Le vicende occorse alla centrale nucleare giapponese di Fukushima, con i reattori fuori controllo dopo il catastrofico terremoto e il conseguente tsunami, hanno riportato bruscamente il mondo alla consapevolezza della portata e vastità delle conseguenze ambientali di un incidente grave ad un impianto nucleare.
A differenza però di quanto era avvenuto 25 anni prima in occasione dell’incidente di Chernobyl, questa volta una rete nazionale efficiente di monitoraggio radiometrico ambientale ha permesso di fornire un’informazione aggiornata e accurata sull’evoluzione degli eventi in corso.
In Valle d’Aosta le misure di radioattività giornaliere sul particolato atmosferico e mensili sulle deposizioni totali sono effettuate regolarmente da 20 anni, così come in continuo è misurato in 5 punti sul territorio regionale il livello di esposizione in aria a radiazioni ionizzanti, con i dati costantemente aggiornati sul sito ARPA www.arpa.vda.it

L’ARPA ha immediatamente fatto fronte alla necessità di informazione sulla presenza in ambiente di radionuclidi in conseguenza dell’incidente alla centrale di Fukushima con i seguenti potenziamenti operativi:
•    campionamento settimanale delle deposizioni atmosferiche, in aggiunta al normale campionamento mensile presso la sede ARPA;
•    affiancamento al campionatore di particolato atmosferico dedicato in continuo al monitoraggio radiometrico giornaliero, di un secondo dispositivo ad alto flusso, messo a disposizione dalla Sezione Aria dell’Agenzia, per aumentare il livello di sensibilità dei rilievi;
•    misure su campioni di neve caduta in quota nei giorni di fine marzo, raccolti a cura della A.O. Cambiamenti Climatici dell’Agenzia in diverse località del territorio regionale;
•    rilievi su latte caprino, bovino, verdura a foglia larga ed erba appositamente campionati.

Come si vede, è stato decisivo operare in una struttura, come è ARPA,  che si occupa di ambiente a tutto campo, valendosi della collaborazione di diverse Aree operative, e delle loro competenze specifiche. Ma il “cambio di marcia” è possibile solo rispetto a un contesto operativo a regime, e al conseguente quadro conoscitivo consolidato di riferimento, che permette di interpretare e valutare correttamente i risultati dei rilievi.

In questo modo il 25 marzo, tra i primi centri in Italia, si sono potute rilevare nella nostra regione  le prime tracce di radioattività in arrivo da Fukushima, trasportate dalla circolazione atmosferica a scala globale. La presenza di Iodio 131 (I 131) sul particolato atmosferico raccolto su filtro è stato il segnale inequivocabile dell’evento accaduto in Giappone, essendo questo radionuclide, con tempo di dimezzamento fisico di 8 giorni e normalmente non rilevabile in ambiente, molto volatile ed emesso in grande quantità a Fukushima.

La presenza di I 131 nel particolato atmosferico nella nostra regione è durata dal 25/3 al 16/4, con concentrazioni giornaliere variabili come illustrato in Fig.1.

I livelli di esposizione in aria a radiazione ionizzante (µSv/ora) acquisiti in continuo, con i dati aggiornati ora per ora sul sito ARPA, non hanno mai subito variazioni ascrivibili all’evento in corso.

fig1 iodio 131 part atm

Fig. 1 – Concentrazioni giornaliere di I 131 nel particolato atmosferico. “< MAR” = non rilevabile (inferiore alla minima attività rilevabile).  Punto di misura: Saint-Christophe – sede ARPA.

I dati rilevati sono stati inviati giornalmente ad ISPRA, inseriti nel database nazionale RADIA, e hanno permesso l’aggiornamento giornaliero di grafici complessivi delle informazioni provenienti dai laboratori radiometrici delle varie regioni italiane, importanti per un quadro sintetico della situazione a livello nazionale, e per un raffronto tra i valori rilevati nelle propria regione e quelli misurati in altre realtà territoriali (Fig.2).

fig2 iodio131 italia

Fig. 2 – Concentrazioni giornaliere di I 131 nel particolato atmosferico rilevate in tutti i laboratori radiometrici delle ARPA-APPA italiane.

