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Rapporto Stato Ambiente

Radiazioni ionizzanti

Contenuti della sezione corrente
TER_RI_001 - Sorgenti radioattive artificiali presenti sul territorio valdostano

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il numero e l’attività complessiva delle sorgenti presenti sul territorio della Valle d’Aosta in riferimento al tipo di impiego.
L’attività delle sorgenti radioattive è espressa in Becquerel. 1 Bq indica 1 decadimento radioattivo al secondo. Per indicare l’attività di sorgenti radioattive artificiali utilizzate in pratiche specifiche sono utilizzati multipli del Bq, come il MegaBq (MBq). 1 MBq = 106 Bq.

Messaggio chiave

La quasi totalità dell’attività delle sorgenti censite in Valle d’Aosta è dovuta ad usi medici.
Le caratteristiche,  la localizzazione e la gestione delle sorgenti radioattive utilizzate sul territorio della Valle d’Aosta sono note e controllate, come previsto dalle norme vigenti.

Obiettivo

L’obiettivo è presentare in modo sintetico i dati relativi al catasto delle sorgenti di radiazioni ionizzanti tenuto da ARPA.
Chiunque intenda intraprendere una pratica comportante detenzione di sorgenti di radiazioni ionizzanti deve darne comunicazione preventiva agli organi competenti, tra cui l’ARPA.
A partire da queste comunicazioni, integrate da ulteriori informazioni sulle sorgenti radioattive presenti sul territorio, ARPA ha creato un archivio completo e continuamente aggiornato delle sorgenti radioattive in Valle d’Aosta.
Conoscere le attività e censire i siti che fanno uso e custodiscono materiale radioattivo è di fondamentale importanza  per tracciare la presenza sul territorio delle sorgenti e  per prevenire potenziali dispersioni nell’ambiente di radioattività, a seguito di eventi incidentali.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve le comunicazione di detenzione/smaltimento di sorgenti di radiazioni ionizzanti, elabora i dati, li ordina e li raccoglie nel Catasto sorgenti.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Non applicabile

DPSIR

D/P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono 

Tendenza

stabile 

 

 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

Si è dato un punteggio alto alla rilevanza perché la pressione sull’ambiente  è legata sia al numero che all’attività delle sorgenti: l’indicatore esprime entrambi i parametri. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore alto in quanto l’indicatore è stato costruito partendo dai dati forniti direttamente ad ARPA dai detentori delle sorgenti. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono ripetibili nel tempo.

Proprietà del dato

I dati devono essere forniti dagli utilizzatori di sorgenti radioattive. L’archivio ordinato di informazioni costruito da ARPA viene condiviso con Vigili del Fuoco e Protezione Civile.

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

 31/12/2022

Copertura temporale

La prima stesura da parte di ARPA di un archivio completo delle sorgenti radioattive in Valle d’Aosta risale al 2003.

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative
alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."

DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"

 

 

Relazione con la normativa

Le comunicazioni preventive di pratiche comportanti la detenzione di sorgenti di radiazioni ionizzanti, prescritte dalla normativa, sono la base per la costruzione dell’archivio delle sorgenti presenti sul territorio.

Livelli di riferimento

La normativa prevede limiti inferiori di attività per l’obbligo di comunicazione preventiva di pratiche.
Non esistono limiti riguardo al numero di sorgenti radioattive presenti sul territorio, naturalmente detenute con modalità conformi a quanto previsto dalla normativa.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

L’Annuario dei dati ambientali pubblicato da ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) riporta l’indicatore “Strutture autorizzate all’impiego di radioisotopi e di macchine radiogene”. Esso però riguarda l’impiego di categoria A come definito dal d.lgs. 101/2020: per impianti e laboratori con sorgenti radioattive, le grandi installazioni, facenti uso di radioisotopi in elevata quantità. L’impiego di sorgenti qui considerato non rientra in questa categoria.

