6 dicembre 2023 - In termini generali, l’inverno 2022-23 è stato caratterizzato da scarsità di precipitazioni soprattutto nella prima parte della stagione; nel tardo inverno e inizio primavera alcuni apparati glaciali, in particolare quelli rivolti verso il confine italo-francese, hanno potuto beneficiare di apporti nevosi più cospicui, legati al transito di masse d’aria umida di origine atlantica.

Nonostante le nevicate ricevute in extremis, il quadro complessivo dello stato di salute dei ghiacciai valdostani rimane comunque allarmante, con scarse precipitazioni invernali e stagioni di intensa e prolungata fusione.

Oltre alla riduzione della massa glaciale e l’arretramento delle fronti, prosegue la frammentazione degli apparati, l’emersione di isole rocciose più o meno ampie e l'aumento della copertura detritica che aggraveranno ulteriormente le dinamiche di fusione future.

Le attività di monitoraggio del bilancio di massa per l’anno 2023 sono state condotte sui ghiacciai di Timorion (Valsavarenche) e Rutor (La Thuile) rispettivamente l'8 maggio e 23 settembre e il 23 maggio, 8 e 27 settembre.

Ghiacciaio di Timorion

La sintesi

Il bilancio di massa complessivo, dato dalla differenza tra la massa accumulata con le precipitazioni nevose invernali e primaverili e la massa persa per la fusione di neve e ghiaccio (ablazione) nella stagione estiva, risulta ancora fortemente negativo in linea con il trend attualmente registrato su tutto l’arco alpino.

I valori registrati nell’ultimo anno, pur non essendo gravosi come quello del precedente, e rispetto ai valori medi degli ultimi 22 anni, evidenziano un accumulo invernale più basso della media della serie e un tasso di fusione superiore. Ciò testimonia il grave stato di sofferenza dei ghiacciai valdostani posti alle quote intermedie e caratterizzati da bacini di accumulo di estensione limitata, che a stento riescono a sopravvivere al costante aumento delle temperature stagionali.

01 Timorion bilancio di massa 

Bilancio di massa del ghiacciaio di Timorion (serie 2001 – 2023).

Le misure e l’elaborazione dei dati

Il valore di accumulo nevoso dello scorso inverno si pone al quarto posto fra i più bassi dell’intera serie di misura di 23 anni, seguendo il 2008, anno con il valore minimo, il 2022 e il 2005.

Le 118 misurazioni effettuate l'8 maggio 2023 sul ghiacciaio hanno mostrato spessori medi di circa 200 cm della zona di accumulo, dove la quota media è di 3.350 m s.l.m., e 150 cm delle quote inferiori, in un settore con quota media 3.250 m s.l.m.

La densità media, rilevata in due punti considerati significativi del comportamento degli accumuli per le diverse zone del ghiacciaio, risulta essere pari a 297 kg/mc e determina un accumulo specifico pari a 630 mm di equivalente di acqua (nel 2022 il valore si attestava sui 469 mm w. eq.).

Nell’anno 2008 erano stati registrati accumuli nevosi corrispondenti a 389 mm di equivalente di acqua, mentre nel 2013, con le precipitazioni più abbondanti, erano stati registrati accumuli corrispondenti a più di 1.400 mm di w. eq.

02 Timorion hs 2023

Serie storica degli accumuli (monitoraggio nella seconda metà di maggio di ogni anno) al Ghiacciaio di Timorion

03 Timorion

Gli sprazzi di sereno, in una giornata di maggio caratterizzata da addensamenti sui rilievi, mostrano nel lungo vallone di Levionaz le condizioni di scarso innevamento del settore appena a valle del Ghiacciaio di Timorion.

Anche per il 2023 la stima dell’ablazione è stata realizzata attraverso il confronto della superficie del ghiacciaio a fine stagione con quella dell’anno precedente (2022). Tali superfici sono state elaborate tramite tecniche di fotogrammetria applicate ad immagini acquisite da drone.

