Presentazione

Descrizione

L’Uso del Suolo nelle aree adiacenti i corsi d’acqua è un indicatore studiato da ARPA Valle d’Aosta ed ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura di Saluggia (ora Unità Tecnica Tecnologie Saluggia) nel 2008 nell’ambito della sperimentazione avente per oggetto ”Attività di implementazione della Direttiva 2000/60/CE sul territorio della Valle d’Aosta”.
Per individuare i corpi idrici sui quali è stata successivamente progettata la rete di monitoraggio, è stato necessario effettuare una valutazione delle pressioni puntuali e diffuse insistenti sui corsi d’acqua. Per quanto riguarda le pressioni diffuse è stato considerato l’uso del suolo inteso come antropizzazione del territorio: si è scelto di considerare come globalmente rappresentativi gli insediamenti e la naturalità del territorio nelle aree adiacenti il corso d’acqua. È stata creata una classificazione delle pressioni basata su una scala suddivisa in 7 classi. Attraverso l’analisi di CTR, di foto aeree e attraverso verifiche in loco, è stata applicata la classificazione di uso del suolo ad un buffer di 600 m intorno ad ogni corso d’acqua tipizzato suddividendo quindi il corpo idrico dove necessario.

Messaggio chiave

La maggior parte del reticolo idrografico tipizzato (79%) scorre in ambiente non antropizzato, in territori a prevalente pressione agricola o in centri urbani di piccole dimensioni che non insistono direttamente sul corso d’acqua per la presenza di versanti acclivi, mentre solo il 21% del reticolo tipizzato è soggetto a pressione derivante da centri urbani più rilevanti.
Come è logico attendersi, vista la conformazione del territorio regionale, i tratti più compromessi interessano le zone di fondo valle, in particolare quelle poste lungo il corso della Dora Baltea, dove si concentrano i centri abitativi e industriali più importanti e le principali infrastrutture e vie di comunicazione.

Obiettivo

L’indicatore fornisce una valutazione sintetica sul livello di pressione diffusa insistente sui corsi d’acqua e restituisce indirettamente informazioni sulle ripercussioni che le modifiche di uso del suolo possono avere sull’ecosistema fluviale. Eventuali alterazioni delle aree adiacenti ai corsi d’acqua possono causare la compromissione di alcuni processi fondamentali come la permeabilità del suolo e l’infiltrazione. L’eliminazione della copertura vegetale nelle aree riparie e nei territori circostanti diminuisce inoltre l’apporto organico e riduce la funzione di filtro dagli inquinanti. La presenza di aree urbanizzate, di attività produttive o agricole intensive influenza quindi in maniera negativa tutto l’ecosistema fluviale. Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante norme in materia ambientale, ed in particolare il D.M. 16 giugno 2008, n. 131: “Regolamento recante i Criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici”,  prevede che venga effettuata la tipizzazione e vengano individuati i corpi idrici  sulla base dei criteri tecnici forniti dal decreto stesso. Tra i criteri metodologici di individuazione dei corpi idrici superficiali è prevista un’analisi delle pressioni e degli impatti; le Regioni, attraverso l’attività conoscitiva hanno dovuto inoltre effettuare una valutazione della vulnerabilità dello stato dei corpi idrici in funzione delle pressioni individuate. Sulla base delle informazioni sulle pressioni insistenti e dei dati di monitoraggio pregressi è stata fatta una previsione circa la capacità di un corpo idrico di raggiungere o meno l’obiettivo di qualità ambientale al 2015 corrispondente allo stato di "buono”  e il mantenimento ove già esistente, dello stato di qualità ambientale "elevato" (analisi di rischio). Per maggiori dettagli si rimanda all'approfondimento: “Processo di implementazione della Direttiva 2000/60/CE, definizione delle nuove reti di monitoraggio sul territorio della Valle d’Aosta e classificazione dei corpi idrici fluviali”.