Presentazione e analisi

 Vengono riportate nella tabella e nei grafici successivi le informazioni sul numero di sorgenti suddivise per tipo di utilizzo, e sulla loro attività complessiva autorizzata.

Uso Attività complessiva (MBq) n. di sorgenti
Industriale 740 6
Medico 303110 19
Laboratori di misura 1743 35
TOTALE 305593 60

Distribuzione dell’attività complessiva delle sorgenti censite (MBq) per tipo di impiego

1 attivita complessiva 1222

 

Distribuzione del numero di sorgenti per tipo di impiego

2 sorgenti tipo 1222

Commenti

Si osserva, confermando i dati storici, che la maggior parte dell’attività presente sul territorio riguarda, di gran lunga, le utilizzazioni di tipo medico (medicina nucleare).
Altre sorgenti radioattive un tempo presenti in modo diffuso sul territorio, come i parafulmini radioattivi e le reticelle radioattive per lampade da campeggio, risultano ad oggi completamente eliminate, a seguito di campagne specifiche svolte negli anni passati dall’ARPA in collaborazione con l’Azienda USL della Valle d’Aosta, su mandato della Procura. I rivelatori di fumo radioattivi sono stati rimossi nel 2012, nell’ambito di lavori di ristrutturazione degli stabili in cui erano installati.

TER_RI_002 - Intensità di dose gamma ambientale per esposizione a radiazione cosmica e terrestre

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta i valori medi annuali di intensità di dose oraria per esposizione a radiazione gamma di origine cosmica o terrestre in aria in ambiente esterno.
L’intensità di dose gamma ambientale è espressa in Sievert all’ora (Sv/h), dove 1 Sievert equivale all’assorbimento, da parte dell’intero corpo umano, dell’energia di 1 joule per kg di peso corporeo, per effetto dell’esposizione a radiazione gamma. Il Sievert è una unità di misura enormemente grande rispetto alle normali esposizioni a radiazioni ionizzanti in ambiente, per cui si usano abitualmente i suoi sottomultipli: milli Sievert (mSv, millesimo di Sievert), micro Sievert (µSv, milionesimo di Sievert), nano Sievert (nSv, miliardesimo di Sievert).

Messaggio chiave

Per dare un’indicazione sulla intensità media di dose per esposizione in esterno a radiazione gamma della popolazione della Valle d’Aosta si possono considerare i valori rilevati nelle località di fondovalle più densamente popolate e calcolarne la media, che risulta di 125 nSv/h.

Obiettivo

Il monitoraggio in continuo della dose gamma ambientale per esposizione esterna fornisce un’informazione essenziale per la valutazione della dose efficace media alla popolazione, di cui costituisce una componente importante (TER_RI_A02 Dose efficace media individuale annuale).

Esso è necessario anche per segnalare immediatamente e documentare aumenti anomali di intensità di radiazione gamma in ambiente, nel caso di eventi incidentali che coinvolgessero materiali radioattivi.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia svolge i rilievi in continuo nelle 3 stazioni elencate, archivia i dati e li analizza.

Classificazione

Area tematica SINAnet

 Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

 Non applicabile

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1  1 1 1

Il punteggio alto conferito alla rilevanza sottolinea la valenza di descrittore diretto e complessivo del campo di radiazione ambientale territoriale di questo indicatore. Esso è inoltre  necessario per la valutazione della dose efficace media individuale per la popolazione. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore alto in quanto l’indicatore è stato costruito partendo da dati registrati direttamente dall’ARPA con propria strumentazione sottoposta a regolari controlli di qualità. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono consolidate e permettono una accurata comparabilità nel tempo. La comparabilità nello spazio risulta elevata perché lo stesso dato, rilevato in continuo in siti differenti del territorio regionale, è oggetto di un indicatore analogo pubblicato annualmente dall'ISIN.

