Presentazione
Descrizione
L’indicatore individua gli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti in Valle d’Aosta, ubicandoli sul territorio e distinguendoli in base alla massima quantità annua di rifiuti che sono autorizzati a recuperare e alla tipologia di impianto.
Si evidenzia che in Valle d’Aosta non sono autorizzati impianti di smaltimento/recupero di rifiuti speciali pericolosi, che vengono gestiti in impianti extra-regionali.
Messaggio chiave
Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017, ha subito una diminuzione nell'ultimo anno. Attualmente gli impianti autorizzati sono 39 contro i 41 di giugno 2017.
Si tratta di tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.
Obiettivo
L’indicatore fornisce un quadro del numero e dell’ubicazione degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti sul territorio regionale considerandoli sia come sistemi di gestione dei rifiuti e quindi come risposta alla richiesta di sempre maggiore sviluppo dei processi di recupero rifiuti sia come, a loro volta, possibile fonte di inquinamento ambientale.
Ruolo di Arpa
L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.
Classificazione
Area tematica SINAnet |
Rifiuti |
Tema SINAnet |
Gestione rifiuti |
DPSIR |
P/R |
Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte
Valutazione
Stato* |
![]() |
Tendenza |
non applicabile |
* Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017 ha subito una diminuzione nell'ultimo anno. Sono, inoltre, tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.
Informazione sui dati
Qualità dell'informazione 


Rilevanza |
Accuratezza |
Comparabilità nel tempo |
Comparabilità nello spazio |
1 | 1 | 1 | 1 |
Proprietà del dato
ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta
Periodicità di aggiornamento
Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione.
Data di aggiornamento
31/08/2018
Copertura temporale
Dal 2003
Copertura territoriale
L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione
Riferimenti
Inquadramento normativo
D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articoli 179 e 182 - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
Relazione con la normativa
La normativa inserisce il riciclaggio di rifiuti al terzo gradino nella gerarchia dei sistemi di gestione dei rifiuti dopo la non produzione e il riuso.
Livelli di riferimento
Non applicabile
Indicatori analoghi presenti in altre relazioni
Non presenti
Indicatori correlati nella presente relazione
Presentazione e analisi
Carta degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi
Commenti
Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017, ha subito una diminuzione nell'ultimo anno. Attualmente gli impianti autorizzati sono 39 contro i 41 di giugno 2017. Una particolare concentrazione di impianti di recupero si ha nel comune di Issogne.
Gli impianti che recuperano inerti sono costituiti essenzialmente da mulini e successivi sistemi di vagliatura, che da rifiuti vari derivanti da attività di demolizione e costruzione (cemento, mattoni, mattonelle e sfridi degli stessi presi singolarmente o miscelati) ottengono ghiaie e sabbie non costituite da materiali naturali, ma appunto da questi residui. Diversi di questi impianti effettuano anche vagliatura di terre e rocce da scavo ottenendo terra e pietre da riutilizzare.
Il recupero delle miscele bituminose è costituito essenzialmente dalla miscelazione delle materie prime vergini necessarie alla produzione delle miscele stesse con i residui da attività di costruzione o demolizione che interessano manti stradali (per esempio quello che viene normalmente chiamato “scarificato”) non direttamente recuperati in sito per la produzione di nuove miscele.
Gli impianti di recupero di metalli sono, sostanzialmente, centri in cui i rifiuti speciali costituiti da materiali metallici, ferrosi e non ferrosi, vengono divisi per tipologia (rame, ferro, nichel ecc.) eventualmente ridotti di dimensione (tagliati) e stoccati per essere poi avviati alle fonderie.
Gli impianti di produzione di compost attualmente sono 5. Tre di questi sono impianti di ossidazione aerobica, a cumuli rivoltati, di materiali vegetali derivanti da sfalci, potature ed altre lavorazioni agricole o floro-vivaistiche. Un impianto, ubicato nel comune di Cogne, è inceve costituito da due compostiere elettromeccaniche che producono compost a partire dagli scarti di cucina prodotti dalla grande ristorazione presente in loco (tale impianto è autorizzato ma non attivo). Un'altro, ubicato nel comune di Arvier, è un impianto di ossidazione aerobica, a cumuli rivoltati, di materiali lignei di scarti e di ceneri da combustione di legno vergine non trattato.
In Valle d’Aosta è inoltre autorizzato un impianto di recupero di materiali plastici derivanti dalle raccolte differenziate (in comune di Issogne) e, negli ultimi anni, sono stati autorizzati anche due impianti di triturazione per la produzione di “cippato” a partire da scarti legnosi non trattati (nei comuni di La Thuile e La Salle).