Didattica

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha fatto proprio il concetto di servizi eco-sistemici che FAO e WWF hanno elaborato nel Millennium Ecosystem Assessment1 e valuta gli impatti sull’ambiente naturale in termini di perdita di questi servizi. Nel rapporto 2010 si sottolinea che, mentre alcuni servizi vengono percepiti come una risorsa che può esaurirsi o degradarsi, ad esempio la disponibilità di minerali nei giacimenti o la capacità dei corsi d’acqua di ricevere e smaltire reflui, altri vengono spesso vissuti come un’entità presente e insensibile all’azione dell’uomo, ad esempio quelli legati alla regolazione del clima.
La risorsa naturale che contribuisce maggiormente a fornire servizi eco-sistemici all’uomo è la biodiversità con gli habitat in cui si manifesta: perdere varietà di habitat, frazionarli, inquinarli significa perdere ricchezza biologica.
Nel rapporto, “L’ambiente in Europa, stato e prospettive nel 2010”2, l'Agenzia Europea per l'Ambiente scrive che l'UE si sta impegnando nella difesa diretta della biodiversità attraverso la rete Natura 2000 ed altre iniziative di tutela degli habitat, e che promuove altresì politiche di settore specifico che possono avere ricadute indirette sulla tutela della biodiversità, quali le politiche agricole e di silvicoltura, quelle sull'uso del suolo o sulla qualità dell'aria e delle acque.
L'agricoltura intensiva, ben lungi da portare ad una difesa della natura, è all'origine di monocolture che offrono habitat non adatti a molte specie animali, dagli insetti ai mammiferi, comportano un uso diffuso di pesticidi ed antiparassitari che si disperdono in ambiente e di concimi che portano all’eutrofizzazione dei suoli e, soprattutto, delle acque.
Lo stato delle acque è sotto la lente di osservazione dell'UE attraverso la direttiva che impone una fitta rete di controlli al fine di classificare la qualità dei corpi idrici (fiumi e laghi) e fissa degli obiettivi ben precisi per i medesimi a cui tendere nei prossimi anni. Le acque forniscono servizi ecosistemici in termini di approvvigionamento, di supporto alla produzione primaria di molecole organiche, di regolazione dei cicli vitali ma anche di svago. La loro tutela ha quindi ricadute dirette sulla salute e sulla qualità della vita e sullo sviluppo economico (settori agricolo, industriale, ma anche turistico e ricreazionale).
Se la tutela delle acque è un valore oramai consolidato nella popolazione europea, al contrario il cammino verso politiche, ma soprattutto scelte individuali e stili di vita, che tutelino la regolazione del clima è ancora ai primi passi.
Come accennato in precedenza, il clima, fino a pochi anni fa veniva considerato come un'entità del tutto indipendente dall'attività umane: da qualche anno, però, un nesso tra attività antropica e cambiamenti nelle dinamiche atmosferiche è sempre più chiaro. L'aspetto forse più evidente è stato il progressivo assottigliamento dello strato di ozono stratosferico verificatosi in prevalenza all'emisfero sud alla fine del secolo scorso, causato per lo più dall'uso di gas, Cloro-Fluoro-Carburi (CFC), in grado di distruggere l'ozono. Per porre rimedio al fenomeno sono state condotte politiche a livello globale finalizzate a ridurre l'uso di tali gas, fino ad annullarlo.
Gli effetti sull'ambiente naturale dei cambiamenti climatici sono molto articolati. Essi sono schematizzati nella figura seguente, tratta dalla relazione europea del 2011.
Fig 1 Principali influssi ed effetti passati e previsti del cambiamento climatico per le principali regioni biogeografiche dell’Europa, fonte AEA1
Gli effetti sono o possono essere, quindi, molteplici. Ciò che preoccupa ulteriormente gli esperti è che spesso i fenomeni che si manifestano in sistemi complessi, come può essere la regolazione del clima, non sono né lineari né reversibili: questo significa che una piccola variazione di un parametro climatico potrebbe avere conseguenze enormi e che non è garantito il ritorno del sistema alla situazione di equilibrio precedente una volta ripristinate le condizioni iniziali.
Con riferimento alla Fig.1 il riquadro giallo (Regione mediterranea) e quello rosa (Zone montuose) riassumono i principali effetti che i cambiamenti climatici stanno producendo, o potranno produrre, in Valle d'Aosta. Come evidenziato da alcuni indicatori riportati nel seguito, si hanno effettivamente già alcuni riscontri misurabili sul territorio.
La sezione Ambiente naturale è articolata in tre capitoli che descrivono l’attività dell’ARPA della Valle d’Aosta in tale campo:
Nella sezione, invece, non si troveranno informazioni – a parte quelle relative alle concentrazioni polliniche - sulla biodiversità o sulle aree protette, essendo questi ambiti in Valle d'Aosta sono tra le competenze assegnate dell'assessorato all'Agricoltura e foreste.
1 http://www.millenniumassessment.org/en/Index-2.html
2 http://www.eea.europa.eu/soer
3 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2000:327:0001:0072:IT:PDF