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

 Dal 1995

Copertura territoriale

Monitoraggio puntuale, condotto in continuo in tre stazioni di misura (Donnas, Etroubles e La Thuile) collegate in rete.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative
    alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom,
    96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della
    legge 4 ottobre 2019, n. 117."
  • DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"
  • Raccomandazione europea 473/2000 Euratom (Applicazione dell’articolo 36 del Trattato Euratom per quanto concerne il controllo dei livelli di radioattività ambientale al fine di determinare l’esposizione della popolazione nel suo insieme)

Relazione con la normativa

Il d.lgs 101/2020 disciplina la vigilanza e la tutela della  salute della popolazione: le reti nazionali e regionali rappresentano uno strumento di monitoraggio e controllo della radioattività ambientale, sotto il coordinamento dell'ISIN.

Livelli di riferimento

La normativa non definisce livelli limite o di riferimento per esposizione al fondo ambientale, ma definisce livelli limite per esposizioni derivanti da pratiche (e quindi in aggiunta rispetto al fondo ambientale, di cui la dose da radiazione gamma esterna qui considerata è una componente importante - TER_RI_A02 Dose efficace media individuale annuale): 1 mSv/anno per le persone del pubblico.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

ISIN nell'annuale pubblicazione dei dati ambientali riporta  l’indicatore "Dose gamma assorbita in aria per esposizioni a radiazioni cosmica e terrestre", con i valori di intensità di dose gamma in esterno per ogni regione e per ogni area geografica.

Presentazione e analisi

RATEO MEDIO DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONE GAMMA IN ARIA RILEVATO NELLE STAZIONI DI MONITORAGGIO IN CONTINUO:

Località Quota - m s.l.m. Rateo di esposizione ambientale
(valore medio annuale del periodo di osservazione 1995 - 2021) - nSv/h
 Donnas - Montey  314  126
 Aosta – Piazza Plouves*  581  117*
 Etroubles - Chevrière  1330  119
 Cogne - Gimillan*  1788  130*
 La Thuile – Les Granges  1640  136

*Le stazioni di Aosta-Piazza Plouves e Cogne - Gimillan sono state dismesse nel corso del 2018.

 

1 cartina vda

La radiazione ambientale presente in aria ha una doppia origine: cosmica e terrestre. La prima componente è costituita da fotoni originati dalle interazioni delle particelle della radiazione cosmica primaria, sotto l’azione della magnetosfera, con l’atmosfera terrestre. Poiché l’atmosfera ha un effetto assorbente e schermante, soprattutto negli strati inferiori più densi, la componente di origine cosmica della radiazione gamma ambientale cresce con il crescere dell’altitudine. Al livello del mare, alle medie latitudini, la sua intensità è 35 nSv/h. A 500 m il suo valore è di 40 nSv/h, che sale a 50 a 1200 m, a 70 a 2000 m, e a 110 nSv/h a 3000 m di quota.
La componente terrestre è dovuta alla radiazione gamma emessa direttamente dai radionuclidi naturali contenuti nelle rocce e nei terreni, e da quella generata in aria dai radionuclidi prodotti di decadimento del radon, gas radioattivo naturale emanato da rocce e terreni. La componente terrestre varia molto da luogo a luogo sulla superficie terrestre, a seconda della composizione locale del suolo.
Un ulteriore contributo, oggi sul territorio della nostra regione assolutamente trascurabile, può provenire dalla dispersione in ambiente e deposizione al suolo di radionuclidi conseguente a eventi collegati a impianti nucleari e in generale all’uso artificiale di materiali radioattivi.
La componente terrestre è soggetta a importanti variazioni collegate alle condizioni meteorologiche e climatico-ambientali. La pioggia dilava gli strati inferiori dell’atmosfera e trasporta a terra i radionuclidi presenti in aria per effetto del decadimento del gas radon. In questo modo si ha un aumento dell’intensità di dose, assai rapido e marcato nella fase iniziale delle precipitazioni, in cui la “ripulitura” dell’atmosfera è particolarmente intensa. Nel caso di precipitazioni nevose, all’aumento iniziale fa seguito, con l’accumulo di neve al suolo, una diminuzione, per l’effetto di schermatura esercitato dal manto nevoso sulla radiazione emessa dal terreno sottostante. La diminuzione dell’intensità di dose gamma è ben visibile e persistente nelle località in quota per tutto il periodo di persistenza della copertura nevosa al suolo.

