La cartina sotto riportata rappresenta l’indicatore elaborato secondo una doppia legenda:

  • simbolica: rappresentante la tipologia di sito interessato
  • cromatica: rappresentante la classificazione tecnico-legislativa

TER BON 001 b

Figura 2: Siti contaminati presenti sul territorio regionale

Superficie Km2 % rispetto zone antropizzate % rispetto territorio regionale
Territorio regionale 3261  - 100
Zone antropizzate* 44 100 1.35
Siti contaminati 1.3 2.95 0.04
* Zone urbanizzate, industriali, commerciali, reti di comunicazione, zone estrattive e di cantiere

Tabella 1: Superficie interessata da siti contaminati

 

Commenti

Rispetto alla precedente edizione della relazione che riportava dati aggiornati al 31/12/2009 si osserva quanto segue:

  • complessivamente il numero di siti interessati non varia sensibilmente ( 22 siti nel dicembre 2009 contro 24 siti nel giugno 2011)
  • n. 9 siti non più presenti in carta in quanto bonificati o definiti a tutti gli effetti non contaminati a seguito del termine del periodo di monitoraggio;
  • passaggio alla fase di bonifica di n.1 sito ed alla fase di monitoraggio di n. 2 siti.
  • presenza di n.11 nuovi siti;

Quest’ultimo dato non implica necessariamente un incremento dei fenomeni di contaminazione ma è prevalentemente legato al rinvenimento di contaminazioni storiche, a seguito di lavori di scavo o di sostituzione di serbatoi interrati effettuati in questi anni nel contesto del progressivo  ammodernamento delle stazioni di vendita carburanti e del graduale recupero delle attività industriali dismesse.
Una decina di procedimenti non sono riportati in carta in quanto chiusi (definiti non contaminati) già a seguito dei primi interventi di rimozione della contaminazione. Infatti, come evidenziato non necessariamente tutti i siti approdano alla procedura di analisi di rischio, dal momento che ( a seguito dell’evento contaminante o del rinvenimento della contaminazione pregressa)  il soggetto interessato è tenuto a mettere in atto tutte le misure (generalmente consistono nella rimozione del terreno evidentemente contaminato) necessarie alla  messa in sicurezza del sito ed alla prevenzione dell’ulteriore propagazione della contaminazione. A seguito di tali operazioni, vengono effettuate le analisi sul terreno di fondo scavo e solo se si riscontrano concentrazioni superiori alle CSC si procede con l’Analisi di rischio. Esiste quindi una casistica di siti per i quali il procedimento si conclude a seguito della prima rimozione della porzione di terreno contaminato.
I siti indicati come “altre tipologie” sono nella maggior  parte dei casi originati da perdite da serbatoi interrati di edifici quali condomini ed  alberghi; si tratta quindi come per le stazioni di servizio di siti di ridotte dimensioni. A tale proposito si evidenzia che la normativa relativa ai siti contaminati non prevede una dimensione minima di intervento, quindi qualsiasi evento  che possa originare una contaminazione del suolo o delle acque sotterranee  comporta l’attivazione della procedura per sito potenzialmente contaminato.
I siti indicati in carta come “attività industriali dismesse” e “miniere” sono per la maggior parte riconducibili ad aree, adibite in passato ad attività industriali o estrattive, che oggi presentano problematiche ambientali legate ad antiche pratiche  di smaltimento  (all’epoca non normate )  delle scorie di lavorazione. Infatti la normativa ambientale  è di recente introduzione (1999) e quindi va spesso a sanare contaminazioni storiche originate dalla precedente assenza di regole ambientali.  Allo stesso modo, anche la maggior parte delle criticità rilevate nelle attività industriali attive sono riconducibili non alle attuali lavorazioni, bensì a pratiche industriali pregresse.

 

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