Il rumore rappresenta oggi una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita nelle città.

Per meglio comprendere quale sia l´impatto dell´inquinamento acustico sulla salute della popolazione esposta negli ambienti di vita, è necessario partire dal concetto di "salute" definito dall´Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Per "salute" si deve intendere uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale e non semplicemente l´assenza di malattie.

Un ambiente acustico sfavorevole può costituire, pertanto, una condizione di pregiudizio per una buona qualità della vita.

Infatti, sebbene la tendenza in ambito comunitario negli ultimi 15 anni mostra una diminuzione dei livelli di rumore più alti nelle zone maggiormente a rischio (definite zone nere), si è verificato un contestuale ampliamento di zone con livelli definiti di attenzione (chiamate zone grigie).

Ciò ha comportato un aumento negli anni della popolazione esposta a livelli di rumore superiori a 55 dB, soprattutto con riferimento al rumore del traffico stradale.

Tali livelli sono considerati non compatibili per un adeguato confort acustico dagli studi condotti dall’OMS e dall’Unione Europea.

Un ulteriore aspetto negativo rilevabile dagli studi riguarda l’aumento dei livelli di rumore nel periodo notturno e il peggioramento del clima acustico anche delle aree rurali e suburbane.

I dati raccolti ed elaborati in ambito comunitario, volti a stimare l’entità delle persone esposte a determinati livelli di rumore, identificano l’inquinamento acustico derivante da traffico veicolare quale uno dei maggiori problemi ambientali per le ripercussioni che potrà avere sulle condizioni di vita della popolazione europea.

La Direttiva 2002/49/CE ha l’obiettivo primario di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi derivanti dall’esposizione della popolazione al rumore ambientale.

Ciò può essere attuato attraverso la determinazione della popolazione esposta attraverso la realizzazione di mappature acustiche (realizzate sulla base di metodi comuni agli Stati membri), l’adozione di piani d’azione, l’informazione al pubblico.

L’obiettivo prioritario è quindi sia quello di ridurre il numero di persone esposte al rumore, mediante gli strumenti di prevenzione e mitigazione del rumore ambientale, sia quello di tutelare le aree caratterizzate da una buona qualità acustica.

Quali possono essere gli effetti derivanti dall’esposizione al rumore ambientale?

Il rumore viene comunemente identificato come un "suono non desiderato" o come "una sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa".

I fattori che possono condizionare la lesività dell'impatto sonoro nei soggetti esposti sono: l’intensità del rumore, il tempo di esposizione, la frequenza del rumore.

Altri fattori che possono influenzare gli effetti del rumore sull'uomo sono: la sensibilità e la reattività individuale, il timbro del rumore, la possibilità di controllo dell'emissione sonora, l'atteggiamento motivazionale del soggetto esposto, l'identificabilità della natura del rumore e della localizzazione della sorgente, l'età, e, secondo alcuni studi, anche il sesso dei soggetti esposti.

L'impatto del rumore sull’uomo si manifesta principalmente sotto forma di effetti uditivi (danno)  e di effetti extrauditivi (disturbo e fastidio).

 

Effetti uditivi:

Per danno si deve intendere ogni alterazione, anche parziale, non reversibile dell'apparato uditivo.

Il danno provocato dal rumore a carico dell´apparato uditivo può essere:

  • di tipo acuto quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa (scoppio, esplosione ecc.). Il danno di tipo acuto può interessare anche un solo orecchio (solitamente quello direttamente esposto) in quanto la testa agisce come schermo. Sintomi: dolore lacerante all'orecchio, senso di stordimento, ipoacusia sino alla completa sordità con acufeni (cioè rumori che il soggetto percepisce all'interno del proprio orecchio in forma di fischi o ronzii) fischianti continui, sensazione di orecchio pieno e, spesso, vertigini.
  • di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un´esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore come accade ad esempio nel caso dell´esposizione professionale in determinati ambienti di lavoro. Il danno di tipo cronico provocato dall'esposizione prolungata al rumore è associato invece alla graduale perdita uditiva dovuta alla distruzione delle cellule dell'orecchio interno. Sintomi: nel primo periodo di esposizione al rumore il soggetto accusa acufeni, sensazione di orecchio pieno, lieve cefalea, senso di fatica e intontimento; nella seconda fase, i sintomi sono pressoché assenti, ad esclusione di qualche acufene intermittente e soltanto un esame audiometrico permette di evidenziare i segni della malattia.

 

Sembra, inoltre, che stia assumendo una certa rilevanza la socioacusia, cioè il progressivo innalzamento della soglia uditiva causata della rumorosità presente nei consueti ambienti di vita, soprattutto quelli di tipo urbano.

Il fenomeno della socioacusia può essere anche conseguenza dell´esposizione al rumore durante attività di tipo ricreativo (quali ad esempio l´ascolto di musica ad alto volume, la pratica di taluni sport rumorosi quali quelli motoristici e di caccia, l’utilizzo di apparecchi elettronici quali gli mp3, l’utilizzo di taluni giocattoli) nella maggior parte dei paesi industrializzati.

 

Effetti extrauditivi:

Sono principalmente causati dal rumore ambientale.

Il disturbo e il fastidio (Annoyance) sono definiti come alterazioni reversibili delle condizioni psicofisiche dei soggetti esposti al rumore.

Questi effetti definiti extrauditivi sono meno noti da tempo rispetto a quelli uditivi e sono meno impattivi sull’orecchio umano.

Essi hanno però altrettante importanti conseguenze per la salute: il fastidio (Annoyance) può provocare disturbi del sonno, incidere sulle funzioni cognitive degli alunni, provocare reazioni di stress psicologico e problemi cardiovascolari in soggetti che vi sono sistematicamente esposti.

In caso di esposizione prolungata tali effetti possono aumentare il sorgere o il peggioramento di malattie cardiovascolari e di problemi psichiatrici. L'entità e la durata di questi effetti sono determinati dalla sensibilità individuale, dallo stile di vita e dalle condizioni ambientali presenti in un determinato luogo. e

Le risposte individuali all'esposizione al rumore ambientale possono quindi variare da individuo ad individuo.

Il rumore ambientale è associato a numerose attività umane, ma è il rumore derivante dalle infrastrutture dei trasporti (traffico stradale, ferroviario e aereo) a costituire la principale fonte di esposizione per la popolazione, in particolare in ambito urbano, dove vive circa il 75% della popolazione europea.

Il crescente aumento di patologie legate all'esposizione al rumore ha indotto, sin dagli 2000, la Commissione Europea e l’OMS all'elaborazione di studi specifici.

Nel corso dell’anno 2002 è stato pubblicato un primo documento da parte di un gruppo di lavoro, istituito dalla Commissione europea e composto da esperti internazionali, con il compito di fornire specifiche indicazioni in merito alle relazioni dose-effetto da utilizzare per la valutazione del numero di persone disturbate dal rumore.

Nel documento (Position Paper on dose response relationships between trasportation noise and annoyance EU´s Future Noise Policy. WG2 Dose/Effect, 2002) vengono indicati i descrittori da utilizzare per la valutazione dell´Annoyance e fornite specifiche relazioni per la correlazione dell´Annoyance con i livelli di rumore delle differenti tipologie di sorgenti rumorose (aerei, traffico stradale, ferrovie).

Dalle prime valutazioni riportate nel documento si evince ad esempio che, a parità di livelli sonori, il rumore derivante dal traffico aereo risulta più disturbante del rumore dovuto al traffico stradale e che quest´ultimo risulta più disturbante del rumore del traffico ferroviario.

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