La 6° edizione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente, redatta sulla base dei dati ambientali fotografati al 31 dicembre 2011, e in alcuni casi aggiornati al 30 giugno 2012, è realizzata secondo un approccio differente rispetto alle edizioni precedenti: resta naturalmente la presentazione dell’informazione per indicatori, ma questi ultimi sono raggruppati in capitoli non più secondo le matrici ambientali o i fattori di pressione sull’ambiente, ma seguendo lo schema logico adottato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).

L’AEA nel suo rapporto pubblicato nel 2011, L’Ambiente in Europa – Stato e prospettive nel 2010 (SOER 2010)1, dedica ampio spazio alla riflessione in merito all’evoluzione della concezione delle tematiche ambientali,  e delle sfide connesse, da quando è iniziata a manifestarsi la sensibilità a questi temi fino agli anni recenti  (Tabella 1). Negli anni ‘70 e ‘80 erano considerate sfide ambientali la protezione di specie in pericolo di estinzione (si pensi al panda divenuto simbolo del WWF) o la riduzione delle emissioni in aria di specifici inquinanti (il caso tipico è quello delle polveri totali legate al fumo dalle ciminiere delle industrie). Negli anni ’90, cominciano a farsi strada idee che puntavano ad una globalizzazione delle sfide ambientali in parallelo con la globalizzazione dell’economia. Nel 1992 si svolge a Rio de Janeiro la prima conferenza sull’ambiente a risonanza mondiale: la Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite. La difesa dell’ambiente si allarga dall’impegno per la salvaguardia di specie in estinzione o dalla lotta contro la ciminiera vicino a casa a tema di discussione e confronto globale in seno alle Nazioni Unite. A partire da questa conferenza viene da molti proposto il concetto di sviluppo sostenibile come paradigma da seguire tanto nelle scelte individuali, quanto nella definizione di politiche sovranazionali: in questa prospettiva lo sviluppo non è visto solo come crescita economica di un singolo paese o di un gruppo di paesi, ma come evoluzione al contempo economica e sociale nel rispetto dell’ambiente, su scala geografica globale, per il presente e per le generazioni future.

Attenzione nel periodo Cambiamento climatico Natura e biodiversità Risorse naturali e rifiuti Ambiente e salute
Anni Settanta/ Ottanta (fino ad oggi) Proteggere determinati habitat e specie.
  • Migliorare il trattamento dei rifiuti per controllare le sostanze pericolose nei rifiuti;
  • ridurre l’effetto dello smaltimento dei rifiuti;
  • ridurre gli effetti delle discariche e degli scarichi.
  • Ridurre le emissioni di specifici inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo;
  • migliorare il trattamento delle acque reflue.
Anni Novanta (fino ad oggi)
  • Ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’industria, dai trasporti e dall’agricoltura;
  • aumentare la quota di energia rinnovabile.
  • Istituire reti ecologiche;
  • gestire specie invasive;
  • ridurre la pressione proveniente da agricoltura, silvicoltura, pesca e trasporti.
  • Riciclare i rifiuti;
  • ridurre la produzione di rifiuti tramite un approccio di prevenzione.
Ridurre le emissioni di inquinanti provenienti da fonti comuni (come il rumore legato ai trasporti e l’inquinamento atmosferico) nell’aria, acqua, suolo; migliorare la regolamentazione per le sostanze chimiche.
Dal 2000 ad oggi Istituire approcci a livello di economia, fornire incentivi comportamentali ed equilibrare i fattori trainanti del consumo; condividere gli oneri globali dell’attenuazione e dell’adattamento
  • Integrare i servizi Ecosistemici legati al Cambiamento climatico, al consumo di risorse e alla salute;
  • considerare l’uso del capitale naturale nelle decisioni sulla gestione settoriale.
  • Migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse e del consumo rispetto all'aumento della domanda, alla riduzione delle risorse e alla concorrenza;
  • produzione più pulita.
Ridurre l’esposizione combinata delle persone agli inquinanti nocivi e ad altri fattori di stress; collegare meglio la salute dell’uomo e degli ecosistemi.

