23/01/2020 - Chi di noi questa mattina ha rivolto il suo sguardo verso l’alto, avrà sicuramente notato un cielo dall’aspetto “polveroso”, ben differente dal colore blu intenso che di solito siamo abituati a vedere. Colpa dell’inquinamento della nostra città? No: in questo caso, i ”colpevoli” sono i venti che giocano con le masse d’aria atmosferiche e che, durante le ore notturne, ci hanno portato un “souvenir” dall’Africa. Nelle giornate di ieri e oggi, infatti, un campo di bassa pressione presente sulla Spagna ha trasportato con sé una gran quantità di pulviscolo sahariano, prontamente registrato dagli strumenti di misura dell’ARPA.

l valori in rapido aumento di polveri (PM10) registrati nel corso della mattinata del 23 gennaio (si è passati da valori di 7/8 µg/m3  a 30 µg/m3 e sono tutt’ora in aumento) presso la stazione di La Thuile (Fig 1) hanno fatto subito venire il sospetto che fosse entrata in gioco una dinamica differente, non riconducibile a nessuna sorgente o fenomeno locale: la centralina di La Thuile è, infatti ubicata in loc. Les Granges, lontana dai centri abitati e caratterizzata da un valore medio annuo di polveri pari a circa 8 µg/m3. La conferma è venuta dal sistema ottico LIDAR-ceilometer che documenta, istante per istante, la presenza di polveri su tutta la colonna d'aria posta nell'atmosfera sopra la sede di ARPA in Saint Christophe.

Questo strumento proietta un raggio laser nell’atmosfera fino ad una distanza di 15 km dalla Terra e durante il suo percorso il raggio viene diffuso dalle particelle solide e liquide presenti nell’aria (goccioline o cristalli delle nuvole e polveri). Una parte della radiazione è riflessa verso la superficie terrestre e può essere catturata e analizzata. Questo sistema consente di determinare se in atmosfera sono presenti costituenti non gassosi di origine naturale o antropica, contribuendo alla comprensione delle dinamiche di trasporto di masse d'aria su scale spaziali di centinaia di chilometri. Le informazioni fornite dal LIDAR sono esemplificate da grafici che mostrano l'intensità dell'eco (scala colorata) ad ogni quota (asse verticale) nel tempo (asse orizzontale).

Nel grafico (Fig 2), le nubi hanno colori rosso-viola mentre il particolato atmosferico, generalmente vicino al suolo, è raffigurato, a seconda della sua concentrazione, con sfumature dal blu (basse concentrazioni o assenza di assorbitori) al giallo (alte concentrazioni). L’immagine rappresenta ciò che il LIDAR ha “visto” il giorno 22 gennaio: strati di aerosol densi di particelle rispetto ai valori medi normalmente rilevati. Questo episodio è solo uno degli ultimi esempi di come i fenomeni meteo-climatici non rispettano i confini geografici delle nazioni: ciò che accade in uno Stato, è in grado di influenzare clima e ambiente di zone distanti tra loro anche migliaia di chilometri.

Ma come risalire all’origine delle polveri? La loro provenienza emerge dall’analisi delle retrotraettorie ottenute dal modello americano Hysplit (Fig. 3).

Al fine di interpretare correttamente i dati della qualità dell'aria risulta, quindi, di importanza fondamentale seguire e monitorare questo tipo di fenomeni, che possono alterare profondamente gli equilibri degli strati atmosferici più alti, assorbire la radiazione solare o depositarsi al suolo con possibili impatti sugli ecosistemi e sul clima.

Previsioni del fenomeno dell’arrivo e dell’evoluzione dell’ingresso in Europa della nube di polveri proveniente dal Barcelona Computing Center e da altri centri: https://sds-was.aemet.es/forecast-products/dust-forecasts/forecast-comparison.

Anche il sistema di previsioni della qualità dell'aria di ARPA (http://www.arpa.vda.it/it/aria/la-qualit%C3%A0-dell-aria/le-previsioni-della-qualit%C3%A0-dell-aria) ha previsto l'arrivo di questa massa di polveri sahariane, con effetti particolarmente significativi in alta montagna (figura 4). 

 

 

fig 1

Fig 1 - Aumento improvviso della concentrazione atmosferica di polveri registrato presso la centralina di monitoraggio di qualità dell’aria di La Thuile
 

 

 

fig 2

 Fig 2 - Arrivo in quota della nube di polveri provenienti dal Sahara

 

 

 

 

retrotraettorie

Fig 3-Retrotraettorie che dimostrano la provenienza delle polveri dal deserto del Sahara
 
prevdust
Fig 4 - Mappe di previsioni delle concentrazioni di PM10 in Valle d'Aosta. I valori potrebbero essere sovrastimati, ma questo dipende dal modello di previsione di dust inserito nel sistema di previsione.
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