12/11/2021 - Il 10 novembre è stato presentato il rapporto di Ispra sugli indicatori del clima.

Il 2020 è stato un anno prevalentemente caldo in Italia, con condizioni di siccità estese a tutto il territorio nazionale, soprattutto nei primi mesi dell’anno. Eventi meteorologici estremi hanno interessato diverse aree del nostro Paese; particolarmente rilevante è stata la forte perturbazione che, fra il 2 e il 3 ottobre, ha portato precipitazioni intense e persistenti su diverse regioni, in particolare sul nord-ovest, investito da piogge alluvionali.

Sono alcune informazioni estratte dal XVI Rapporto “Gli indicatori del clima in Italia”, che illustra l’andamento del clima nel corso del 2020 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. Il rapporto si basa in gran parte su dati e indicatori climatici elaborati attraverso il Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA), realizzato dall’Ispra in collaborazione con i dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e delle altre reti di osservazione presenti sul territorio nazionale. I dati e le informazioni sul clima in Italia vengono trasmessi all’Organizzazione Meteorologica Mondiale e contribuiscono a comporre il quadro conoscitivo sull’evoluzione del clima a scala globale.

rapporto clima 2020 ai

Qualche dato nel dettaglio.

Temperatura

Mentre a scala globale sulla terraferma il 2020 è stato l’anno più caldo della serie storica – con un’anomalia di +1.44 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990 – in Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, registrando un’anomalia media di +1.54°C. A partire dal 1985, le anomalie sono state sempre positive, ad eccezione del 1991 e del 1996. Il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto al valore normale; il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961.

Ad eccezione di ottobre, in tutti i mesi del 2020 la temperatura media in Italia è stata superiore alla norma, con un picco di anomalia positiva a febbraio (+2.88°C), seguito da agosto (+2.49°C). La stagione relativamente più calda è stata l’inverno, che con un’anomalia media di +2.36°C, si colloca al secondo posto della serie storica.

Gli indici degli estremi di temperatura confermano che le notti e i giorni freddi mostrano una chiara tendenza a diminuire mentre i giorni e le notti calde mostrano una chiara tendenza ad aumentare.

Per quanto riguarda la temperatura superficiale dei mari italiani, il 2020, con un’anomalia media di +0.95°C, si colloca al quarto posto dell’intera serie dal 1961. Negli ultimi 22 anni la temperatura media superficiale del mare è stata sempre superiore alla media; nove degli ultimi dieci anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie. Nel 2020 le anomalie sono state positive in tutti i mesi dell’anno, con i valori massimi ad agosto (+1.7°C) e a maggio (+1.4°C).

Precipitazioni

Il 2020 è stato il 23° anno meno piovoso dal 1961. Sull’intero territorio nazionale, i mesi mediamente più secchi sono stati gennaio (-75%) e febbraio (-77%), seguiti da novembre, aprile e maggio, mentre dicembre è stato il mese mediamente più piovoso, con un’anomalia di +109%. Al Nord il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +182%, seguito da ottobre (+69%) e giugno (+50%); anche al Centro il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +92%, seguito da giugno (+45%); al Sud e Isole i mesi relativamente più piovosi sono stati settembre (+67%) e luglio (+58%). Novembre è stato il mese più secco al Nord (-85%), gennaio al Centro (-69%) e al Sud e Isole (-78%).

Anche nel 2020 non sono mancati eventi di precipitazione intensa. I valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati registrati in occasione dell’evento alluvionale di inizio ottobre.

In un’ampia zona del Piemonte settentrionale, il 2 ottobre sono state registrate precipitazioni cumulate giornaliere comprese fra 400 e 500 mm; nella parte occidentale della Liguria e all’estremo confine meridionale del Piemonte si sono superati localmente i 350 mm di precipitazione. Negli stessi giorni anche la Valle d’Aosta è stata colpita da precipitazioni intense e persistenti con vento forte nel fondovalle. La cumulata massima di precipitazione su 48 ore è stata registrata a Hone (367 m slm), con oltre 330 mm, dei quali più di 245 mm il 2 ottobre. Le massime intensità orarie sono state pari a 34.6 mm, rilevate presso la stazione di Champorcher-Petit Mont Blanc (1640 m slm). Le intense precipitazioni hanno causato una vittima e più di cento dissesti idrogeologici con notevoli danni.

Indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità: valori elevati del numero di giorni asciutti, superiori a 300 giorni, si registrano in diverse aree del territorio nazionale, con punte di 341 giorni a Pescara e a Capo Carbonara (SU).

Il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno ha raggiunto i valori più alti in Sardegna ed in Sicilia (fino a 90 giorni secchi consecutivi) e i valori più bassi sulla dorsale appenninica e su Alpi e Prealpi (fino a 20 giorni).

Gli indicatori del clima in Italia nel 2020 – Anno XVI

(Fonte: Ispra)

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