Tabella 1- Evoluzione delle tematiche e delle sfide ambientali - fonte AEA - SOER2010

A partire dagli anni 2000, la necessità di un approccio ecologico di sistema diventa sempre più evidente sull’onda degli studi sugli effetti globali dell’inquinamento legati a pressioni non contenibili nei confini di singoli paesi: i temi forti diventano le emissioni di gas climalteranti o dannosi per l’ozono, la necessità di gestire quantità di rifiuti, a volte molto pericolosi, in rapida crescita, l’esigenza di trovare fonti energetiche alternative al petrolio sia per motivi geopolitici che ambientali, la cresciuta consapevolezza dell’esistenza di risorse rinnovabili e non rinnovabili il cui uso, pertanto, deve essere ponderato.

Nel rapporto SOER 2010 l’Agenzia Europea per l’Ambiente parte dall’interrogativo: lo sviluppo dell’Europa è sostenibile?

Nella visione dell’AEA, lo sviluppo dipende dalle riserve di capitale naturale e dai flussi dei servizi ecosistemici, intesi come descritto nel riquadro di approfondimento seguente. L’ambiente naturale, che fornisce le riserve e garantisce i flussi, viene sfruttato per garantire alla società acqua, cibo, energia, suolo, serbatoi in cui riversare i prodotti di scarto: questo sfruttamento è sostenibile per il futuro? Lo è solo per l’Europa o anche per il resto del mondo da cui spesso l’Europa preleva risorse e su cui scarica rifiuti?

Il territorio che l’uomo vive (e l’uso del verbo in forma transitiva con territorio come complemento oggetto non è una svista, ma implica il concetto di utilizzo delle risorse ambientali) è in grado di sostenere l’impatto dell’uomo? La qualità della vita ne risente?

Queste sono le principali domande a cui l’Agenzia Europea per l’ambiente cerca di fornire risposte nel suo rapporto. “Cerca”, perché alcuni di questi quesiti non hanno al momento una risposta chiara.

Il capitale naturale e i servizi ecosistemici

Il capitale naturale e i servizi ecosistemici comprendono molte componenti.
Il capitale naturale è la riserva di risorse naturali dalla quale possono essere estratti i beni e che permette il mantenimento dei flussi dei servizi ecosistemici. Le riserve e i flussi si basano su strutture e funzioni ecosistemiche quali i paesaggi, il suolo e la biodiversità.
Esistono tre tipi principali di capitale naturale che richiedono approcci differenti per la loro gestione:
  • Risorse non rinnovabili ed esauribili: carburanti fossili, metalli ecc.;
  • Risorse rinnovabili ma esauribili: stock ittici, acqua, suolo ecc.;
  • Risorse rinnovabili e non esauribili: vento, onde ecc.
Il capitale naturale fornisce diversi servizi e funzioni, fornisce le fonti di energia, gli alimenti e i materiali; i bacini per l’inquinamento e per i rifiuti; i servizi di regolazione del clima e delle acque, l’impollinazione e gli spazi perle normali attività e per il tempo libero.
L’utilizzo del capitale naturale comporta spesso compromessi tra queste funzioni e questi servizi. Ad esempio, se è usato troppo intensamente per le emissioni e i rifiuti può perdere la capacità di fornire flussi di beni e servizi: acque costiere che ricevono sostanze inquinanti e un eccesso di elementi nutritivi non saranno in grado di mantenere i livelli precedenti di popolazioni ittiche.

 

introgenerale fig1

Figura 1 Schema interpretativo utilizzato nella
6° edizione della relazione sullo stato dell’ambiente

La prospettiva dell’AEA è, ovviamente, su scala molto vasta2, essa affronta temi e fornisce risposte non direttamente applicabili ad una scala regionale, e in particolare di una regione piccola e dalle specificità territoriali molto marcate come la Valle d’Aosta. Seguire quindi  l’approccio europeo - con riferimento alle prime righe di questa introduzione - non può significare che si intende dare risposte alle medesime domande, ma che si vuole condividere la visione della realtà: la 6° edizione della RSA è costruita secondo una logica di estrema interconnessione dei temi e delle sfide ambientali, in una prospettiva che parte dall’uomo, né potrebbe essere diversamente, ma vede tutte le cose e il futuro degli uomini inscindibilmente legati in un sistema globale. Questa visione della realtà è presente nel motto che l’Agenzia si è scelta “Sul territorio per l’ambiente”. Guardiamo dunque a questi due vasti ambiti dell’esistente, e alle loro connessioni reciproche.

