Didattica

Il capitolo dedicato alla qualità dell’aria della pubblicazione “Tematiche in primo piano” 2012 dell’Istituto Superiore per la Ricerca a Protezione Ambientale (ISPRA) si apre con la seguente considerazione:
Lo sviluppo economico, industriale e demografico avvenuto nel corso degli ultimi due secoli, oltre a un indubbio miglioramento della qualità della vita dell’uomo, ha provocato profondi e rapidi mutamenti nell’ambiente.
Il documento prosegue affrontando le tematiche legate ai diversi inquinanti, al rispetto o meno dei limiti fissati dalla normativa, alle politiche di mitigazione ecc.
Il riferimento ai cambiamenti avvenuti negli ultimi due secoli pare introdotto come una formula per entrare in argomento o per un rapidissimo inquadramento storico: in realtà contiene in sé il riferimento all’ “indubbio miglioramento della qualità della vita dell’uomo”. Oggi si presta, giustamente, una enorme attenzione agli impatti sull’ambiente dei sistemi di produzione, dei mezzi di trasporto, degli impianti che producono energia a calore e si valutano questi impatti in termini di danno alla salute, perdita di anni di vita e di qualità della vita. Tutto ciò è di fondamentale importanza in quanto espressione di uno sforzo al miglioramento continuo, nel quadro di una consapevolezza oggi più matura del sistema di rapporti territorio-ambiente, ma non va perso di vista che lo sviluppo tecnologico ed industriale, l’evoluzione nei trasporti, l’introduzione dell’energia elettrica nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni hanno comportato in prima battuta un salto in avanti nelle condizioni di vita nel mondo occidentale che in poche decine di anni ha portato la durata media della vita a sfiorare gli ottanta anni. Lo sviluppo non va pertanto demonizzato a priori in quanto portatore di impatti ambientali, ma immaginato, progettato e governato su scala globale, nello spazio, nel tempo e nella complessità dei rapporti tra le cose.
E’ innegabile che fino a pochi decenni orsono non era diffusa la sensibilità alle conseguenze che un prelievo indiscriminato di risorse ed un’emissione incontrollata di prodotti di scarto avevano sull’ambiente. Essa si è inizialmente sviluppata ed è cresciuta con forza in relazione agli impatti locali, più lentamente si sta ampliando agli impatti globali, dove il riguardare tutti (la dinamica di sistema) ancora confligge con il coinvolgimento diretto (la dimensione personale – locale). L’esigenza di promuovere uno sviluppo che sia sostenibile dal pianeta nel suo insieme sta acquistando peso nella percezione comune e le grandi istituzioni sovrannazionali e internazionali sempre più spesso promuovono politiche ad esso ispirate.
L’Unione Europea, nel suo 6° Programma comunitario di azione in materia di ambiente 2002-2012 ha posto come uno degli elementi portanti la riduzione dei danni alla salute umana dovuti ad inquinamento. Proprio per fornire a chi elabora piani di sviluppo economico elementi di decisione, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha scelto il tema “Ambiente, salute umana e qualità della vita” come uno dei principali su cui focalizzare l’attenzione nella raccolta ed elaborazione di informazioni ambientali.
L’Agenzia europea, rielaborando le informazioni provenienti da molte nazioni, dispone di una grande quantità di dati ambientali e sanitari originati in contesti molto diversi tra loro: riesce così a individuare macrotendenze che possono diventare la base per la definizione di nuovi limiti per gli inquinanti, per individuare nuovi inquinanti o per lanciare ricerche specifiche. Nel rapporto pubblicato a fine 2011 “L’ambiente in Europa, stato e prospettive nel 2010” nel capitolo “Ambiente, salute umana e qualità della vita” viene posta particolare attenzione ad alcuni temi:
Uno schema degli impatti ambientali sulla salute, è riportato nella figura 1.
Fig1 schematizzazione degli impatti ambientali sulla salute, fonte AEA1
Gli impatti sulla salute umana delle pressioni ambientali già così appaiono complessi, ma il quadro può ancora apparire più intricato se si valuta che le risposte che possono essere introdotte per contrastare le minacce su un fronte possono avere effetti negativi su un altro: uno degli esempi più evidenti, di cui si ha percezione anche in Valle d’Aosta, è il ricorso alla biomassa come fonte di energia. La biomassa è considerata una fonte di energia pulita in quanto non fossile, rinnovabile e spesso, addirittura, prodotto di scarto di alcuni settori produttivi. L’incentivo al suo utilizzo è una misura di contrasto al riscaldamento globale in quanto, se inserita all’interno di un ciclo integrato, contribuisce a ridurre l’utilizzo di combustibili fossili. D’altro canto, la combustione di biomasse può essere una fonte importante di rilascio in ambiente di polveri fini e di idrocarburi policiclici aromatici, riconosciute sostanze cancerogene. E’ evidente la necessità di adottare tecniche e strategie a salvaguardia di entrambe le esigenze ambientali.
La presente sezione che porta il titolo “Territorio e qualità della vita” corrisponde al capitolo “Ambiente, salute umana e qualità della vita” nella relazione dell’Agenzia europea. Sono evidenti due significative differenze:
Nel seguito non sono inseriti, quindi, indicatori di tipo sanitario, a differenza di quello che accade nelle relazioni dell’Agenzia europea.
L’attenzione è puntata principalmente su:
Viene dedicato un approfondimento all’attività analitica portata avanti dal Laboratorio dell’Agenzia: esso svolge infatti buona parte delle analisi che consentono di acquisire i dati ambientali che l’Agenzia raccoglie, elabora e pubblica; il Laboratorio effettua anche le analisi a supporto dell’USL sulle acque potabili e sugli alimenti di origine vegetale non trasformati (gli alimenti trasformati o di origine alimentare vengono analizzati dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali).
1 Agenzia Europea per l'Ambiente, L'ambiente in Europa, stato e prospettive nel 2010, 2011