Chim chiminey
Chim chiminey
Chim chim cher-ee!
A sweep is as lucky
As lucky can be

Inizia così il testo di una celebre canzone del film “Mary Poppins”, prodotto dalla Walt Disney nel 1964.
Gli spazzacamini stanno fra la cenere e la fuliggine ma pensieri non hanno e … non c’è nessuno più felice di loro (wow !).

Ma la realtà, purtroppo, non è come quella descritta nel celebre lungometraggio.
Oggi sappiamo che i casi meglio documentati sull’insorgenza di tumori causati da fattori ambientali sono quelli relativi alla cancerogenesi occupazionale in quanto può risultare relativamente semplice individuare un agente eziologico in ristretti gruppi di lavoratori che svolgono la loro attività professionale in ambienti omogenei e ben definibili chimicamente.
Lo spazzacamino (Chimney Sweep in inglese, Ramoneurs in francese) è un mestiere antico e il primo caso di tumore professionale fu osservato e divulgato già nel 1775 dal medico inglese Sir Percival Pott. Egli dimostrò che l’alta incidenza di cancro allo scroto tra i giovani spazzacamini era correlata con l’esposizione alla fuliggine.

Ma non è finita qui perché le canne fumarie, che richiedono una pulizia periodica, possono essere di Eternit, cioè di cemento-amianto e l’amianto è un’altra sostanza riconosciuta cancerogena per l’uomo.
Schematicamente una canna fumaria è costituita dai seguenti componenti:

  • Canale da fumo: È il tratto di raccordo tra la sezione d’uscita dei prodotti della combustione dalla caldaia ed il camino.
  • Camino: È il condotto, generalmente verticale, attraverso il quale i prodotti della combustione, di una o più caldaie, sono convogliati al comignolo.
  • Comignolo: Dispositivo posto alla bocca del camino che ha la funzione di immettere e disperdere in atmosfera i prodotti della combustione, anche in condizioni meteorologiche avverse.

canna rid

I materiali utilizzati per le canne fumarie possono essere edili  (conglomerato cementizio, Eternit, laterizi, ceramiche refrattarie) o metallici (acciaio inox, rame, ottone). Le canne fumarie di acciaio inox sono impermeabili ai gas e alle condense interne, la fuliggine si attacca più difficilmente, poiché le pareti interne sono lisce, e i fumi salgono più facilmente.
Il corretto funzionamento di un impianto di riscaldamento dipende anche dalla canna fumaria che deve essere correttamente dimensionata. Il camino può essere esterno o interno (cioè nella muratura), dovrebbe avere una sezione circolare o quadrata ed una superficie interna liscia, essere isolato termicamente, di sufficiente tiraggio e con uno sviluppo preferibilmente verticale.
Durante il funzionamento degli impianti le canne fumarie si sporcano più o meno rapidamente in funzione del tipo di caldaia, da come è stata regolata la combustione, del combustibile utilizzato e del periodo di funzionamento dell’impianto che, in Valle d’Aosta, può essere, in certe zone climatiche, anche molto lungo. A tale proposito il territorio valdostano è stato suddiviso in due zone:

Zona E: accensione degli impianti per 14 ore giornaliere, dal 15 ottobre al 15 aprile;

Zona F: nessuna limitazione temporale;

fermo restando che il sindaco ha la facoltà di ampliare i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici.
Tornando alla pulizia delle canne fumarie questa può essere eseguita sia dall’alto (tetto, sottotetto, soffitta) che dal basso (cantina, focolare).
Le canne possiedono delle bocche d’ingresso e apposite aperture che permettono l’inserimento degli attrezzi. Per la pulizia si utilizzano scovoli di varie misure, aste allungabili, piccoli attrezzi manuali, ecc. (la pulizia consiste nel raschiare le pareti interne dalla fuliggine che si è accumulata e, quindi, asportarla).
In generale le normative relative agli impianti termici adibiti al riscaldamento degli edifici si pongono tre obiettivi principali:

  • il risparmio energetico;
  • la sicurezza;
  • la riduzione dell’inquinamento.

Sono previsti, a tal fine, controlli periodici dei fumi e del rendimento di combustione.
Normative specifiche stabiliscono le caratteristiche merceologiche dei combustibili (legno, pellet di legno, cippato, nafta, gasolio , GPL, gas naturale, ecc.) aventi rilevanza ai fini dell’inquinamento atmosferico, nonché il loro tenore massimo di zolfo.
Da questo punto di vista i combustibili gassosi hanno sugli altri combustibili (liquidi e solidi) numerosi vantaggi:

  • bruciano più facilmente perché possono essere miscelati intimamente con l’aria;
  • la loro combustione si può regolare con grande semplicità;
  • il recupero di calore dai fumi è facile (si può, ad esempio, preriscaldare l’aria comburente);
  • danno fiamme più pure, non fuligginose e senza ceneri.

