Premessa
ARPA Valle d’Aosta ha concluso nel 2009 l’attività di monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali ai sensi del D.Lgs. 152/1999, abrogato dal D.Lgs 152/2006, decreto che recepisce formalmente in Italia la Direttiva Europea 2000/60/CE. Il D.Lgs 152/1999 prevedeva, per quanto riguarda i fiumi, la valutazione dello Stato Ecologico e Ambientale dei corsi d’acqua (SECA e SACA). L’indice SECA è una classificazione dei corsi d’acqua effettuata incrociando gli indici IBE e LIM mentre il SACA prevede l’incrocio tra i valori di SECA con i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici. La rete di monitoraggio regionale prevedeva 38 stazioni di campionamento di cui 11 sull’asta della Dora Baltea e 27 sui principali affluenti. Nell’archivio-web è possibile scaricare le mappe di qualità e i dati analitici dei monitoraggi ai sensi del D.Lgs. 152/1999 dall'anno 2003 all'anno 2009.
La Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre del 2000 (Water Framework Directive) istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque. Per le acque superficiali, gli Stati membri garantiscono il raggiungimento del migliore stato ecologico e chimico possibile, tenuto conto degli impatti che non avrebbero potuto ragionevolmente essere evitati data la natura dell’attività umana o dell’inquinamento.
L’obiettivo al 2015 è il mantenimento o il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di buono e il mantenimento ove già esistente, dello stato di qualità ambientale elevato.
Per il raggiungimento di tali obiettivi la direttiva prevede la caratterizzazione dei corpi idrici, la predisposizione di un Piano di Gestione del bacino idrografico e la definizione di un programma di misure.
La direttiva ha introdotto un approccio innovativo alla valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali ponendo al centro dell’attenzione le comunità biologiche dell’ecosistema fiume: dai produttori primari, quali alghe e flora acquatica, ai consumatori primari e secondari, come macroinvertebrati bentonici e fauna ittica. Per la prima volta vengono presi in considerazione gli aspetti idromorfologici, che unitamente agli elementi chimico-fisici sono considerati a supporto degli elementi biologici. La valutazione dello stato ecologico viene poi integrata dalla valutazione dello stato chimico (sostanze dell’elenco di priorità e altri inquinanti).
In Italia la Direttiva 2000/60/CE è stata recepita dal d.lgs. 152/2006 e da alcuni decreti attuativi, modificanti le norme tecniche del d.lgs. stesso, emanati negli anni successivi:
- D. M. 16 giugno 2008, n. 131: Regolamento recante Criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni);
- D. M. 14 aprile 2009, n. 56: Regolamento recante Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento;
- D. M. 17 luglio 2009: Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l’utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque.
- D.M. 8 novembre 2010, n. 260: Regolamento recante Criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali.
Alcune modifiche sono state recepite anche dal D.Lgs n. 219/2010 “attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della direttiva 2009/90/CE che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque”.
A livello nazionale il processo di implementazione della Direttiva è iniziato nel 2006, con notevole ritardo rispetto a quanto avvenuto negli altri stati dell’Unione Europea. Parallelamente si sono attivate le Regioni, il sistema agenziale e le Autorità di Bacino secondo 5 fasi successive di seguito sintetizzate:
L’insieme delle attività svolte ha permesso alla Regione Autonoma Valle d’Aosta e ad A.R.P.A. VdA di fornire il loro contributo alla redazione del Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Po, adottato dall’Autorità di Bacino del Po il 24 febbraio 2010.
Il primo piano di gestione deve essere inteso come una messa a punto graduale dei nuovi sistemi di classificazione e gestione dei corpi idrici.
Dopo aver individuato i limiti delle categorie delle acque superficiali (fiumi e laghi) su base geografica e idrologica, è stato effettuato il processo di tipizzazione, primo step per la caratterizzazione dei corpi idrici.
Ogni corso d’acqua avente un bacino idrografico di superficie superiore o uguale a 10 Km2 è stato suddiviso in tratti omogenei, di differente tipologia, definiti corpi idrici.