L’Ambiente, lo possiamo immaginare come la dimensione più estensiva che tutto contiene e in cui tutte le cose sono interconnesse. La sua generalità rimanda alla natura  (Figura 1):  possiamo identificarlo con il pianeta nel suo insieme, sistema aperto verso l’esterno e congiuntamente luogo di dinamiche proprie, o forse, in senso ancora più vasto, come l’intero universo di cui il nostro pianeta è una componente ed alla cui esistenza è legato. Il Territorio, per contro, è la parte dell’Ambiente in cui si manifesta in modo più o meno pressante la presenza umana e delle funzioni che gli sono specifiche: il territorio è al contempo uno spazio fisico e uno spazio definito dalla società e dalle relazioni tra l’uomo e il contesto. In base a questa definizione il territorio non ha confini definiti una volta per tutte ma si espande, o si restringe, a seconda dell’orizzonte che diamo al nostro sguardo. Se guardiamo alla nostra regione, così caratterizzata da montagne elevate e presenza antica di uomini, pare restringersi nei villaggio o negli insediamenti alle quote più alte o nelle località meno facilmente raggiungibili, ma torna a espandersi nella dimensione di spazio aperto per la fruizione turistica, e più ancora, di libero rapporto con la natura. Assume una connotazione ancora più generale se guardiamo alla particolare sensibilità di montagne e ghiacciai agli impatti umani su scala globale legati ai cambiamenti climatici.

Il Territorio, quindi, è una dimensione dell’Ambiente. Con esso ha continui scambi che si manifestano in flussi materiali e non, riconducibili a impegno di capitale naturale e servizi ecosistemici. Lo schema  rappresentato in Figura 1 aiuta a rappresentare la chiave di interpretazione proposta. Il territorio attinge dall’ambiente materia, si pensi alle materie prime, ai prodotti dell’agricoltura e della natura, ma anche riversa su di esso materie, in genere materiale di scarto, fumi, reflui, rifiuti solidi. Vi è però, parallelamente uno scambio continuo, che fisicamente può anche essere materiale, ma concettualmente no: si tratta degli scambi energetici o con impatto sulle dinamiche energetiche.   Il Territorio ricava dall’ambiente energia, direttamente (solare, eolica, geotermica,..) o con il tramite di vettori materiali (combustibili fossili, biomassa, …), e riversa nell’Ambiente calore, in minima parte in modo diretto (sotto forma di calore dissipato volontariamente o no), ma soprattutto in modo indiretto con le emissioni di sostanze climalteranti che sono in grado di alterare le dinamiche climatiche globali.

L’AEA, nel rapporto SOER 2010, si spinge avanti  nel dettagliare questo schema interpretativo ed analizza le interconnessioni e le tensioni tra gli ambiti critici del rapporto territorio-ambiente, e i loro impatti potenziali su salute e qualità della vita. Si rimanda a quel rapporto per gli approfondimenti, ma si riporta qui, come riferimento e spunto alla riflessione, la Tabella 2.

 

Cambiamento climatico

Natura e biodiversità

Utilizzo delle risorse naturali e rifiuti

Ambiente e salute

Cambiamento climatico

Collegamenti diretti:

  • cambiamenti nella fenologia,
  • specie invasive,
  • deflusso superficiale cangiante

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Collegamenti diretti:

cambiamenti delle condizioni di crescita delle biomasse

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Collegamenti diretti:

  • ondate di caldo,
  • cambiamenti delle malattie,
  • qualità dell’aria

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Natura e biodiversità

Collegamenti diretti:

  • emissione dei gas a effetto serra (agricoltura,
  • serbatoi naturali di carbonio delle foreste)

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo

Collegamenti diretti:

  • servizi ecosistemici,
  • sicurezza alimentare e idrica

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Collegamenti diretti:

  • paesaggi ricreativi,
  • qualità dell’aria,
  • medicinali

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Utilizzo delle risorse naturali e rifiuti

Collegamenti diretti:

  • emissione dei gas a effetto serra (produzione,
  • estrazione, attività di trattamento dei rifiuti)

