15/07/2021 - Gli esperti del centro mondiale radiazioni di Davos, Svizzera, hanno saggiato per una settimana l’affidabilità delle misurazioni di ARPA della radiazione solare in arrivo al suolo. Il risultato? Un accordo perfetto tra i due istituti.

Uno dei compiti del World Calibration Center - WCC di Davos, infatti, è la valutazione della qualità delle misure delle diverse stazioni UV operanti al mondo e la loro armonizzazione. Per questo motivo, dal 2008, all’inizio di ogni estate gli esperti del WCC trascorrono la stagione in un “tour” europeo e mondiale con l’obiettivo di confrontare le loro misure di irraggiamento solare in vari siti del pianeta con quelle di altri istituti, coinvolgendo ciascuno degli operatori locali in una “maratona” di una settimana durante la quale si lavora dall’alba al tramonto.

Un momento dell'attività

Un momento dell'attività - sede ARPA Valle d'Aosta

In questi anni, il team ha percorso l’intero continente Europeo, dalle isole Svalbard fino a Lampedusa, ed è stato chiamato anche in altre aree del mondo, come nel caso dell’isola di La Réunion o la Nuova Zelanda. E, nel corso della settimana dal 28 giugno al 2 luglio, gli strumenti di riferimento “viaggianti” sono arrivati anche presso la sede di ARPA portati da Luca Egli, ricercatore svizzero del WCC che, insieme ai nostri fisici Henri Diémoz e Gabriele Fasano, ha testato l’affidabilità delle misure dell’indice UV realizzate presso il nostro laboratorio.

Luca Egli del WWC

Luca Egli del World Calibration Center - WCC di Davos

ARPA, infatti, dal 2006, monitora l’intensità dell’irraggiamento solare UV, per le conseguenze che può avere per gli ecosistemi e per la salute umana, e in connessione a fenomeni quali le variazioni dello strato di ozono, i cambiamenti della qualità dell'aria, le conseguenze del cambiamento climatico globale.

Come spiega Luca Egli "Misurazioni UV standardizzate e di alta qualità forniscono informazioni importanti per la protezione della salute umana (ad es. cancro della pelle, produzione vitamina D) e per l'impatto che l’ozono stratosferico e i cambiamenti climatici hanno sulla quantità di UV che arriva al suolo".

E ARPA, come si colloca all’interno del panorama mondiale degli istituti specializzati nella misura della radiazione UV? "La strumentazione di monitoraggio UV di ARPA" continua Luca Egli "è in ottimo accordo con lo strumento di riferimento mondiale UV del World Radiation Center e fornisce, quindi, dati di alta qualità".

Secondo Henri Diémoz, responsabile delle misure solari in ARPA, "l’Agenzia ha sostenuto nel corso degli anni l’idea di un centro di eccellenza in materia di radiazione ultravioletta, assicurando le risorse di personale e di strumentazione necessarie. Ora la vera sfida è di rendere i dati così ricavati, finora comprensibili unicamente a esperti del settore, accessibili e fruibili anche al grande pubblico, permettendo alla popolazione di regolare meglio la propria esposizione al sole e di adottare strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e ambientali".

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