L’approccio metodologico, secondo quanto previsto dal D.M. 131/2008 , consiste nel definire per ogni regione l’appartenenza a una o più Idroecoregioni (HER). La Valle d’Aosta ricade in un’unica Idroecoregione: HER1 – Alpi Occidentali.
Successivamente è stato utilizzato un diagramma di flusso che, in funzione delle peculiarità dei territori delle varie regioni, considera descrittori differenti. In Valle d’Aosta, in base alla perennità e persistenza del deflusso naturale, alla distanza dalla sorgente e all’origine del corso d’acqua sono state individuate 6 categorie rappresentate nella cartografia seguente:
Fig. 1: suddivisione dei corpi idrici in tipologie
Basandosi sull’analisi delle pressioni, di seguito descritta, per ogni tipologia sono stati individuati siti di riferimento (tratti fluviali in cui le pressioni antropiche sono assenti o minime).
Le comunità biologiche che popolano questi corpi idrici costituiranno le comunità di riferimento utilizzate per il calcolo degli indici biologici. I siti di riferimento fanno parte della rete nucleo sulla quale sono state condotte attività sperimentali a partire dal 2008. Per informazioni dettagliate, si rimanda all' approfondimento “La rete nucleo e l’individuazione di siti di riferimento tipo-specifici sul territorio regionale”.
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I corpi idrici, individuati con il processo di tipizzazione, sono stati ulteriormente suddivisi in funzione delle pressioni insistenti sul corso d’acqua e dello stato ecologico valutato ai sensi del D.Lgs. 152/99 e s.m.i.: il numero totale così ottenuto è di 209 corpi idrici.
Di seguito vengono elencati brevemente i criteri utilizzati:
- Analisi delle pressioni diffuse relative all’uso del suolo e agli insediamenti agricoli, industriali e urbani presenti lungo i corsi d’acqua
È stata applicata una classificazione di uso del suolo ad ogni corso d’acqua tipizzato suddividendo quindi il corpo idrico dove necessario. (Questo criterio è stato utilizzato come indicatore nell’ambito della Relazione Stato Ambiente: Uso del suolo nelle aree adiacenti i corsi d’acqua, AMB_ACQ_001).
- Valutazione delle pressioni puntuali insistenti sui corsi d’acqua sotto forma di derivazioni idroelettriche, irrigue, potabili e industriali e di scarichi civili, produttivi e depuratori
Per valutare l’impatto delle derivazioni sui corsi d’acqua è stato utilizzato uno strumento che dà un’informazione sulle variazioni di portata indotte dagli usi, il bilancio idrico. Dalla sovrapposizione tra le percentuali residue di portata, gli scarichi e la cartografia di uso del suolo si è effettuato un ulteriore frazionamento dei corpi idrici dove necessario.
- Analisi della pressione legata a modificazioni morfologiche
Per stabilire l’impatto delle modificazioni morfologiche è stata valutata la presenza/assenza di opere longitudinali e trasversali nei corpi idrici.
- Individuazione di aree protette ai sensi della Direttiva 2000/60/CE
La presenza di aree protette quali parchi Nazionali e Regionali, SIC (Siti d’Interesse Comunitario) e ZPS (Zone a Protezione Speciale) caratterizzate da habitat e specie strettamente legate agli ambienti acquatici, ha contribuito ad un’ ulteriore scomposizione dei corpi idrici.
Infine, è stato preso in considerazione lo stato di qualità delle acque, definito secondo la normativa pregressa, che essendo strettamente legato alla distribuzione delle pressioni puntuali e diffuse non ha apportato ulteriori modifiche all’elenco dei corpi idrici individuati.
T. de Grand Chamin
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Il terzo step ha previsto una valutazione della vulnerabilità dello stato dei corpi idrici rispetto alle pressioni individuate. Partendo dai dati di monitoraggio ambientale disponibili, è stata effettuata una previsione circa la capacità di ogni corpo idrico di raggiungere o meno, nei tempi previsti, gli obiettivi di qualità fissati dalla normativa.