 

 

TER_RI_003 - Concentrazione di attività di radionuclidi artificiali (Cs 137) nel particolato atmosferico e nelle deposizioni (fall out)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta i dati relativi alle concentrazioni di cesio 137 nelle polveri atmosferiche, campionate filtrando l’aria o raccogliendo le deposizioni al suolo.

Le concentrazioni di attività di Cs 137 nel particolato atmosferico sono espresse in Becquerel al m3 d’aria (Bq/m3) o suoi sottomultipli, dove il Bq è l’unità di misura di attività (1 Bq = 1 decadimento radioattivo al secondo, 1 mBq – milli-Becquerel = 1 millesimo di Becquerel), mentre i m3 fanno riferimento al volume complessivo di aria aspirata e filtrata per raccogliere il particolato atmosferico in essa contenuto, su cui viene effettuata la misura radiometrica.

Le concentrazioni di attività di Cs 137 nelle deposizioni atmosferiche sono espresse in Becquerel al m2, dove i m2 fanno riferimento alla superficie su cui avvengono le ricadute al suolo.

Messaggio chiave

I livelli attuali di concentrazione di attività di Cs 137 nel particolato atmosferico sono stabilizzati su valori molto bassi, non rilevanti dal  punto di vista radioprotezionistico.
Il quadro di riferimento a disposizione grazie al monitoraggio delle concentrazioni in aria e delle deposizioni al suolo permette la rilevazione, valutazione e segnalazione tempestiva di ogni evento anomalo che dovesse verificarsi, come è avvenuto nel caso dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima nel 2011.

Obiettivo

Il monitoraggio della radioattività artificiale nel particolato atmosferico e nelle deposizioni atmosferiche sono fondamentali per un sistema di controllo della radioattività ambientale, al fine di monitorarne la variazione nel tempo, ed essere in grado di rilevare tempestivamente eventi anomali. Viene misurata l’attività di singoli radionuclidi gamma emettitori e, sul particolato atmosferico, la radioattività beta totale.
Particolare attenzione viene rivolta alla presenza di Cs137, radionuclide artificiale diffusosi in ambiente  a seguito dell’incidente di Chernobyl (1986) e ancora presente a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.
Nel 2011 si è rilevata la presenza di I131 proveniente dal Giappone in seguito all’incidente avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima. I dati rilevati, che hanno permesso una accurata conoscenza dei fenomeni in rapida evoluzione temporale, sono descritti nell'approfondimento TER_RI_A01 Le azioni per il monitoraggio e la comunicazione degli effetti dell'incidente di Fukushima.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia esegue i campionamenti sia del particolato sia delle deposizioni e svolge le analisi radiometriche sui campioni.
Particolato atmosferico: monitoraggio giornaliero (tri-giornaliero nel fine settimana). Misura mensile sull’insieme dei campioni di particolato (raccolto su filtri) del mese.
Deposizioni atmosferiche: monitoraggio su base mensile. La somma delle deposizioni mensili fornisce la deposizione totale annua.

Classificazione

Area tematica SINAnet

 Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

 Non applicabile

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono 

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

Il monitoraggio radiometrico è condotto in modo sistematico sul particolato atmosferico dal 1992, e sulle deposizioni dal 1995.

Copertura territoriale

Monitoraggio puntuale, condotto in Aosta (Ospedale Beauregard) fino al 2003 e a Saint-Christophe (sede ARPA) dal 2004, sia per il particolato atmosferico che per le deposizioni.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."
  • DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"
  • Raccomandazione europea 473/00 Euratom (Applicazione dell’articolo 36 del Trattato Euratom per quanto concerne il controllo dei livelli di radioattività ambientale al fine di determinare l’esposizione della popolazione nel suo insieme).

