20/04/2022 - Gli effetti dell’attuale siccità in nord Italia si ripercuotono in molti ambiti, inclusa la qualità dell’aria. È noto, infatti, che il particolato sottile aerodisperso (aerosol) può venire dilavato dalle precipitazioni, che, essendo in grado di trasportarlo a terra, contribuiscono a un ripulimento complessivo dell’atmosfera. Un altro effetto delle precipitazioni è di rendere umido il suolo e di evitare, dunque, il risollevamento di polveri grossolane in aria ad opera del vento, come invece è successo sabato scorso, 16 aprile 2022. 

Nella sera del sabato che ha preceduto la domenica di Pasqua (ore 22 circa), infatti, la strumentazione di ARPA Valle d’Aosta operante presso il centro di Aosta (Piazza Plouves) ha rilevato un improvviso aumento di PM10 (oltre 60 µg/m³) nella frazione “grossolana”, di dimensioni all’incirca di 10 micron (Fig. 1). L’aumento è avvenuto in corrispondenza della repentina rotazione dei venti, prima provenienti da ovest (aria pulita dall’alta atmosfera, dopo lo “scollinamento” delle Alpi) e poi da est (bassa Valle e Pianura Padana).

1

Figura 1. Concentrazione di PM10 (blu, e frazioni più fini, altri colori) misurato presso la stazione di Piazza Plouves, Aosta. La linea tratteggiata verticale segna l’arrivo della massa d’aria carica di particelle grossolane.

In corrispondenza dell’aumento delle concentrazioni a terra, la strumentazione di telerilevamento dell’aerosol (e in particolare, un recente lidar-ceilometer a depolarizzazione) presente presso la sede ARPA ha identificato uno strato elevato di particelle fini fino a una quota di 1500-2000 m slm. (Fig. 2)

 3

Figura 2. - diagramma del lidar-ceilometer CL61 di ARPA, che mostra il segnale di ritorno di un fascio laser emesso da terra verso l’alto, in funzione del tempo (asse orizzontale) e della quota (asse verticale), immagine superiore, e la sua depolarizzazione (immagine inferiore). Depolarizzazioni elevate, come quelle misurate alla sera (parte destra del grafico) sono tipiche di particolato di grandi dimensioni e di forma irregolare (non sferica). Il particolato rilevato al mattino (parte sinistra del grafico) è, invece, fine e di origine antropica, benché una componente aggiuntiva di dust sahariano sia probabile.

Le caratteristiche del particolato (dimensioni e capacità di depolarizzare la luce) sono tipiche di particelle di dimensioni elevate, come quelle risollevate da terra a causa del vento. Tali particelle sono più grandi di quelle attribuite al trasporto di particolato minerale desertico (“sahariano”), che solitamente ha diametri di pochi micron, in quanto la componente più voluminosa e pesante di tali polveri si deposita a terra prima di raggiungere le nostre latitudini.

Le immagini da satellite geostazionario (SEVIRI, a bordo di Meteosat Second Generation) del pomeriggio del 16 aprile mostrano lo sviluppo di un “fronte” di aerosol nella Pianura Padana occidentale, presumibilmente arrivato anche in Valle d’Aosta dopo il tramonto (Fig. 3).

20220421 gif news polveri

 

Figura 3. Animazione ottenuta dalle immagini del pomeriggio-sera del 16 aprile 2022 ad alta risoluzione dal radiometro satellitare SEVIRI a bordo di Meteosat Second Generation. Il cerchio mostra lo sviluppo e lo spostamento di un “fronte” di aerosol verso la Valle d’Aosta fino al tramonto, quando poi l’immagine non è più nitida.

Anche la velocità del vento misurata presso alcune stazioni piemontesi e presso la stazione di Saint-Christophe (Valle d’Aosta) mostra un picco serale il 16 aprile, con raffiche fino a 50 km orari (Fig. 4).

2

 

Figura 4. Velocità del vento presso alcune stazioni piemontesi e a Saint-Christophe (Valle d’Aosta), ottenuta dal sito https://www.meteo3r.it. Le frecce arancioni indicano la direzione di provenienza del vento, mentre le frecce azzurre evidenziano il picco della raffica.

Le polveri sono state presumibilmente risollevate dal vento dai campi agricoli padani, note “vittime” della siccità caratteristica di questo periodo in nord Italia.

L’episodio ha un precedente, quasi esattamente due anni fa, il 14 aprile 2020, in pieno lockdown. La cronaca aveva allora riportato notizia di un evento simile, con polveri che avevano investito la città di Milano, prima di giungere in Valle d’Aosta ed essere rilevate dalla strumentazione ARPA. Il periodo, quasi del tutto coincidente con l’episodio di quest’anno, potrebbe essere indicativo di analoghe condizioni meteo (siccità e venti di bora) e di simili lavorazioni dei campi agricoli padani.

L’episodio, che per la sua durata limitata non desta preoccupazione ai fini della salute umana, è comunque interessante per due motivi. Innanzi tutto, rappresenta una dimostrazione dell’efficacia della strumentazione di ARPA nell’identificare fenomeni di trasporto di aerosol, utile soprattutto per eventi di maggiore gravità. In secondo luogo, costituisce una “finestra” su un possibile futuro, dove analoghi episodi potrebbero diventare più frequenti a causa del cambiamento climatico.

Etoiles inactivesEtoiles inactivesEtoiles inactivesEtoiles inactivesEtoiles inactives
 
We use cookies

Nous utilisons des cookies sur notre site web. Certains d’entre eux sont essentiels au fonctionnement du site et d’autres nous aident à améliorer ce site et l’expérience utilisateur (cookies traceurs). Vous pouvez décider vous-même si vous autorisez ou non ces cookies. Merci de noter que, si vous les rejetez, vous risquez de ne pas pouvoir utiliser l’ensemble des fonctionnalités du site.