Sono stati individuati corpi idrici:
- A rischio quelli per i quali si prevede il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti. Per la Valle d’Aosta sono stati considerati inizialmente a rischio 12 c.i. con stato ecologico complessivo inferiore a “Buono” (SECA 2008).
- Non a rischio quelli sui quali non insistono attività antropiche o, quelle esistenti, non incidono sullo stato di qualità del c.i. (inizialmente 155 c.i.) -
- Probabilmente a rischio quelli per i quali non erano disponibili dati di qualità ambientale. La classificazione provvisoria è stata sostituita da una definitiva assegnazione della classe di rischio in base ai dati ottenuti dopo il primo anno di monitoraggio, 2010 (42 c.i.).
Fig. 2: definitiva assegnazione della classe di rischio effettuata nel 2010 sui 42 c.i. “probabilmente a rischio"
I corpi idrici che hanno subito profonde alterazioni morfologiche e, a causa di queste, non sono più in grado di raggiungere il buono stato ecologico, ma soltanto il buon potenziale ecologico, vengono classificati come fortemente modificati. In attesa delle indicazioni normative per completare le informazioni riguardanti le alterazioni morfologiche dell’intero reticolo idrografico di competenza, sono stati preliminarmente e provvisoriamente individuati 3 corpi idrici altamente modificati, sulla base della completa alterazione e artificializzazione dell'alveo e delle sponde:
CORSO D'ACQUA |
CORPO IDRICO |
Torrent Saint-Marcel |
0292va |
Torrent de Saint-Barthélemy |
0804va |
Torrent Chalamy |
0144va |
Fig. 3, 4 e 5: T. Saint-Marcel, T. Saint-Barthélemy e T. Chalamy
La pianificazione definitiva delle reti di monitoraggio è stata quindi effettuata sulla base di:
Per approfondimenti sulle prime 3 fasi si rimanda al documento sull’implementazione della Direttiva 2000/60/CE disponibile sul sito di ARPA.
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Il D.Lgs. 152/06 e s.m.i. prevede la definizione di reti di monitoraggio differenti, per parametri analitici, frequenze e cicli di campionamento, in funzione dell’assegnazione della classe di rischio dei corpi idrici:
- Monitoraggio di sorveglianza: per i c.i. non a rischio. Deve essere effettuato per almeno un anno ogni sei (arco temporale di validità di un piano di gestione).
- Monitoraggio operativo: per i c.i. a rischio. Il ciclo di monitoraggio è triennale per le componenti biologiche e annuale per gli elementi fisico-chimici e chimici. Dopo il primo triennio di monitoraggio operativo sarà possibile effettuare una classificazione provvisoria che diventerà definitiva solo al termine del secondo triennio.
- Monitoraggio di indagine: richiesto in casi specifici qualora non siano conosciute le cause del mancato raggiungimento degli obiettivi o in caso di inquinamento accidentale.
- Rete nucleo: per i c.i. individuati come siti di riferimento; rientra nel monitoraggio di sorveglianza ma il ciclo di monitoraggio deve essere triennale.