Relazione con la normativa

Il d.lgs 101/2020 disciplina la vigilanza e la tutela della  salute della popolazione: le reti nazionali e regionali rappresentano uno strumento di monitoraggio e controllo della radioattività ambientale, sotto il coordinamento dell'ISIN.

Livelli di riferimento

Per il particolato atmosferico, la raccomandazione CE 473/00 stabilisce livelli di notifica, sulla base del loro significato dal punto di vista dell’esposizione della popolazione, nella misura di 30 mBq/m3 per il Cs137. Tale valore è da interpretare quindi come livello inferiore di rilevanza dosimetrica.

Per le deposizioni atmosferiche non sono definiti livelli di riferimento.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Informazioni a livello nazionale sono reperibili nell'annuale pubblicazione dell'ISIN.

Presentazione e analisi

CONCENTRAZIONE MEDIA MENSILE DI CESIO 137 RILEVATA NEL PARTICOLATO ATMOSFERICO AD AOSTA (SAINT-CHRISTOPHE) (mBq/m3 di aria) 

Anno Valori riscontrati mensilmente Massima M.A.R. mensile
nel corso dell'anno (mBq/m3)
2000 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,05
2001 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,05
2002 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2003 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2004 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2005 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2006 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,04
2007 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,03
2008 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,02
2009 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,04
2010 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,03
2011 aprile : 0.016 ± 0,004 mBq/m3  
2012 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2013 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2014 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,02
2015 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2016 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,03
2017 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2018 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2019 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2020 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,04
2021 inferiori alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) 0,01
2022

marzo: 0.005 ± 0,003 mBq/m3

dicembre: 0.006 ± 0,003 mBq/m3

 

 

Le variazioni della Minima Attività Rilevabile dipendono dalla portata del sistema di aspirazione: i valori della M.A.R. sono comunque molto bassi, dell’ordine di 1/1000 del livello di notifica previsto dalla raccomandazione CE 473/00.

Per quanto riguarda il 2011, si deve registrare una rilevazione positiva (valore superiore alla Minima Attività Rilevabile) nel mese di aprile, dovuto al trasporto sulle nostre regioni da parte delle correnti atmosferiche dei radionuclidi emessi durante l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima causato dal terremoto/maremoto del giorno 11  marzo 2011. Mentre per quanto riguarda le rilevazioni positive nel corso dell'anno 2022, esse sono probabilmente dovute alla risospensione nel particolato dei radionuclidi depositati a seguito degli incidenti di Chernobyl e Fukushima.

 

 

 

DEPOSIZIONI TOTALI ANNUE DI CESIO 137 (1996-2021)

1 grafico dep ann 1222

2 grafico dep mens 1222

 

Per il calcolo della media annuale, ai valori inferiori alla minima attività rilevabile (MAR) si è attribuita la metà del valore della MAR medesima.

I dati misurati sono in linea con quelli rilevati nelle altre stazioni di misura italiane.
Le deposizioni al suolo comprendono sia le ricadute di pulviscolo atmosferico a secco, che quello portato al suolo per dilavamento dell’atmosfera da parte delle precipitazioni. La tendenziale correlazione delle deposizioni di Cs137 con la piovosità, molto evidente nei primi anni dopo l’incidente di Chernobyl (1986), è andata ad affievolirsi nel tempo: il fattore di risospensione, cioè il rapporto tra la concentrazione in aria e quella al suolo, è continuamente calato dagli anni immediatamente seguenti l’incidente, ad indicare che una percentuale via via minore di Cs137 viene risollevata dal suolo in aria. 

