Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il numero, la tipologia e la provenienza geografica  delle richieste di intervento per disturbo da rumore in ambiente di vita, la tipologia di sorgente che ne è all’origine, nonché il riscontro dei superamenti dei limiti normativi.

Messaggio chiave

L’ARPA della Valle d’Aosta ha ricevuto, dal 1992 al mese di dicembre 2014, 343 richieste di intervento per rumorosità considerata disturbante. Di queste il 42,9% (147 richieste) è da imputare a locali di  intrattenimento come discopub, discoteche, bar e ristoranti, il 14%  (48 richieste) ad attività artigianali e l'11,9% (41 richieste) ad altre attività commerciali di vendita. Dai controlli effettuati emerge un effettivo problema di inquinamento acustico, poiché le situazioni che producono il superamento dei valori limite differenziali di immissione di rumore in ambiente abitativo sono circa l'80% di quelle valutate.

Obiettivo

L’indicatore quantifica l’attività di controllo con misurazioni del rispetto dei limiti vigenti (l. quadro 447/1995) in ambiente esterno e/o all’interno degli ambienti abitativi con distinzione fra le diverse tipologie di sorgenti (attività produttive, attività di servizio e/o commerciali, cantieri, manifestazioni temporanee, infrastrutture stradali, ferroviari...).
Nella grande maggioranza dei casi, le richieste di intervento per disturbo da rumore riguardano il rumore immesso all’interno delle abitazioni. In questi casi si applicano i valori limite differenziali previsti dall’articolo 4 del d.p.c.m. 14 novembre 1997.
Le situazioni di non conformità vengono quantificate attraverso la percentuale di sorgenti controllate per cui si è riscontrato almeno un superamento dei valori limite fissati dalla normativa vigente.
L'indicatore, descrivendo l’impatto dell’inquinamento acustico attraverso i controlli effettuati a seguito di lamentele da parte dei cittadini, fornisce importanti indicazioni sulle cause principali di disagio e deterioramento della qualità della vita percepite dalla popolazione per effetto dell’esposizione a rumore.
Esso riguarda tutto il territorio valdostano ed ha una buona copertura temporale poiché sono state analizzate le richieste e i controlli a partire dall’anno 1992 (primo anno di attività in Valle d'Aosta nel campo dell’acustica) fino al 2014. L’indicatore ha come ulteriori obiettivi la quantificazione delle variazioni nel tempo delle tipologie di sorgenti sonore che producono lamentele e il monitoraggio del loro numero a seguito dell’entrata in vigore di provvedimenti legislativi preventivi. Sulla base di quanto previsto dalla l.r. 9/2006, e ribadito in seguito dall’art. 14 della successiva l.r. 20/2009 sull’inquinamento acustico, l’ARPA Valle d’Aosta interviene per la verifica del rispetto dei limiti di rumore ambientale su richiesta del Corpo Forestale regionale, delle amministrazioni comunali e non più su chiamata diretta da parte di cittadini, come avveniva in passato. Ciò ha di fatto introdotto un filtro ed un’ufficialità che possono aver influito sul numero di richieste di intervento pervenute all’Agenzia.

Ruolo di Arpa

Sin dalla sua istituzione l’ARPA riceve richieste di intervento scritte da parte dei cittadini per segnalazioni di rumore disturbante e svolge i rilievi fonometrici per la verifica del rispetto dei valori limite di rumore vigenti in ambiente di vita. A seguito dell’entrata in vigore della legge regionale, l’ARPA effettua attività di vigilanza e controllo a supporto di Comuni, Corpo Forestale della Valle d’Aosta ed altri organi di Polizia Giudiziaria e non più su diretta richiesta dei cittadini.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rumore

Tema SINAnet

Rumore

DPSIR

I/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

scarso

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2014

Copertura temporale

Dal 1992

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.p.c.m. 1 marzo 1991 (Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambiente abitativi e nell’ambiente esterno)
  • art. 14 della l. quadro 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro sull’inquinamento acustico)
  • d.p.c.m. 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore)
  • l.r. 30 giugno 2009, n. 20 (Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n.9.)
  • d.g.r. 2 novembre 2012, n 2083 (Approvazione delle disposizioni attuative della legge regionale 30 giugno 2009, n. 20 recante “Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n. 9) - art. 2 comma 1, lettere a), b), d) e g)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore non è richiesta direttamente dalla normativa, ma è collegata alla posizione di livelli limite o di riferimento normativi.