Il decreto prevede anche la definizione di reti di monitoraggio differenti per corsi d’acqua a specifica destinazione. In Valle d’Aosta sono state individuate acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli:
- Monitoraggio acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli (acque salmonicole) : le acque dolci superficiali, designate quali richiedenti protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci, sono monitorate ai sensi del dal D.Lgs. 152/06 (All. 2 alla parte III – sezione B) che ha recepito quanto già previsto dal D.Lgs. 152/99 (All. 2 – sezione B). In accordo con l’Amministrazione Regionale, i monitoraggi sono stati effettuati con frequenza trimestrale (4 prelievi l’anno) per un totale di 16 stazioni di campionamento. Nel 2011, su richiesta del Dipartimento risorse naturali e corpo forestale dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali (nota 36960/RN del 6 dicembre 2010), dei 5 corsi d’acqua monitorati, come acque a specifica destinazione funzionale, (T. Chalamy, T. Savara, T. Saint Barthélemy, T. Buthier e T. Marmore) sono stati esclusi i torrenti Buthier e Marmore. Nella nota si specifica infatti che, in base agli esiti del progetto INTERREG “Identification, sauvegard et réhabilitation de truites autochtones dans la Vallée d’Aoste” i torrenti Buthier e Marmore non risultano effettivamente idonei ad essere classificati come corsi d’acqua a specifica destinazione salmonicola. Nelle 9 stazioni, situate lungo il corso dei torrenti Chalamy, Savara e de Saint Barthélemy, deve essere verificata la conformità di alcuni parametri chimico fisici, indicati in tab. 1/B – sez. B, allegato 2 alla parte III del D.Lgs. 152/2006, ai limiti imperativi previsti dalla normativa. I programmi di monitoraggio esistenti ai fini del controllo delle acque idonee alla vita dei pesci sono parte integrante del monitoraggio, di cui al D.M. 260/2010 fino al 22 dicembre 2013 (paragrafo A.3.7).
Il 2010 è stato il primo anno di monitoraggio della nuova rete durante il quale è stata definita la classe di rischio dei 42 corpi idrici probabilmente a rischio, sono stati monitorati i c.i. già definiti a priori a rischio, la rete nucleo e i siti di monitoraggio delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli.
Successivamente è stata fatta una pianificazione per gli anni 2011-2015:
In considerazione dell’elevato numero di c.i. individuati (209) e dell’aumento considerevole di impegno richiesto dall’applicazione dei nuovi metodi biologici, al fine di conseguire il miglior rapporto tra costi del monitoraggio ed informazioni utili per poter garantire un quadro generale coerente ed esauriente dello stato ecologico delle acque, come previsto dalla normativa, sono state effettuate alcune modifiche e integrazioni alla configurazione della rete di monitoraggio:
PRIMA FASE DI ACCORPAMENTO
Come indicato nella Fig. 1 della scheda A5 del decreto 17 luglio 2009, un sito di monitoraggio può essere rappresentativo di più di un corpo idrico. Il raggruppamento può essere fatto se i due corpi idrici appartengono alla stessa categoria ed allo stesso tipo, sono soggetti a pressioni analoghe, presentano i medesimi obiettivi ed appartengono alla stessa categoria di rischio.
Inizialmente, quindi, in alcuni corpi idrici con assenza di pressione e difficilmente raggiungibili, non sono state collocate stazioni di monitoraggio. Tali corpi idrici sono stati accorpati ad altri aventi caratteristiche analoghe e situati nel medesimo bacino idrografico. In totale, 4 corpi idrici sono stati accorpati ad altri similari:
CORSO D'ACQUA |
CORPO IDRICO |
ACCORPATO A: |
Torrent de Savoney |
0280061va |
0281va - Torrent Clavalité |
Torrent de Tsignanaz |
0850041va |
0851va - Torrent Marmore |
Torrent de Vercoche |
0050100031va |
0050101va - Torrent du Bois |
Torrent des Chavannes |
0560020041va |
0561va - Doire de La Thuile |
SECONDA FASE DI ACCORPAMENTO
Successivamente sono stati effettuati ulteriori accorpamenti sempre con l’obiettivo di un’ottimizzazione della rete. Utilizzando i risultati dell’analisi delle pressioni fatta per l’individuazione dei corpi idrici, sono stati accorpati tutti i corpi idrici con assenza di pressioni significative al corpo idrico di riferimento della relativa tipologia, anche se, in una prima fase di programmazione, ad ognuno di essi era stato attribuito un sito di monitoraggio.
In considerazione delle modifiche che il gruppo di esperti delle comunità biologiche, nominati dal MATTM, stanno apportando all’attuale sistema di classificazione, si è scelto di attribuire ai siti di riferimento i valori massimi di stato ecologico e chimico, come è logico attendersi in c.i. privi di pressioni: lo stato ecologico risulta quindi elevato e lo stato chimico buono.