L’ablazione specifica della sola componente glaciale così computata raggiunge il valore di 1.814 mm che, sommati alla perdita di massa legata alla completa fusione del manto nevoso invernale, si traduce in una riduzione complessiva pari a –2.444 mm w. eq.

I dati di temperatura registrati dalla stazione meteorologica posta in prossimità della fronte del ghiacciaio evidenziano un lungo periodo, che si è protratto dal 20 maggio al 20 ottobre, durante il quale non sono mai state registrate temperature negative, a testimonianza di una stagione di fusione particolarmente duratura rispetto al passato.

04Timo T22 23

Temperature medie giornaliere per gli anni 2022 e 2023 registrate al Ghiacciaio del Timorion

Le variazioni frontali vedono un arretramento della lingua (lungo la direzione storica di osservazione corrispondente ad azimut pari a 110°) di circa 8 m rispetto al 2022, inferiore rispetto alle precedenti stagioni in cui erano stati calcolati arretramenti di circa 20 m.

04bis Ortomosaico Timorion

Ortomosaico a colori elaborato sulla base del rilievo aerofotogrammetrico del 23 settembre 2023.
Con i differenti colori è evidenziata la posizione della fronte nel 2005 (ciano), 2010 (giallo), 2015 (rosso) e 2022 (arancione). L'area glaciale del 2023 è ben evidenziata dalla neve fresca che, caduta il giorno precedente al rilievo, è rimasta sul ghiacciaio.

Ghiacciaio del Rutor

La sintesi

Anche sul Rutor il bilancio di massa complessivo risulta ancora negativo, il quarto peggiore della serie temporale, in linea con il trend attualmente registrato su tutto l’arco alpino, ma la situazione che lo riguarda è meno critica rispetto a quella del Timorion.

Il ghiacciaio del Rutor infatti, considerata la posizione di confine e la prossimità alla Francia, ha beneficiato maggiormente degli apporti delle perturbazioni atlantiche che attraversando le ampie pianure francesi, giungono fino alla cresta di confine con l’Italia. Pertanto, gli accumuli misurati risultano essere maggiori se confrontati con quelli dei settori più interni della nostra regione e hanno in parte compensato tassi di fusione molto elevati dati da alte temperature registrate in periodi normalmente meno gravosi per i ghiacciai.

05 Rutor bilancio di massa 

Bilancio di massa del Ghiacciaio del Rutor. Nel periodo di osservazione (2005-2023) l’ultimo anno si pone come il quarto peggiore di tutta la serie temporale. 

Le misure e l’elaborazione dei dati

La misura degli accumuli è stata realizzata accoppiando alle misure manuali tradizionali, con sonda da valanga centimetrata, misure indirette geofisiche di tipo Ground Penetrating Radar (GPR), condotte dai tecnici del Dipartimento DIATI del Politecnico di Torino. Queste ultime, permettendo la misura in continuo lungo transetti, consentono di ottenere dataset numerosi e ridurre gli errori connessi alla presenza di strati di ghiaccio nel manto e alla morfologia articolata della superficie, elementi che possono, in alcuni casi, ridurre l’affidabilità della misura manuale.

06 Rutor accumulo

Misura dell'accumulo nevoso tramite GPR - Ground Penetrating Radar - effettuata dei tecnici del Politecnico di Torino - DIATI.

Sulla base di 192 misure manuali e 401 misure estratte dal dataset GPR (ogni 20 m lungo i profili misurati) l’accumulo medio è calcolato pari a 411 cm (con minimi di 210 cm alla fronte destra e massimi di 670 cm nell'ampio plateau sommitale).

La densità media del manto, determinata sulla base di 4 misure effettuate sul ghiacciaio, è pari a 477 kg/mc (massima e minima rispettivamente pari a 589 e 384 kg/mc); l’accumulo specifico è pertanto pari a 1.882 mm di equivalente d’acqua, valore che colloca l’inverno 2023 al terzo posto per abbondanza di massa, nel periodo di monitoraggio (19 anni).