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d’Aosta, in accordo con gli assessorati regionali competenti, con la collaborazione di ENEA, Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura di Saluggia, ha messo a punto ed applicato all’intero reticolo idrografico tipizzato l’indicatore relativo all’uso del suolo. Questo ha permesso di suddividere ulteriormente i corpi idrici, precedentemente individuati con il processo di tipizzazione, in tratti omogenei dal punto di vista delle pressioni antropiche, con la finalità di arrivare a definirne la classe di rischio e il tipo di monitoraggio.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Idrosfera

Tema SINAnet

Qualità dei corpi idrici

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono 

Tendenza*

non applicabile

*Al momento attuale non è possibile esprimere una tendenza in quanto l’indicatore è stato applicato una sola volta nel 2008.**

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 1 2

L’indicatore risponde correttamente all’esigenza di valutare le pressioni diffuse insistenti sui corsi d’acqua. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore intermedio in quanto l’indicatore è stato costruito principalmente da ortofoto e CTR. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono ripetibili nel tempo. La comparabilità nello spazio risulta limitata dato che l’indicatore è stato studiato appositamente per le peculiarità del territorio regionale. 

Proprietà del dato

Regione autonoma Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Il dato verrà aggiornato per la predisposizione del prossimo Piano di Gestione del Fiume Po (2016-2021)

Data di aggiornamento

31/12/2008

Copertura temporale

Il processo di individuazione dei corpi idrici ha portato alla definizione della rete di monitoraggio valida per tutta la durata del Piano di Gestione 2010-2015.

Copertura territoriale

Il processo di individuazione dei corpi idrici ha portato alla definizione di 209 corpi idrici dei quali ben 144 verranno monitorati nei 6 anni di Piano di gestione. I restanti 65 non saranno monitorati per assenza di pressioni significative.
Per una migliore comprensione si rimanda all'approfondimento: “Processo di implementazione della Direttiva 2000/60/CE, definizione delle nuove reti di monitoraggio sul territorio della Valle d’Aosta e classificazione dei corpi idrici fluviali”.

Riferimenti

Inquadramento normativo

D. M. 16 giugno 2008, n. 131: Regolamento recante “i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle  pressioni per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale», predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 4, dello stesso decreto”. Il D.Lgs 152/2006 recepisce in Italia, fra le altre, anche  la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.

Relazione con la normativa

La normativa citata prevede che venga effettuata una valutazione dettagliata delle pressioni insistenti sui corsi d’acqua per arrivare ad una definizione esauriente dei corpi idrici sui quali poi sono state costruite le nuove reti di monitoraggio. L’indicatore è stato quindi fondamentale in tale processo.  Le informazioni rilevate dall’indicatore di pressione sono state poi anche utilizzate nella valutazione della vulnerabilità dello stato dei corpi idrici rispetto alle pressioni individuate per stabilire la classe di rischio.
Per maggiori dettagli si rimanda all'approfondimento: “Processo di implementazione della Direttiva 2000/60/CE, definizione delle nuove reti di monitoraggio sul territorio della Valle d’Aosta e classificazione dei corpi idrici fluviali”.

Livelli di riferimento

Segue la legenda con i livelli di pressione e una breve descrizione dell’uso del suolo associati ad un valore di pressione. Le categorie di uso del suolo sono state ordinate da 1 a 7 secondo un ordine di antropizzazione crescente (fatto salvo la sostanziale confrontabilità dei livelli di antropizzazione 3 e 4). Si è scelto di differenziare le aree anche in funzione dell’acclività dei versanti: alcune pressioni possono essere poste nel buffer di studio (600m) ma non insistere in maniera incisiva sul corso d’acqua grazie alla morfologia acclive dei versanti.
Ad ogni livello di pressione è stato associato un colore.

 

LIVELLI DI PRESSIONE

USO DEL SUOLO

VALORE

 

ASSENZA DI ANTROPIZZAZIONE

Uso del suolo caratterizzato da assenza di antropizzazione significativa (assenza di centri insediativi, assenza di pascoli a sfruttamento intensivo, assenza di agricoltura).Tali aree possono essere diffusamente presenti sia in ambiti acclivi sia pianeggianti.

1

AREE ACCLIVI

ANTROPIZZAZIONE A PREVALENTE PRESSIONE AGRICOLA

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante prevalentemente da agricoltura estensiva, prati falciabili, pascoli e piccoli nuclei abitati. L’insieme di queste attività non insiste direttamente sul corso d’acqua per morfologia acclive dei versanti.