Nel caso dei combustibili solidi, come la legna, è importante, ai fini di una combustione ottimale, anche il loro tenore d’umidità. Per i combustibili liquidi la cattiva miscelazione tra combustibile e comburente porta alla formazione di particolato la cui composizione è variabile. La nocività per la salute umana del particolato dipende sia dalla sua composizione, che dalle dimensioni delle particelle che lo costituiscono. Si tratta di agglomerati carboniosi costituiti da un numero molto elevato di atomi di carbonio. Anche gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e loro derivati (nitroIPA) sono presenti nei prodotti della combustione, ed in particolare quando la combustione è incompleta. Questi composti organici sono costituiti da anelli benzenici condensati nei modi più svariati ed alcuni di essi sono cancerogeni per l’uomo, come nel caso del benzo[a]pirene, presente anche nel fumo di sigaretta.
La fuliggine depositatasi sulle pareti interne di una canna fumaria è un prodotto combustibile che rende difficoltoso il passaggio dei fumi, può incendiarsi, rappresenta uno spreco di combustibile e causa inquinamento dell’aria.
Numerose sono le leggi che concernono il risparmio energetico, la sicurezza e l’impiantistica. In particolare il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato un decreto (Decreto n. 37 del 22 Gennaio 2008) che riguarda gli impianti posti al servizio degli edifici, tra cui quelli di riscaldamento, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione.
Le imprese artigiane che eseguono la manutenzione di questi impianti devono possedere i necessari requisiti professionali ed essere iscritte nel registro delle imprese o ad un apposito Albo.
Normalmente si esegue la pulizia della canna fumaria una volta all’anno, prima dell’accensione degli impianti.
Esistono anche numerose norme tecniche, protette da Copyright, nazionali (UNI), europee (EN) ed internazionali (ISO).
Ad esempio, nel caso degli impianti fumari singoli, connessi a generatori alimentati con combustibili liquidi e solidi, la Norma UNI 10847/2000 detta linee guida e procedure per la loro manutenzione e controllo. Per gli impianti a gas ad uso domestico un’altra Norma UNI, la 10845/2000, ha stabilito criteri di verifica, risanamento, ristrutturazione ed intubamento dei sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione. Queste norme possono essere acquistate dal sito di UNI (www.uni.com/), l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, una associazione privata senza scopo di lucro, riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea.
Problematiche possono insorgere quando si sostituiscono le caldaie e/o quando si cambia il tipo di combustibile.
Nel caso delle canne fumarie in Eternit se si sostituisce la vecchia caldaia a gasolio con una ad alto rendimento, o  con una alimentata  a gas naturale (metano), sarà necessario procedere al loro intubamento a causa dei fenomeni di condensa che si verificano al loro interno.
Il Decreto 6/9/1994 “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art.6, comma 3, e dell’art.12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n.257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto” afferma che:

La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti. Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre nell’aria”.

Tuttavia, nel caso delle  canne fumarie di Eternit, gli interventi di pulizia, intubamento e rimozione sono interventi che possono comportare dei rischi se eseguiti senza rispettare le norme.
Durante questi interventi si dovranno mettere in atto accorgimenti tecnici al fine di limitare lo sviluppo e la diffusione di fibre di amianto nell’aria. Chi esegue la pulizia deve, inoltre, rispettare le norme contenute nel D.Lgs. n°81/2008 (“Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 Agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro “) ed in particolare dovrà proteggersi le vie respiratorie indossando idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). In caso contrario si potranno verificare esposizioni professionali alle fibre d’amianto e si potranno contaminare gli ambienti di vita. Inoltre occorre tener presente che le pareti interne delle canne fumarie di Eternit possono trovarsi in cattivo stato di conservazione a causa del contatto prolungato con i prodotti della combustione, dei fenomeni di condensa, dei frequenti sbalzi termici e dei moti convettivi.
In Italia esistono alcune associazioni che si occupano di progettazione, installazione, pulizia e manutenzione degli impianti come l’ANFUS (Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini), con sede a Roma, che organizza convegni e meeting, divulgando esperienze e conoscenze tecniche nell’ambito della progettazione e installazione, pulizia e manutenzione.
Maggiori ragguagli in merito agli impianti termici e alle canne fumarie potranno essere richiesti agli Enti competenti (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, Dipartimento di Prevenzione dell’AUSL, Assessorato attività produttive, energia e politiche del lavoro, Assessorato territorio e ambiente).

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