07 Rutor hs 2023

Serie storica degli accumuli (monitoraggio nella seconda metà di maggio di ogni anno) al Ghiacciaio del Rutor

Per la stima dell’ablazione glaciale si è proceduto, come negli ultimi anni, con il metodo geodetico basato sulla differenza di modelli digitali del terreno (DTM – Digital Terrain Model). Per il Rutor sono stati utilizzati i DTM derivati dai rilievi aerofotogrammetrici acquisiti mediante voli con drone (2023) e dati acquisiti con rilievo da aereo (2022 e 2023).

Determinando la differenza fra la condizione della superficie a fine settembre 2022 e quella di fine estate 2023, è stato quindi possibile calcolare per ogni punto del ghiacciaio, suddiviso in celle quadrate di 50 cm di lato, le variazioni intercorse nel periodo.

I tassi di ablazione misurati nei diversi settori a valle delle seraccate sono notevoli, facendo registrare un abbassamento massimo della superficie di -7,60 m sulla fronte destra (2.560 m s.l.m.), -4,60 sulla fronte sinistra (2.660 m s.l.m.) e –3,50 m sul plateau inferiore (2.750 m s.l.m.) da cui si diramano le due fronti. L'ablazione registrata nei 20 giorni compresi fra l'8 settembre (rilievo aereo) e il 27 settembre (rilievo drone) rappresenta una quota percentuale variabile fra il 12% (fronte dx) e il 17% (zona media sx) dell'intera fusione annuale estiva evidenziando il forte impatto delle alte temperature anche in periodi normalmente meno gravosi per i ghiacciai, determinando fusioni giornaliere medie del periodo di 4,5 cm/giorno.

Sul plateau superiore del ghiacciaio, a monte delle seraccate, si è conservato solo il 10% della neve caduta durante la stagione invernale, in termini di acqua equivalente; la neve residua presenta un limite inferiore che si attesta a circa 3.120 m s.l.m..

08 estensione sopra quota 3120 Rutor

Estensione dell'areale sopra quota 3.120 m sl.m. in cui si è registrata la presenza di neve residua con altezze medie di poco superiori a 1 m (base, ortomosaico a colori elaborato a partire dalle immagini aeree acquisite in data 8 settembre 2023)

Complessivamente il valore di ablazione specifica (mm di equivalente d’acqua) raggiunge i 1.184 mm che, sommati alla perdita di massa legata alla fusione del manto nevoso depositatosi nel corso dell’inverno e al netto di quanto rimasto al termine dell’estate, conduce ad un bilancio di massa annuo -2.832 mm w. eq.

09 Rutor

Superficie del ghiaccio esposto sulla fronte sinistra orografica del Ghiacciaio del Rutor

I dati di temperatura, registrati sia alla fronte, sia in prossimità della Testa del Rutor, evidenziano una stagione caratterizzata da ripetuti e prolungati periodi con temperature positive e sopra la media della serie. In particolare si segnala come da fine maggio a fine settembre 2023, anche alle quote maggiori, il ghiacciaio sia sempre stato interessato dalla fusione e, fatta eccezione per un breve raffreddamento a fine agosto, il mese di settembre presenti una significativa anomalia.

10 T aria Rutor

Temperatura aria (media settimanale) registrata nel settore di accumulo del ghiacciaio (3.360 m) nell'anno idrologico. In blu il 2023, la linea tratteggiata è la media del periodo (2007-2022), l'area grigia indica la variabilità.

Le attività di monitoraggio del Ghiacciaio del Rutor sono svolte in collaborazione con il GlacierLab del Politecnico di Torino, in particolare per le attività di misura degli accumuli nevosi tramite tecnica GPR e per l’elaborazione delle immagini da aerofotogrammetria aerea, acquisite in data 8 settembre 2023.

Il rilievo aerofotogrammetrico con drone è stato condotto in collaborazione con la Fondazione CIMA - Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale su tutta l'ampia zona glaciale interessata da fusione, per complessivi 7,2 kmq.

11 impronte rilievi aerofotogrammetrici Rutor

Impronte a terra dei rilievi aerofotogrammetrici realizzati nel 2023: in verde (ARPA VDA) e giallo (Fondazione CIMA) i rilievi con drone del 27/09, in rosso il rilievo aereo.

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