In totale, 60 corpi idrici sono stati accorpati al corpo idrico di riferimento della relativa tipologia:
CORSO D'ACQUA |
CORPO IDRICO |
TIPOLOGIA |
Doire de Nivolet |
0440131va |
01SS1N |
Doire de Valgrisenche |
0453va |
01GH2N |
Loobach |
1040331va |
01SS1N |
Ruessobach |
1040211va |
01SS1N |
Torrent Ayasse |
0051va |
01SS1N |
Torrent Brenve |
0050061va |
01SS1N |
Torrent Buthier |
0761va |
01GH1N |
Torrent Chalamy |
0141va |
01SS1N |
Torrent Chasten |
0940191va |
01SS1N |
Torrent Colombaz |
0611va |
01SS1N |
Torrent d'Arpisson |
0341va |
01GH1N |
Torrent d'Arpisson |
0342va |
01GH1N |
Torrent d'Arpy |
0551va |
01SS1N |
Torrent d'Ars |
0760010031va |
01SS1N |
Torrent de Bardonney |
0430080081va |
01SS1N |
Torrent de Bouroz |
1040431va |
01SS1N |
Torrent de Ceré |
0940080011va |
01GH1N |
Torrent de Chaleby |
0800041va |
01SS1N |
Torrent de Cheney |
0850141va |
01SS1N |
Torrent de Citrin |
0760010060011va |
01SS1N |
Torrent de Comboé |
0361va |
01SS1N |
Torrent de Courthoud |
0940071va |
01GH1N |
Torrent de Flassin |
0760010051va |
01SS1N |
Torrent de Graines |
0940171va |
01SS1N |
Torrent de Grand Loson |
0430090071va |
01GH1N |
Torrent de Grand Nomenon |
0430161va |
01GH1N |
Torrent de la Bellecombe |
0570080111va |
01SS1N |
Torrent de Laris |
0050121va |
01SS1N |
Torrent de Levionaz |
0440081va |
01GH1N |
Torrent de Licony |
0610011va |
01SS1N |
Torrent de Mandaz |
0050071va |
01SS1N |
Torrent de Mascognaz |
0940141va |
01SS1N |
Torrent de Messuère |
0940161va |
01SS1N |
Torrent de Pacola |
1040401va |
01SS1N |
Torrent de Pacola |
1040402va |
01SS1N |
Torrent de Parleyaz |
0760050311va |
01SS1N |
Torrent de Tsapy |
0570091va |
01SS1N |
Torrent de Saint-Barthélemy |
0801va |
01SS1N |
Torrent de Va |
0971va |
01SS1N |
Torrent de Valeille |
0430080101va |
01GH1N |
Torrent de Valnontey |
0430091va |
01GH1N |
Torrent de Youlaz |
0560031va |
01SS1N |
Torrent Deche |
0800011va |
01SS1N |
Torrent des Eaux Blanches |
0760040101va |
01GH1N |
Torrent des Laures |
0301va |
01GH1N |
Torrent d'Orein |
0760050131va |
01GH1N |
Torrent du Chateau de Quart |
0791va |
01SS1N |
Torrent du Ruitor |
0560011va |
01GH1N |
Torrent Echarlod |
0631va |
01SS1N |
Torrent Fenetre |
0760040100021va |
01GH1N |
Torrent Fert |
0031va |
01SS1N |
Torrent Lys |
1041va |
01GH1N |
Torrent Molinaz |
0211va1 |
01SS1N |
Torrent Nantey |
1040021va |
01SS1N |
Torrent Roesaz |
0940211va |
01SS1N |
Torrent Roèse di Bantse |
0050131va |
01GH1N |
Torrent Val-Buthier |
0760010011va |
01SS1N |
Torrent Vessonaz |
0760050261va |
01SS1N |
Torrent Vallon de la Belle Combe |
0560010011va |
01SS1N |
Walkchunbach |
1040051va |
01SS1N |
Il c.i. 0432va, nonostante la brevità del tratto (1,3 Km) è stato individuato come corpo idrico a sé stante perché il cambiamento di tipologia rispetto al c.i. a monte ne ha impedito l’accorpamento (d.lgs. 131/08). Il monitoraggio di un c.i. così breve, in una logica di bilancio costi-benefici, prevista dalla normativa medesima, non è stato effettuato, ma, in considerazione dei risultati ottenuti sia nel tratto a monte che in quello a valle e dall’assenza di pressioni significative, si ritiene di poter assegnare al c.i. 0432va la stessa classe di qualità del tratto di valle.