La possibilità di lavorare in rete, con un intensissimo scambio di informazioni tra gli operatori dei vari centri di radiometria ambientale delle ARPA delle diverse regioni, costituenti la rete RESORAD coordinata da ISPRA, è stata fondamentale. La collaborazione ha riguardato sia la composizione di un quadro interpretativo accurato e condiviso dei dati via via acquisiti, sia il confronto su aspetti operativi particolari legati alle tecniche di campionamento e misura.

Il monitoraggio radiometrico ha riguardato anche altre matrici ambientali. In Fig.3 sono riportati i dati rilevati sulle deposizioni atmosferiche settimanali, e in Fig.4 le concentrazioni su campioni di neve caduta negli ultimi giorni di marzo.

fig3 conc iodio131 deposizioni

Fig. 3 – Concentrazioni settimanali di I 131 nelle deposizioni atmosferiche. Punto di misura: Saint-Christophe – sede ARPA

fig4 iodio131 neve

Fig. 4 – Concentrazioni di I 131 nelle precipitazioni nevose. Punti di misura: vari sul territorio regionale

Per quanto riguarda le matrici alimentari a valenza ambientale, i dati sono riassunti nelle Figg. 5 e 6.

fig5 I131 Cs137 latte

Fig. 5 – Concentrazioni di I 131 e Cs 137 nel latte di produzione locale

fig6 i131 Cs137 verdura

Fig. 6 – Concentrazioni di I 131 e Cs 137 in verdura a foglia larga ed erba. Punti di prelievo: circondario di Aosta.

Nel latte e nei vegetali, oltre allo I 131, è rilevabile anche il Cs 137, in concentrazioni che non si discostano da quelle attualmente misurate in questo tipo di matrici, riconducibili all’incidente di Chernobyl.  

I valori di I 131 rilevati nelle varie matrici si sono sempre mantenuti migliaia di volte inferiori ai livelli rilevanti da un punto di vista radioprotezionistico indicati dalla normativa. Essi non hanno costituito quindi un rischio per la salute, ma sono stati indicativi della portata globale dell’evento.

Le informazioni e i dati rilevati da ARPA sono stati resi disponibili alla popolazione con aggiornamento giornaliero attraverso il sito web dell’Agenzia www.arpa.vda.it , che, nell’ultima settimana di marzo 2011, ha fatto registrare una crescita enorme di accessi alle pagine in evidenza dedicate all’argomento. Oltre che con il sito web, la comunicazione al pubblico è avvenuta anche attraverso la predisposizione di comunicati stampa, in comune con l’Assessorato regionale al territorio e ambiente, e la partecipazione a conferenze pubbliche e trasmissioni televisive e radiofoniche.

L’informazione dettagliata e continuamente aggiornata ha giocato un ruolo decisivo. Si è avuto cura di sottolineare costantemente:
•    le azioni conoscitive messe in campo per la situazione, a potenziamento di un’attività consolidata ed effettuata a regime,  condizione necessaria per una corretta interpretazione dei dati rilevati;
•    l’essere parte della Rete nazionale RESORAD con interscambio di dati e di informazioni e costruzione di un quadro conoscitivo generale.
Da questi riferimenti il giudizio di non rilevanza radioprotezionistica di quanto si andava rilevando ha tratto la necessaria contestualizzazione rafforzante.

Si è sottolineato, sul tema dell’evento, l’importanza di un sistema forte di monitoraggio radiometrico ambientale, considerata la diretta prossimità del territorio della Valle d’Aosta ad una tra le zone a più alta concentrazione mondiale di impianti nucleari. Nello stesso tempo, guardando alle cose nel loro insieme, si è messa in evidenza la necessità di uno sguardo largo nello spazio e nel tempo per la considerazione delle dinamiche ambientali: dall’effetto di un evento catastrofico in Giappone che si rende avvertibile anche da noi, alla considerazione che il sistema è globalmente interconnesso, e tutto riguarda tutti. Una prospettiva generale è diventata obbligatoria per il presente e il futuro nostro sulla terra.

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