TER_RI_004 - Concentrazione di attività di cesio 137 (Cs137) nel latte

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta le concentrazioni di attività di cesio 137 in campioni di latte bovino di produzione locale. Il Cs137 è un radionuclide artificiale di cui è rilevabile la presenza a seguito della contaminazione conseguente all’incidente di Chernobyl del 1986, a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.
Le concentrazioni di radioattività sono espresse in Becquerel (Bq) al kg di latte, dove 1 Bq indica 1 decadimento radioattivo al secondo.

Messaggio chiave

Il Cs137 è tuttora rilevabile nel latte prodotto localmente, ma in concentrazioni non rilevanti dal punto di vista radioprotezionistico.

Obiettivo

Il cesio 137 è tuttora rilevabile in ambiente a seguito della contaminazione conseguente all’incidente di Chernobyl del 1986, a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.

La concentrazione di Cs137 nel latte ha una importante valenza come potenziale contributore alla dose efficace complessiva per gli individui della popolazione, essendo un alimento-base della dieta alimentare (per la definizione della dose e della sua unità di misura – il mSv – vedi la descrizione dell’indicatore TER_RI_002 Intensità di dose gamma ambientale per esposizione a radiazione cosmica e terrestre).

La sua presenza nel latte discende dalle catene trofiche terreno – vegetali – animali. Essa non è, quindi, collegata a sorgenti specifiche ma alla diffusione generalizzata negli ecosistemi.

La concentrazione di Cs137 nel latte ha dunque anche una importante valenza ambientale, sottolineata, per quanto riguarda i dati qui riportati, dal loro riferimento a latte prodotto da allevamenti di bovini sul territorio regionale.

Il quadro di riferimento a disposizione permette inoltre la rilevazione e valutazione degli impatti conseguenti ad ogni evento anomalo che dovesse verificarsi, come nel caso dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima nel 2011. I dati dei rilievi effettuati in questa circostanza, con rilevazione anche di I131, sono descritti nell'approfondimento TER_RI_A01 Le azioni per il monitoraggio e la comunicazione degli effetti dell'incidente di Fukushima.

Il monitoraggio radiometrico del latte è dunque un cardine del sistema di controllo radiometrico generale.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia svolge le analisi radiometriche su campioni di latte prodotto in regione, archivia i dati e li elabora.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Non applicabile

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono 

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

 Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale, su misure mensili

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

Rilievi radiometrici sistematici su campioni di latte di produzione locale sono effettuati dal 1995. Dati direttamente confrontabili con gli attuali, per la modalità di acquisizione dei campioni, sono disponibili dal 2001.

Copertura territoriale

Campioni di latte fresco proveniente da produttori regionali.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."
  • DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"
  • Raccomandazione europea 473/00 Euratom (Applicazione dell’articolo 36 del Trattato Euratom per quanto concerne il controllo dei livelli di radioattività ambientale al fine di determinare l’esposizione della popolazione nel suo insieme).

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per la determinazione dell’esposizione della popolazione, e per il controllo sulla radioattività ambientale.

Livelli di riferimento

Non esistono normative internazionali o nazionali che stabiliscano livelli di riferimento generali per la concentrazione di radionuclidi nel latte (come in ogni altro alimento, fatta eccezione per le acque potabili e per alcuni prodotti di raccolta spontanei), in quanto contribuente alla dose media annua agli individui della popolazione, in misura stimabile dai modelli di dose per ingestione e dal consumo annuo per diverse classi di età, aree geografiche e gruppi di popolazione.

Regolamenti specifici fissano i livelli massimi ammissibili di contaminazione radioattiva per i prodotti alimentari in caso di emergenza radioattiva.

