Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta le concentrazioni di attività di cesio 137 in campioni di latte bovino di produzione locale. Il Cs137 è un radionuclide artificiale di cui è rilevabile la presenza a seguito della contaminazione conseguente all’incidente di Chernobyl del 1986, a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.
Le concentrazioni di radioattività sono espresse in Becquerel (Bq) al kg di latte, dove 1 Bq indica 1 decadimento radioattivo al secondo.

Messaggio chiave

Il Cs137 è tuttora rilevabile nel latte prodotto localmente, ma in concentrazioni non rilevanti dal punto di vista radioprotezionistico.

Obiettivo

Il cesio 137 è tuttora rilevabile in ambiente a seguito della contaminazione conseguente all’incidente di Chernobyl del 1986, a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.

La concentrazione di Cs137 nel latte ha una importante valenza come potenziale contributore alla dose efficace complessiva per gli individui della popolazione, essendo un alimento-base della dieta alimentare (per la definizione della dose e della sua unità di misura – il mSv – vedi la descrizione dell’indicatore TER_RI_002 Intensità di dose gamma ambientale per esposizione a radiazione cosmica e terrestre).

La sua presenza nel latte discende dalle catene trofiche terreno – vegetali – animali. Essa non è, quindi, collegata a sorgenti specifiche ma alla diffusione generalizzata negli ecosistemi.

La concentrazione di Cs137 nel latte ha dunque anche una importante valenza ambientale, sottolineata, per quanto riguarda i dati qui riportati, dal loro riferimento a latte prodotto da allevamenti di bovini sul territorio regionale.

Il quadro di riferimento a disposizione permette inoltre la rilevazione e valutazione degli impatti conseguenti ad ogni evento anomalo che dovesse verificarsi, come nel caso dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima nel 2011. I dati dei rilievi effettuati in questa circostanza, con rilevazione anche di I131, sono descritti nell'approfondimento TER_RI_A01 Le azioni per il monitoraggio e la comunicazione degli effetti dell'incidente di Fukushima.

Il monitoraggio radiometrico del latte è dunque un cardine del sistema di controllo radiometrico generale.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia svolge le analisi radiometriche su campioni di latte prodotto in regione, archivia i dati e li elabora.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Radiazioni ionizzanti

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono 

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

 Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale, su misure mensili

Data di aggiornamento

31/12/2011

Copertura temporale

Rilievi radiometrici sistematici su campioni di latte di produzione locale sono effettuati dal 1995. Dati direttamente confrontabili con gli attuali, per la modalità di acquisizione dei campioni, sono disponibili dal 2001.

Copertura territoriale

Campioni di latte fresco proveniente da produttori regionali.

Riferimenti

Inquadramento normativo

•    d.lgs. 17 marzo 1995, n. 230 come modificato dal  d.lgs. 26 maggio 2000, n. 241 (Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom; 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti) e dal d.lgs. 9 maggio 2001, n. 257 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 241, recante attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti), articolo 104 “Controllo sulla radioattività ambientale”
•    Raccomandazione europea 473/00 Euratom (Applicazione dell’articolo 36 del Trattato Euratom per quanto concerne il controllo dei livelli di radioattività ambientale al fine di determinare l’esposizione della popolazione nel suo insieme)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per la determinazione dell’esposizione della popolazione, e per il controllo sulla radioattività ambientale.

Livelli di riferimento

Non esistono normative internazionali o nazionali che stabiliscano livelli di riferimento generali per la concentrazione di radionuclidi nel latte (come in ogni altro alimento, fatta eccezione per le acque potabili e per alcuni prodotti di raccolta spontanei), in quanto contribuente alla dose media annua agli individui della popolazione, in misura stimabile dai modelli di dose per ingestione e dal consumo annuo per diverse classi di età, aree geografiche e gruppi di popolazione.

Regolamenti specifici fissano i livelli massimi ammissibili di contaminazione radioattiva per i prodotti alimentari in caso di emergenza radioattiva.

Sono stati emanati inoltre regolamenti per l’importazione di prodotti alimentari da paesi terzi in condizioni di cessata emergenza, ma con riferimento ad eventi incidentali pregressi. A titolo informativo si riportano i limiti in essi contenuti, benché non riferibili al latte di produzione locale:  
Regolamento CE 733/2008 relativo alle condizioni di importazione di prodotti agricoli originari dei paesi terzi a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl:
Prodotti lattiero-caseari e alimenti per lattanti:     Cs137 + Cs134:       370 Bq/kg
Regolamento UE 284/2012 che impone condizioni speciali per l’importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari originari del Giappone o da esso provenienti, a seguito dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima (emanato per garantire la coerenza con le misure transitorie previste dalla legislazione giapponese a seguito dell’incidente di Fukushima).
Prodotti lattiero-caseari e alimenti per lattanti:      Cs137 + Cs134:         50 Bq/kg

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Informazioni a livello nazionale sono reperibili nell’Annuario dei dati ambientali pubblicato da ISPRA, nell’indicatore:
CONCENTRAZIONE DI ATTIVITÀ DI RADIONUCLIDI ARTIFICIALI IN MATRICI AMBIENTALI E ALIMENTARI (PARTICOLATO ATMOSFERICO, DEPOSIZIONI UMIDE E SECCHE, LATTE)

Presentazione e analisi

ANDAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUALE DI CESIO 137 NEL LATTE PRODOTTO IN VALLE D’AOSTA 

1 Cs137 latte

Il valore assunto come fondo scala nel grafico – 1,4 Bq/kg – corrisponde alla dose stimata di 1 µSv/anno per individui nella classe di età 10 – 17 anni, considerando un  consumo medio di 56 l di latte all’anno.  La classe di età scelta è quella per cui è maggiore il rapporto dose/concentrazione.
(Rusconi, Forte, Bucci, Magliano, Bochicchio, “Limiti e livelli di riferimento per la concentrazione dei radionuclidi negli alimenti: dalle normative nazionali e internazionali a possibili criteri operativi” – V Convegno nazionale “Il controllo degli agenti fisici: ambiente, salute e qualità della vita”, Novara, 6-8 giugno 2012)

Per il calcolo della media annuale, ai valori inferiori alla minima attività rilevabile (MAR) si è attribuito il valore medio della MAR medesima, pari a 0,10 Bq/kg.

Nel latte, come in tutti gli alimenti, è presente il radionuclide naturale primordiale potassio 40 (K40), presente in natura nella proporzione definita dello 0,012 % (12 nuclei su 100.000) rispetto a tutto il potassio presente, in qualsiasi forma molecolare. Essendo la concentrazione di potassio nel latte sotto controllo metabolico, di conseguenza anche la concentrazione di attività di K40 è stabile, dell’ordine, nel latte bovino, di 50 Bq/kg. Il K40 nel latte, e in generale negli alimenti, è un importante contributore alla dose individuale media per la popolazione (dose per ingestione – vedi approfondimento TER_RI_A02 Dose efficace media individuale annuale).

Le concentrazioni di Cs137 rilevate sono stazionarie negli ultimi anni e in linea con i valori misurati nel latte prodotto nel nord Italia.

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