12 gennaio 2024 - Secondo un’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità trascorriamo, in media, il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi (case, uffici, scuole, locali di svago, …).

È percezione diffusa che l’aria degli ambienti indoor sia meno inquinata dell’aria esterna che risente dell’inquinamento provocato da impianti di riscaldamento, dal traffico e dalle industrie.
È davvero così?

Per tentare di rispondere a questa domanda e nel contempo sensibilizzare le persone sull’argomento dell’inquinamento indoor, abbiamo realizzato un’indagine di tipo conoscitivo in alcuni ambienti domestici del territorio regionale.

Le sorgenti di inquinamento dell’aria indoor

Le sorgenti di inquinamento presenti all’esterno delle abitazioni (ad es. strade trafficate, camini di impianti di riscaldamento) possono influire sulla qualità dell’aria indoor in quanto le sostanze inquinanti possono penetrare all’interno attraverso porte e finestre o mediante i sistemi di ricambio dell’aria.

A questo fattore si aggiungono le sorgenti di inquinamento presenti all’interno degli ambienti confinati, quali:

  • apparecchi di riscaldamento domestici a caricamento manuale (stufe, caminetti)
  • materiali di costruzione o mobili di arredo trattati con impregnanti, vernici, colle, materiali di isolamento
  • cottura dei cibi
  • prodotti per la pulizia domestica (detersivi, sgrassatori, cere, disinfettanti)
  • deodoranti per ambienti, incensi, prodotti cosmetici
  • stampanti, fotocopiatori
  • fumo di sigaretta.

immagine casa, qualità dell'aria indoor

Sostanze inquinanti dell’aria indoor

Le principali sostanze inquinanti presenti nell’aria indoor sono le polveri sottili e i Composti Organici Volatili.

Le polveri sottili (PM10, PM2.5) sono costituite da una miscela complessa di particelle solide e liquide sospese nell’aria che penetrano nelle vie respiratorie, la cui tossicità è legata sia alle dimensioni (più le particelle sono piccole, più sono pericolose) sia alla composizione chimica delle stesse. Nel 2013 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il particolato come cancerogeno di classe 1.

I Composti Organici Volatili (COV) includono una serie numerosa di sostanze tutte contenenti carbonio (da cui il termine organico) che a temperatura ambiente sono allo stato di vapore e che possono provocare danni a breve e a lungo termine sulla salute umana. La formaldeide è uno dei principali COV.

Indagine conoscitiva della qualità dell’aria indoor

L’indagine è stata condotta nel periodo invernale, tra dicembre 2021 e marzo 2022 e ha riguardato n. 7 abitazioni localizzate in diverse zone del territorio regionale.

Ogni misura è stata condotta per un periodo di due settimane, in modo da comprendere tutte le normali abitudini di frequentazione degli ambienti da parte degli occupanti nell’arco della settimana. Le misure sono state condotte contemporaneamente sia all’interno sia all’esterno delle abitazioni, in modo da valutare anche l’eventuale influenza delle sorgenti di inquinamento esterne.

Le sostanze misurate nell’indagine

Polveri PM2.5: particelle solide e liquide sospese nell’aria di dimensione inferiore a 2,5 µm (0,0025 mm); le linee guida OMS sulla qualità dell’aria del 2021 confermano una relazione causale tra esposizione al particolato fine PM2.5 e mortalità per malattie respiratorie e cardiovascolari, sia nel breve che nel lungo termine.

Formaldeide: è un inquinante che fa parte del gruppo dei Composti Organici Volatili, classificato dalla IARC, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, come sostanza cancerogena di tipo 1 (“cancerogeno certo”).

È molto comune negli ambienti indoor, in quanto è presente in molti prodotti di uso comune, quali ad esempio resine per l'isolamento termico delle superfici, mobili contenenti truciolato e compensato di legno, tappezzerie, moquette, tendaggi. Può essere rilasciata anche da disinfettanti domestici, colle, cosmetici. Può derivare anche dalla combustione, ed è presente nel fumo di sigaretta.

Oltre a questi agenti di tipo chimico emesse dalle sorgenti esterne ed interne alle abitazioni, abbiamo misurato anche un agente di tipo fisico emesso naturalmente: il radon.

Il radon è un gas radioattivo di origine naturale. È incolore, inodore, insapore, tutte caratteristiche che non lo rendono percepibile dai nostri sensi e perciò difficile da individuare e da quantificarne la presenza.

Se viene inspirato in quantitativi in eccesso e per periodi prolungati, può provocare seri danni alla salute, in particolare ai polmoni, in quanto risulta la seconda causa di insorgenza di un tumore ai polmoni, dopo il fumo.

Il radon si forma nel terreno per il decadimento radioattivo dell’uranio presente nelle rocce. Le rocce che hanno un maggiore contenuto d’uranio/radio (tufi, granito e porfido) possono emanare maggiori quantità di radon.

Negli ambienti chiusi, soprattutto nei locali a contatto con il terreno, il radon può concentrarsi raggiungendo concentrazioni anche molto elevate in caso di ridotto ricambio d’aria. Il radon penetra nelle case attraverso crepe, fessure o punti aperti delle fondamenta. Le abitazioni nei seminterrati o al pianterreno sono particolarmente interessate dal fenomeno.

Risultati dell’indagine nell’aria indoor

Polveri PM2.5: i valori medi dell'intero periodo sono risultati compresi tra 2 e 19 µg/m3, a fronte del valore limite sulla media annuale di 25 µg/m3 previsto dalla normativa (Dlgs 155/2010). In alcuni casi sono emerse variazioni significative su base oraria riconducibili all’aerazione dell’ambiente (conseguente diminuzione della concentrazione) o al contributo di sorgenti aggiuntive (aumento della concentrazione) durante la cottura dei cibi o le pulizie domestiche.

In generale i valori misurati all’interno delle abitazioni sono risultati inferiori a quelli misurati all’esterno; tale differenza è dovuta alle emissioni dei camini degli impianti di riscaldamento delle case vicine, in particolare nel caso di presenza di impianti a legna.

Formaldeide: i valori medi dell’intero periodo di misura sono risultati compresi tra 3 e 50 µg/m3, inferiori al valore guida OMS previsto di 100 µg/m3.

Radon: i valori medi dell’intero periodo di misura sono risultati compresi tra 44 e 88 Bq/m3, inferiori al valore di riferimento previsto per le abitazioni esistenti (300 Bq/m3).

 

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