Sono stati emanati inoltre regolamenti per l’importazione di prodotti alimentari da paesi terzi in condizioni di cessata emergenza, ma con riferimento ad eventi incidentali pregressi. A titolo informativo si riportano i limiti in essi contenuti, benché non riferibili al latte di produzione locale:  
Regolamento CE 733/2008 relativo alle condizioni di importazione di prodotti agricoli originari dei paesi terzi a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl:
Prodotti lattiero-caseari e alimenti per lattanti:     Cs137 + Cs134:       370 Bq/kg
Regolamento UE 284/2012 che impone condizioni speciali per l’importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari originari del Giappone o da esso provenienti, a seguito dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima (emanato per garantire la coerenza con le misure transitorie previste dalla legislazione giapponese a seguito dell’incidente di Fukushima).
Prodotti lattiero-caseari e alimenti per lattanti:      Cs137 + Cs134:         50 Bq/kg

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Informazioni a livello nazionale sono reperibili nell’annuale pubblicazione dell'ISIN.

Presentazione e analisi

ANDAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUALE DI CESIO 137 NEL LATTE PRODOTTO IN VALLE D'AOSTA

1 cs137 latte 1222

I dati di alcuni anni non risultano disponibili in quanto in tali periodi non sono state effettuate misurazioni.

Il valore assunto come fondo scala nel grafico – 1,4 Bq/kg – corrisponde alla dose stimata di 1 µSv/anno per individui nella classe di età 10 – 17 anni, considerando un  consumo medio di 56 l di latte all’anno.  La classe di età scelta è quella per cui è maggiore il rapporto dose/concentrazione. 

(Rusconi, Forte, Bucci, Magliano, Bochicchio, “Limiti e livelli di riferimento per la concentrazione dei radionuclidi negli alimenti: dalle normative nazionali e internazionali a possibili criteri operativi” – V Convegno nazionale “Il controllo degli agenti fisici: ambiente, salute e qualità della vita”, Novara, 6-8 giugno 2012)

Per il calcolo della media annuale, ai valori inferiori alla minima attività rilevabile (MAR) si è attribuito la metà del valore medio della MAR medesima, pari a 0,05 Bq/kg.

Nel latte, come in tutti gli alimenti, è presente il radionuclide naturale primordiale potassio 40 (K40), presente in natura nella proporzione definita dello 0,012 % (12 nuclei su 100.000) rispetto a tutto il potassio presente, in qualsiasi forma molecolare. Essendo la concentrazione di potassio nel latte sotto controllo metabolico, di conseguenza anche la concentrazione di attività di K40 è stabile, dell’ordine, nel latte bovino, di 50 Bq/kg. Il K40 nel latte, e in generale negli alimenti, è un importante contributore alla dose individuale media per la popolazione (dose per ingestione – vedi approfondimento TER_RI_A02 Dose efficace media individuale annuale).

Le concentrazioni di Cs137 rilevate sono stazionarie negli ultimi anni e in linea con i valori misurati nel latte prodotto nel nord Italia.

TER_RI_005 - Concentrazione di attività di cesio 137 (Cs137) in muschi e castagne

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta i dati di concentrazione di cesio 137 (Cs137) su campioni di muschi e di castagne raccolti in diverse località della Valle d’Aosta.

Messaggio chiave

Sia i muschi che le castagne sono bioindicatori della presenza di radioattività in ambiente, con caratteristiche diverse rispetto alle modalità di accumulo della contaminazione dovuta alle ricadute radioattive nel corso degli anni.

I muschi e le castagne presentano ancora concentrazioni, seppur molto basse, di Cs137 (radionuclide con tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni) derivante dall’incidente di Chernobyl del 1986. Le concentrazioni nei muschi sono in graduale diminuzione, mentre l’andamento nelle castagne risulta soggetto ad oscillazioni.

