Descrizione

Il termine "gas serra" indica quei gas presenti nell'atmosfera che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra e che riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole. Questo processo ha impatto sul bilancio dell’energia globale del sistema atmosfera-Terra e si traduce nell’effetto serra che scalda la superficie terrestre. I gas serra possono essere  sia di natura antropogenica che naturale. I gas serra naturali comprendono il biossido di carbonio (CO2), il vapore acqueo (H2O), l’ossido nitroso (N2O), il metano (CH4) e l’ozono (O3). Alcune attività dell’uomo, oltre ad aumentare il livello di tutti questi gas, liberano nell’aria anche altri gas serra quali l’esafluoruro di zolfo (SF6), gli idro-fluoro-carburi (HFC) e i per-fluoro-carburi (PFC).

Principali fonti di emissione

Il vapore acqueo è presente in atmosfera in seguito all’evaporazione da tutte le fonti idriche (mari, fiumi, laghi, ecc.) e come prodotto delle varie combustioni.

L’anidride carbonica è rilasciata in atmosfera soprattutto quando vengono bruciati rifiuti solidi, combustibili fossili (olio, benzina, gas naturale e carbone), legno e prodotti derivati dal legno.

Il metano viene emesso durante la produzione ed il trasporto di carbone, del gas naturale e dell’olio minerale. Grandi emissioni di metano avvengono anche in seguito alla decomposizione della materia organica nelle discariche ed alla normale attività biologica degli organismi superiori (soprattutto ad opera dei quasi 2 miliardi di bovini presenti sulla terra).;

L’ossido nitroso viene prodotto durante le attività agricole ed industriali, come del resto nel corso della combustione dei rifiuti e dei combustibili fossili.

Gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC) e l’esafluoruro di zolfo (SF6) sono generati da diversi processi industriali. In passato,  clorofluorocarburi (CFC) venivano utilizzati come propellenti per aerosol, come agenti refrigeranti, come agenti porofori nella preparazione di materie plastiche espanse ecc. Tuttavia, poiché proprio questi ultimi sono stati ritenuti tra i maggiori responsabili della riduzione dello strato di ozono presente nella stratosfera, sono stati formulati accordi internazionali volti a bandirne la produzione e l’utilizzo (protocollo di Montreal, 1987; esteso nel 2007 agli HCFC, idroclorofluorocarburi). A partire da tale data, si è resa necessaria la loro sostituzione con altri prodotti.

Effetti sulla salute umana

L’aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale provocato dai gas serra nell’atmosfera determina sia effetti diretti che indiretti sulla la salute dell’uomo.
A subire nell’immediato, l’effetto nocivo delle temperature estremamente alte sono soprattutto le persone con problemi cardiaci. Questi soggetti sono più vulnerabili perché in condizioni termiche più elevate il sistema cardiovascolare deve lavorare in modo maggiore per mantenere la temperatura corporea stabile. Il clima più caldo, inoltre, comporta una maggiore frequenza dei colpi di calore ed un aumento della diffusione dei problemi respiratori. 
Tra gli effetti indiretti, il più importante è sicuramente l’aumento della concentrazione dell’ozono a livello del suolo dovuto al fatto che le temperature più elevate ne favoriscono la formazione. Le statistiche sulla mortalità e sui ricoveri ospedalieri dimostrano chiaramente che la frequenza delle morti aumenta nei giorni particolarmente caldi, in modo particolare fra le persone molto anziane e fra i malati di asma.
In ogni luogo della Terra, inoltre, la presenza e la diffusione delle malattie dipendono fortemente dal clima locale. In effetti ,molte malattie infettive potenzialmente mortali sono diffuse solamente nelle aree più calde del pianeta: malaria, febbre gialla ed encefalite potrebbero aumentare la loro diffusione se le zanzare e gli altri insetti che le diffondono trovassero delle condizioni climatiche più favorevoli alla loro diffusione.
 

Effetti sull'ambiente

L’incremento della temperatura della Terra può provocare una serie di effetti ambientali di notevoli proporzioni. L’aumento del calore e, di conseguenza, dell’evaporazione dai grandi bacini idrici comporta un incremento della quantità d’acqua presente in atmosfera e, quindi, un aumento delle precipitazioni. Nel corso degli anni, gli scienziati hanno evidenziato come sia l’intensità delle piogge sia i fenomeni meteorologici siano diventati più violenti (tempeste, uragani). Il riscaldamento globale comporta anche una diminuzione complessiva delle superfici glaciali: le grandi masse dei ghiacciai continentali e della Groenlandia stanno arretrando notevolmente. Lo scioglimento dei ghiacci, a sua volta, provoca l’innalzamento del livello medio del mare, tanto che recenti studi hanno evidenziato come, negli ultimi cento anni, esso sia cresciuto di circa 15-20 cm. Un ulteriore effetto negativo delle alte temperature è la riduzione dell’umidità del suolo in molte zone tropicali: ciò determina una diminuzione della resa agricola tanto che molte aree, anche in Europa, risultano, ad oggi, a rischio di desertificazione. Accanto a questi danni ambientali non è da sottovalutare l’aumento dell’inquinamento biologico delle acque: molti ricercatori ritengono che l’inasprirsi dell’effetto serra comporterebbe un aumento del fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque, con tutti i danni biologici, economici e sanitari che questo comporterebbe.

Dal protocollo di Kyoto alla 2020

L'11 dicembre 1997 nella città giapponese di Kyoto, in occasione della Conferenza delle Parti "COP3" della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stato redatto da più di 180 Paesi un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale. Esso prevede l'obbligo di operare, nel periodo 2008-2012, una riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento (biossido di carbonio ed altri cinque gas serra, ovvero metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) in una misura non inferiore all'8,65% rispetto alle emissioni registrate nel 1985 (considerato come anno base). Il 16 febbraio 2007 si è celebrato il decennale dalla sua stesura e con l'accordo di Doha, l'estensione del protocollo è stata prolungata dal 2012 al 2020, con ulteriori obiettivi di taglio delle emissioni serra.

Normativa sui gas serra

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