Livelli di riferimento

Le richieste di intervento per disturbo da rumore riguardano, nella grande maggioranza dei casi, il rumore immesso all’interno delle abitazioni. In questi casi, si applicano i valori limite differenziali introdotti dell’articolo 4 del d.p.c.m. 14 novembre 1997: la differenza tra il rumore all’interno degli ambienti abitativi in presenza e in assenza della sorgente considerata disturbante non deve superare, a parità delle altre condizioni acustiche, 5 dB di giorno (06-22) e 3 dB di notte (22-06).

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Tipologia di sorgenti considerate disturbanti che hanno dato origine alle richieste di intervento:
N. totale di richieste di intervento per disturbo da rumore, periodo 1992 - 2014:    343

Num Tot Richieste Intervento 1214

Commenti

I locali considerati di intrattenimento come discopub, discoteche, bar e ristoranti hanno dato origine in questi venti anni, nel loro insieme, a 147 richieste di intervento su 343 (42,9%). Di queste, 133 sono relative alla diffusione di musica ritenuta disturbante, e in alcuni casi anche al contributo antropico degli avventori, mentre le restanti 14 si riferiscono alla rumorosità di impianti tecnologici a supporto dell’attività.

Seguono le attività artigianali e le attività commerciali di vendita che hanno prodotto, rispettivamente, 48 (14%) e 41 (11,9%) richieste di intervento per rumorosità disturbante.

 

Distribuzione territoriale e stagionale delle richieste di intervento legate al rumore da attività d’intrattenimento musicale

Distrib Ter stag richieste intervento 1214

Commenti

Le dimensioni dei grafici a torta sono proporzionali al numero di richieste pervenute da ogni località.

La statistica ha considerato, oltre ai locali che forniscono intrattenimento musicale, altri pubblici esercizi di aggregazione, anche all’aperto, quali ristoranti e bar, il cui contributo può essere fornito anche in termini di rumore antropico. Non sono stati considerati in questa indagine i concerti dal vivo e altre attività temporanee, in quanto, benché possano dare luogo a lamentele momentanee alle forze dell’ordine, la loro breve durata, nella maggior parte dei casi, non origina segnalazioni formali scritte.

Le richieste di intervento pervenute a seguito del disturbo provocato da attività di intrattenimento musicale sono state suddivise in base alla data di arrivo in due periodi distinti dell'anno, tenendo conto dei mesi di maggior affluenza turistica specifici della regione Valle d’Aosta: alta stagione (estate e inverno) e bassa stagione (primavera e autunno).

I valori percentuali relativi a tale suddivisione sono stati riferiti, inoltre, al territorio, al fine di caratterizzare i comuni maggiormente interessati dal disturbo sulla popolazione.

La regione Valle d’Aosta ha le caratteristiche peculiari delle regioni alpine in cui gli spazi sono limitati e circoscritti da importanti barriere morfologiche. In più, la connotazione turistica della valle d'Aosta genera in alcuni casi e ne accentua in altri, la vicinanza tra attività rumorose, quali ad esempio locali di intrattenimento musicale, ed edifici residenziali. Il risultato che emerge è che gli esposti dovuti al disturbo da rumore aumentano in alta stagione ed in modo particolare nelle località turistiche, dove confluiscono numerose persone nello stesso periodo.

 

Numero richieste di intervento annue dal 1992 al 31 dicembre 2014

Num Richieste Intervento Annue 1214

Commenti

Il numero di richieste di intervento a seguito dell’entrata in vigore della l.r. 9/2006 e della successiva l.r. 20/2009 è calato di molto rispetto a quelle pervenute negli anni successivi all’entrata in vigore della l. quadro 447/1995 sull’inquinamento acustico e del successivo d.p.c.m. 14 novembre 1997. La diminuzione è riconducibile, da un lato, alla nuova procedura secondo la quale i cittadini rivolgono i loro esposti al Corpo Forestale della Valle d’Aosta e ai Comuni (che poi chiedono supporto tecnico all’ARPA), dall’altro, ad una maggiore considerazione dell’aspetto acustico nelle pratiche di autorizzazione all’esercizio di attività rumorose attraverso gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge regionale medesima.

Questo aspetto ha prodotto dall'anno 2008 fino all'anno 2011 un forte aumento delle relazioni previsionali di impatto acustico presentate nell'ambito dei procedimenti di autorizzazione alla realizzazione o all'esercizio di attività rumorosa sulle quali l'ARPA della Valle d'Aosta ha espresso parere sulla conformità dei contenuti e ai valori limite previsti dalla normativa vigente. In particolare proprio a aprtire dal 2008  l'aspetto inerente il rumore prodotto dalle attività produttive è stato introdotto nei procedimenti previsti dallo Sportello Unico degli Enti Locali e in quelli previsti nell'ambito delle valutazioni di impatto ambientale.