Collegamenti indiretti:

  • attraverso il consumo,
  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo

Collegamenti diretti:

  • esaurimento delle riserve,
  • inquinamento idrico,
  • qualità dell’aria

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Collegamenti diretti:

  • emissioni e rifiuti pericolosi;
  • inquinamento atmosferico e idrico

Collegamenti indiretti:

  • attraverso cambiamenti della copertura del suolo,
  • attraverso inondazioni e periodi di siccità

Tabella 2 collegamenti tra sfide ambientali – Fonte AEA SOER 2010

Questa edizione della RSA è costruita secondo l’architettura  logica delineata e si propone di consentire una lettura dei dati ambientali della Valle d’Aosta secondo le schema della Figura 1 con un occhio di riguardo per le interconnessioni sopra evidenziate. Essa è quindi strutturata secondo quattro macro-capitoli che descrivono i quattro ambiti in capo alla Tabella 2, a cui sono stati dati i seguenti titoli:

  1. Territorio e qualità della vita
  2. Ambiente naturale
  3. Flussi di materiali
  4. Energia e gas climalteranti.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente, per l’ampiezza delle proprie competenze e per l’ampio territorio che rappresenta, esprime nel suo rapporto contenuti ripartiti in modo equilibrato nei quattro ambiti. L’ARPA della Valle d’Aosta, per le dimensioni e le caratteristiche specifiche del territorio di riferimento, e per le competenze istituzionali più limitate, può proporre contenuti variamenti estesi, come spiegato nell’introduzione di ognuno dei 4 macro-capitoli, uguale essendo l’attenzione per l’accuratezza e la completezza specifiche.  

Oltre che nei termini dell’approccio interpretativo della realtà, la nuova edizione propone anche degli aspetti innovativi nella presentazione degli indicatori e nella forma editoriale.
Lo schema di presentazione degli indicatori è stato rinnovato per rendere la relazione dell’ARPA della Valle d’Aosta sempre più aderente al modello proposto a livello nazionale dall’Istituto Superiore per la Protezione e la  Ricerca Ambientale  (ISPRA) che interpreta la Relazione sullo stato dell’ambiente come un documento in cui vengono analizzate cause e conseguenze dei temi affrontati. A questo scopo, in ogni scheda indicatore è stato inserito un paragrafo dedicato agli obiettivi in cui si illustra perché quell’argomento viene presentato, cercando di evidenziare l’ambito problematico di origine, e le implicanze di contenuto. È stato inserito, in modo molto sintetico, un richiamo a quale è il ruolo dell’ARPA nell’affrontare l’argomento: in qualche caso, in verità pochi, l’ARPA svolge solo una funzione di collettore di dati prodotti da enti esterni, in altri pur non producendo direttamente il dato, ne cura una elaborazione tecnico-scientifica autonoma, nella maggior parte dei casi, infine, l’Agenzia produce, elabora ed archivia il dato in proprio.

Per quanto riguarda la forma editoriale, per la prima volta il mezzo di comunicazione principale sarà Internet e non la versione stampata. Questa scelta si inserisce nel progetto di rinnovo completo del sito dell’Agenzia: nel nuovo sito la RSA diventa uno dei contenuti principali, non più come in passato nella forma di pesanti capitoli da scaricare, ma come contenuto direttamente consultabile, indicatore per indicatore. Il sito sarà così costituito da una parte in cui rendere accessibili i dati ambientali prodotti in tempo reale o con cadenza frequente e in cui presentare eventi o notizie da prima pagina, e una parte di informazione più strutturata e sintetica in cui inserire i dati sotto forma di indicatori, anch’essa rinnovata con frequenza che si desidera maggiore rispetto a quella biennale prevista istituzionalmente, connessa al ritmo di aggiornamento proprio di ciascun indicatore. Non mancheranno infine pagine di informazione generale e approfondimenti tematici.

Non resta, quindi, che augurare buona lettura o, meglio, buona consultazione!

 

 


 

1 http://www.eea.europa.eu/soer

2 Paesi membri AEA: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda,Italia,Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito. Paesi che collaborano senza essere membri: Albania, Bosnia-Erzegovina. Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia.

 

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