Complessivamente i corpi idrici interessati dalla rete di monitoraggio 2010-2015 sono 144.
Le stazioni monitorate risultano 152, questo perché, alcuni corpi idrici sono interessati da due stazioni appartenenti a tipologie di monitoraggio differenti.
Stazioni rete di monitoraggio 2010-2015
(*) Si rimanda all' approfondimento “La rete nucleo e l’individuazione di siti di riferimento tipo-specifici sul territorio regionale” per una migliore comprensione.
Segue una rappresentazione cartografica delle stazioni della rete di monitoraggio 2010-2015:
Fig. 6: stazioni rete di monitoraggio 2010-2015
STRATIFICAZIONE DEL MONITORAGGIO DI SORVEGLIANZA
Visto il consistente numero di stazioni di monitoraggio di sorveglianza si è deciso di adottare, come previsto al punto A.3.2.6 del D.M. 56/2009, il monitoraggio di sorveglianza stratificato. Il D.M. prevede che le stazioni non siano necessariamente monitorate nello stesso anno.
Le stazioni sono state quindi distribuite in maniera omogenea nei 6 anni cercando di raggrupparle per corso d’acqua e, quando possibile, per bacino idrografico. Di conseguenza i risultati verranno restituiti anno per anno in funzione dei c.i. monitorati.
È possibile consultare il database contenente i risultati parziali e tutte le informazioni relative ai corpi idrici e alle stazioni della rete di monitoraggio 2010-2015.
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Secondo quanto previsto dal DM 260/2010, la classificazione per lo stato dei corpi idrici viene effettuata sulla base della definizione dello stato ecologico e dello stato chimico.
STATO ECOLOGICO
Lo stato ecologico viene definito in base ai seguenti elementi:
Elementi di qualità biologica
La classificazione si effettua sulla base del valore di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), rapporto tra il valore del parametro biologico osservato e valore dello stesso parametro, corrispondente alle condizioni di riferimento per il tipo di c.i. in osservazione. Per i corsi d’acqua gli EQB da considerare sono: Macroinvertebrati bentonici, Diatomee, Macrofite acquatiche e Pesci.
- Macroinvertebrati: Il sistema di classificazione per i macroinvertebrati, MacrOper, è basato sul calcolo dell’indice denominato Indice multimetrico STAR di Intercalibrazione (STAR_ICMi). Per i dettagli si rimanda alla scheda indicatore AMB_ACQ_003 e al relativo approfondimento. I macroinvertebrati vengono campionati tre volte l’anno (con cicli sessennali per i siti di sorveglianza e triennali per i siti operativi e per la rete nucleo).
Fig.7 : es: tricottero, fam. Limnephilidae
- Diatomee: La valutazione della comunità diatomica si effettua con l’applicazione dell’ Indice Multimetrico di Intercalibrazione (ICMi). Per i dettagli si rimanda alla scheda indicatore AMB_ACQ_002 e al relativo approfondimento. Le diatomee vengono campionate due volte l’anno in coincidenza con due dei campionamenti di macroinvertebrati (con cicli sessennali per i siti di sorveglianza e triennali per i siti operativi e per la rete nucleo).