2

ANTROPIZZAZIONE DERIVANTE DA CENTRI URBANI DI PICCOLE DIMENSIONI A PRESSIONE TURISTICA  E URBANA CONTENUTA

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante prevalentemente dalla presenza di centri urbani di piccole dimensioni. L’insieme di queste attività non insiste direttamente sul corso d’acqua per morfologia acclive dei versanti.

3

AREE PIANEGGIANTI

ANTROPIZZAZIONE A PREVALENTE PRESSIONE AGRICOLA

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante in prevalenza da agricoltura estensiva, prati falciabili, pascoli e piccoli nuclei abitati.

4

ANTROPIZZAZIONE DERIVANTE DA PRESSIONE TURISTICA E URBANA

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante dalla presenza di insediamenti civili di piccole dimensioni (sia a prevalente vocazione turistica sia di residenti)

5

ANTROPIZZAZIONE DERIVANTE DA CENTRI URBANI DI MEDIE DIMENSIONI A PREVALENTE PRESSIONE TURISTICA

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante dalla presenza di centri urbani di medie dimensioni a prevalente vocazione turistica

6

ANTROPIZZAZIONE DERIVANTE DA CENTRI URBANI DI GRANDI DIMENSIONI E DA ATTIVITA' PRODUTTIVE

Uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante dalla presenza di centri urbani di grandi dimensioni ed attività produttive di fondovalle

7

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

A livello europeo esiste un sistema di rilevamento e monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del suolo: Corine Land Cover (CLC). La prima realizzazione del progetto risale al 1990 ma sono stati effettuati numerosi aggiornamenti fino al più recente nel 2006. Il dettaglio di questo sistema di valutazione di uso del suolo è risultato ad una scala troppo grande per rilevare il tipo di informazione necessaria ad ARPA Valle d’Aosta per l’individuazione dei corpi idrici; per questo motivo è stato creato l’indicatore ad hoc.

Presentazione e analisi

La classificazione di uso del suolo è stata applicata ad ogni corso d’acqua tipizzato suddividendo quindi il corpo idrico dove necessario.
Segue un esempio di suddivisione del corpo idrico in funzione dell’uso del suolo:

esempio suddivisione corpo idrico

L’analisi delle pressioni ha portato complessivamente all’individuazione di 209 corpi idrici.
Per maggiori dettagli si rimanda all'approfondimento: “Processo di implementazione della Direttiva 2000/60/CE, definizione delle nuove reti di monitoraggio sul territorio della Valle d’Aosta e classificazione dei corpi idrici fluviali”.
Segue una rappresentazione dei corpi idrici tematizzati in funzione dell’uso del suolo.

uso suolo carta

Come si può osservare dalla mappa, le aree maggiormente interessate da livelli alti di pressione e quindi caratterizzate da elevata antropizzazione sono, come ci si aspetta, concentrate nel fondovalle e nei pressi dei centri abitati delle principali valli laterali. Molti piccoli corpi idrici affluenti della Dora Baltea sono stati necessariamente spezzati in due in quanto caratterizzati da assenza di pressione nei tratti di monte dei corsi d’acqua e da centri urbanizzati nei pressi della foce.
Piuttosto diffuso sul territorio regionale è un uso del suolo caratterizzato da antropizzazione derivante in prevalenza da prati falciabili, pascoli e piccoli nuclei abitati.
Come si può osservare dal grafico seguente, il 51% del reticolo idrografico tipizzato scorre in ambiente non antropizzato (uso del suolo 1), il 28% attraversa territori a prevalente pressione agricola (uso del suolo 2, 4) o centri urbani di piccole dimensioni che non insistono direttamente sul corso d’acqua per la presenza di versanti acclivi (uso del suolo 3), mentre solo il 21% del reticolo tipizzato è soggetto a pressione derivante da centri urbani di piccole (uso del suolo 5), medie (uso del suolo 6) e grandi (uso del suolo 7) dimensioni:

grafico

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