In tale periodo si è registrato parallelamente un dimezzamento del numero di richieste di intervento da parte della popolazione per rumore considerato disturbante rispetto agli anni prima in cui l'aspetto inerente l'impatto acustico non era deguatamente considerato in fase preventiva alla realizzazione o all'esercizio di attività rumorose.

Dall’entrata in vigore del d.p.r. 227/2011 sulle semplificazioni degli adempimenti amministrativi, anche inerenti l'aspetto acustico, per le picole e medie imprese, si nota un’evidente diminuzione del coinvolgimento di ARPA in quanto la maggior parte dei procedimenti autorizzativi non contempla più neppure una semplice presa d’atto da parte dell’agenzia. La presa d’atto, pur non essendo un parere vincolante, comportava almeno una verifica di coerenza tra la tipologia di attività e quanto dichiarato nelle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà prodotte.  Si può consultare l'andamento dei pareri rilasciati a seguito dell'ìentrata in vigore della legge regionale sull'inquinamento acustico nell'indicatore TER_RUM_005 della relazione sullo stato ambiente on line dell'ARPA.

La norma di semplificazione, entrata in vigore nel mese di febbraio 2012, ha abbassato eccessivamente il livello di prevenzione, almeno per alcune categorie di attività quali quelle che si svolgono nel periodo notturno, producendo nei due successivi anni un nuovo aumento delle richieste di intervento per rumore molesto. 

Andamento del numero di pareri espressi sulle relazioni previsionali di impatto acustico in rapporto al numero di richieste di intervento per rumore molesto pervenute dall'entrata in vigore della prima legge regionale sull'inquinamento acustico  (periodo 2006 - 31 dicembre 2014) 

Rapporto RPIA Richieste 1214

Commenti

Dopo un elevato numero di richieste di intervento pervenute a seguito dell'entrata in vigore del decreto sui limiti avvenuta nell'anno 1998 (desumibile anche dall'andamento del precedente grafico), l'attività di prevenzione messa in atto con l'entrata in vigore della legge regionale ne ha prodotto il dimezzamento. Dalle circa 20 richieste di intervento annue dei primi anni 2000 si è passati ad una media di circa 10 richieste annue dal 2007 al 2012. Negli ultimi due anni si è assistito ad un nuovo aumento delle richieste di intervento per rumore ritenuto disturbante con 13 richieste nel 2013 e 17 nel 2014.  

Percentuali di controlli effettuati dal 1992 al 31 dicembre 2014 sulle richieste di intervento pervenute

 Per Controlli 1214

Commenti

Delle 343 richieste di intervento ricevute in 20 anni di attività, in 224 casi si è proceduto alle rilevazioni fonometriche. La differenza tra il numero di richieste di intervento per rumori molesti e i controlli effettuati è dovuta, nei primi anni successivi alla legge quadro 447/1995, all’esclusione del controllo del limite di immissione differenziale per attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali. In questi anni l’ARPA non ha più effettuato misurazioni sulla rumorosità riguardante il rumore di vicinato, quello prodotto dagli impianti condominiali ad uso comune o privato e la rumorosità molesta prodotta dagli animali domestici. Negli anni successivi all’entrata in vigore della legge regionale la minor percentuale di intervento rispetto alle richieste è invece dovuta al fatto che, in alcuni casi, i Comuni intervengono direttamente nella risoluzione della controversia  senza  la necessità di un controllo strumentale da parte dell’ARPA.

 

Percentuali di superamenti dei livelli limite differenziali a seguito di controllo del rumore immesso in ambiente abitativo (periodo 1992-2014)

 Per Superamenti Livelli 1214

 

Distribuzione negli anni della percentuale di superamento del valore limite differenziale (periodo 1992-2014)

Figura 6 1214

Commenti

I grafici evidenziano come, dai controlli effettuati attraverso misurazioni fonometriche da parte dell’ARPA, si è verificato nella maggior parte dei casi il superamento dei valori limite differenziali di rumore immesso all’interno di ambienti abitativi. I controlli evidenziano un effettivo problema di inquinamento acustico e la percentuale dei superamenti non diminuisce a fronte invece di una diminuzione nel numero di sorgenti controllate.  Le sorgenti che producono il superamento del valore limite differenziale di rumore immesso in ambiente abitativo sono in grande prevalenza attività di intrattenimento, attività commerciali e altre attività produttive. Dai grafici si vede che, a seguito dell’entrata in vigore del d.p.c.m. 14 novembre 1997, che ha abbassato il livello soglia per l’applicabilità del limite differenziale, c’è stato un significativo aumento delle situazioni con verifica del livello limite differenziale e riscontro del suo superamento (valori intorno all’80%).

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