Fig. 8: es: acnanthidium pyrenaicum
- Macrofite: L’indice utilizzato per le macrofite è denominato Indice Biologique Macrophytique en Rivière (IBMR). Per i dettagli si rimanda al relativo approfondimento. Come indicato al punto A.3.5 del D.M. 260/2010 le macrofite sono facoltative per i fiumi ricadenti nelle idroecoregioni alpine. Al momento attuale tale EQB non è inserito nella rete di monitoraggio 2010-2015 e quindi non concorrerà alla definizione dello stato ecologico. Dal 2008 A.R.P.A. ha avviato lo studio della comunità nei siti di riferimento. La caratterizzazione di comunità di riferimento è fondamentale per un loro eventuale utilizzo futuro. Le macrofite sono campionate due volte l’anno.
Fig. 9: es: platyhypnidium riparioides
- Pesci: L’ittiofauna viene valutata attraverso l’applicazione dell’ Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche o ISECI che prende in considerazione la naturalità della comunità e la buona condizione delle popolazioni indigene, intesa come capacità di autoriprodursi ed avere normali dinamiche ecologico-evolutive. L’RQE (Rapporto di Qualità Ecologica) ottenuto deriva dalla somma pesata di una serie di indicatori misurati sulla base dello scostamento dalle rispettive condizioni di riferimento. Il risultato finale è l’attribuzione di una delle 5 classi di qualità previste. L'indice non verrà applicato nel 1°PdGBPo. Per i dettagli si rimanda al relativo approfondimento.
Fig. 10: es: Salmo(trutta) marmoratus (R.A.V.A. Direzione flora, fauna, caccia e pesca, foto E. Henchoz)
Elementi chimico-fisici a sostegno
Ai fini della classificazione dello stato ecologico, gli elementi chimico – fisici a sostegno delle comunità biologiche sono i seguenti:
- nutrienti (composti azotati e fosforo totale);
- ossigeno disciolto espresso come percentuale di saturazione.
Tali elementi vengono integrati in un singolo descrittore definito Livello di Inquinamento dai macrodescrittori per lo stato ecologico o LIMeco. I campionamenti sono fatti mensilmente nel monitoraggio operativo e trimestralmente nel monitoraggio di sorveglianza Nel caso di monitoraggio operativo il valore di LIMeco da attribuire al sito è dato dalla media dei valori di LIMeco ottenuti per ciascuno dei due trienni di campionamento. Per il monitoraggio di sorveglianza Il valore di LIMeco è la media dei valori relativi ai diversi prelievi svolti durante l’anno di campionamento.
In base al valore dell’indice è possibile attribuire la classe di qualità al sito in esame. Per i dettagli si rimanda alla scheda indicatore AMB_ACQ_004. Parametri aggiuntivi possono essere ricercati per una migliore interpretazione del dato biologico.
Elementi chimici a sostegno (inquinanti specifici)
Gli inquinanti specifici, selezionati in base alla valutazione delle pressioni, determinano lo stato di qualità del c.i. secondo quanto riportato in tabella 1. Nel caso del monitoraggio di sorveglianza si fa riferimento al valor medio di un singolo anno, mentre per il monitoraggio operativo (ciclo triennale) si utilizza il valore peggiore dei tre ottenuti per ciascun anno.
Stato elevato |
La media delle concentrazioni delle sostanze di sintesi, misurate nell’arco di un anno, sono minori o uguali ai limiti di quantificazione delle migliori tecniche disponibili a costi sostenibili. Le concentrazioni delle sostanze di origine naturale ricadono entro i livelli di fondo naturale o, nel caso dei sedimenti, entro i livelli di fondo naturali delle regioni geochimiche. |
Stato buono |
La media delle concentrazioni di una sostanza chimica, monitorata nell’arco di un anno, è conforme allo standard di qualità ambientale di cui alla tab. 1/B, lettera A.2.6 punto 2, del D.Lgs. 152/06 e successive modifiche e integrazioni. |
Stato sufficiente |
La media delle concentrazioni di una sostanza chimica, monitorata nell’arco di un anno, supera lo standard di qualità ambientale di cui alla tab. 1/B, lettera A.2.6 punto 2, del D.Lgs. 152/06 e successive modifiche e integrazioni. |
Tab.1: definizioni dello Stato Elevato, Buono e Sufficiente per gli elementi chimici a sostegno
Elementi idromorfologici
Nella classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali, gli elementi di qualità idromorfologica a sostegno vengono valutati attraverso l’analisi del regime idrologico (IARI) e delle condizioni morfologiche (IQM). Per i dettagli si rimanda all' approfondimento sull’IDRAIM, Sistema di valutazione Idromorfologica, Analisi e Monitoraggio dei corsi d’acqua. Per i tratti di corpo idrico candidati a siti di riferimento sono valutate anche le condizioni di habitat attraverso l’Indice di Qualità degli Habitat (IQH). È in fase di attuazione l’applicazione sperimentale di un Indice di Valutazione della Qualità degli Habitat (IQH) basata sull’I.F.F. (Siligardi et. Al 2007).
Fig. 11: esempio di alterazione morfologica dell’alveo: T. de Saint-Barthélemy
La classificazione per gli aspetti idromorfologici è ottenuta dalla combinazione dello stato definito dagli indici IQM e IARI come si evince dalla tabella seguente:
|
STATO MORFOLOGICO (IQM) |
ELEVATO |
NON ELEVATO |
STATO IDROLOGICO IARI |
ELEVATO |
ELEVATO |
NON ELEVATO |
BUONO |
ELEVATO |
NON ELEVATO |
NON BUONO |
NON ELEVATO |
NON ELEVATO |
Tab.2: classi di stato idromorfologico
A partire dal 2008 tutte le metodiche sopracitate sono state applicate sperimentalmente alle stazioni della rete nucleo. Per approfondimenti si rimanda all' approfondimento: “La rete nucleo e l’individuazione di siti di riferimento tipo-specifici sul territorio regionale”.
I monitoraggi ai sensi della Direttiva sono cominciati nel 2010.
Calcolo dello stato ecologico
Lo stato ecologico del corpo idrico viene definito utilizzando i risultati delle indagini chimiche, biologiche e idromorfologiche secondo il diagramma seguente:
Il giudizio della fase 1 si ottiene incrociando il risultato peggiore, derivato dall’applicazione degli indici biologici per le comunità ittiche, macrobentoniche, macrofitiche o diatomiche, con la classe di qualità ricavata dal calcolo del LIMeco.
Il giudizio della fase 2 si ottiene incrociando lo stato di qualità ricavato dalla fase 1 con quello ottenuto dalla ricerca di inquinanti specifici (inquinanti non appartenenti all’elenco delle priorità).
Conformemente a quanto stabilito nel DM 260/2010, qualora lo stato complessivo del corpo idrico (fase 1 + 2) risulti “elevato”, è necessario provvedere ad una conferma di tale stato mediante l’esame degli elementi idromorfologici. Se tale conferma risultasse negativa, al corpo idrico verrebbe assegnato lo stato “buono”.
La restituzione cartografica dei dati relativi allo stato ecologico prevede l’utilizzo dei seguenti colori convenzionali:
STATO ECOLOGICO |
COLORE |
STATO |
|
Elevato |
|
Buono |
|
Sufficiente |
|
Scarso |
|
Cattivo |
STATO CHIMICO
I corpi idrici che soddisfano, per le sostanze dell’elenco di priorità, tutti gli standard di qualità ambientale fissati al punto 2, lettera A.2.6 tabella 1/A, del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., sono classificati in buono stato chimico.
Lo stato chimico dei singoli corpi idrici verrà rappresentato con mappe tematizzate con i seguenti colori:
STATO CHIMICO |
COLORE |
STATO |
|
Buono |
|
Mancato conseguimento dello stato buono |
L’espressione complessiva dello stato di un corpo idrico superficiale è determinato dal valore più basso del suo stato ecologico e chimico (art. 74, punto 2, lettera p del D.Lgs 152/2006).
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