Obiettivo

I muschi con forme di crescita “a feltro” (pleurocarpi) su superfici rocciose assorbono l’acqua e gli altri nutrienti esclusivamente dall’aria e dalle ricadute al suolo, e si prestano bene quindi per monitorare gli effetti di accumulo delle deposizioni radioattive. Essendo caratterizzati da crescita lenta e molto longevi, sono in grado di conservare memoria degli eventi passati nell’ordine di molti anni. In questo modo è possibile, raccogliendo i campioni ad intervalli di due/tre anni, costruire una serie storica di valori di contaminazione da ricadute. Inoltre, in caso di eventi incidentali che comportino rilascio in atmosfera di radionuclidi e deposizioni al suolo, questo tipo di misure permette un rapido confronto con la situazione preesistente, utilissimo per una prima valutazione delle conseguenze dell’evento.
Le castagne, al contrario, portano informazioni sulla presenza di radiocontaminazione negli strati non superficiali del terreno, dove l’albero del castagno estende le sue radici, e sul trasferimento della contaminazione radioattiva dal suolo alla vegetazione, tuttora in atto.
La diffusione di entrambe queste matrici su aree estese del territorio regionale permette inoltre di ben caratterizzare le differenze di contaminazione radioattiva sul territorio della nostra regione.
Le castagne sono anche un prodotto alimentare, pur se di valenza oggi molto diversa rispetto al passato nella composizione della dieta.  Quindi il monitoraggio radiometrico delle castagne serve anche alla valutazione della dose efficace complessiva per gli individui della popolazione.

Ruolo di Arpa

I tecnici dell’Agenzia procedono alla raccolta dei campioni di muschi e castagne e svolgono le analisi radiometriche, archiviano i dati e li elaborano.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Non applicabile

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Muschi

 Stato

buono 

 

non applicabile

Castagne

Stato

buono 

Tendenza

stabile 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale per i muschi, annuale per le castagne.

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

Dal 1992 per i muschi e dal 2001 per le castagne.

Copertura territoriale

Stazioni di prelievo periodico di muschi e castagne in Bassa, Media e Alta Valle.

Riferimenti

Inquadramento normativo

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative
alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."
 
DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è importante per il controllo sulla radioattività ambientale, e – per quanto riguarda le castagne - utile per la determinazione dell’esposizione della popolazione.

Livelli di riferimento

Per i muschi non vi sono riferimenti normativi relativi ai limiti di radioattività.

Per quanto riguarda le castagne, considerate quali alimenti, non esistono normative internazionali o nazionali che stabiliscano livelli di riferimento generali per la concentrazione di radionuclidi in specifici alimenti (fatta eccezione per le acque potabili, e per alcuni prodotti di raccolta spontanei), in quanto contribuenti alla dose media annua agli individui della popolazione.

Si riportano a titolo informativo, benchè non riferibili alla produzione locale, i limiti contenuti nel Regolamento CE 733/2008 relativo alle condizioni di importazione di prodotti agricoli originari dei paesi terzi a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl:

Prodotti agricoli eccetto prodotti lattiero-caseari e alimenti per lattanti: Cs137 + Cs134: 600 Bq/kg

Tale valore coincide con il valore limite previsto dalla Raccomandazione 2003/274/Euratom sulla protezione e l’informazione del pubblico per quanto riguarda l’esposizione risultante dalla continua contaminazione radioattiva da cesio di taluni prodotti di raccolta spontanei a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl, che qui si riporta benché non riferito alle castagne ma, limitandosi ai vegetali, alle bacche selvatiche e ai funghi selvatici: Cs137 + Cs134: 600 Bq/kg

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Informazioni analoghe sono presenti in pubblicazioni di altre Agenzie italiane. Si veda ad esempio “LA RADIOATTIVITA’ AMBIENTALE IN PIEMONTE- Rapporto anno 2011” pubblicato da ARPA Piemonte.

 

Presentazione e analisi

Di seguito vengono presentati nel dettaglio le serie storiche delle misure effettuate.

CONCENTRAZIONE DI CESIO 137 NEI MUSCHI (Bq/m2)

Le concentrazioni di radioattività sono espresse in Becquerel (Bq) al m2 di superficie del tappeto di muschio.  1 Bq = 1 decadimento radioattivo al secondo.

 

 

  Pontboset Saint Oyen La Salle Lillianes Brusson Courmayeur
  Bq/m² Bq/m² Bq/m² Bq/m² Bq/m² Bq/m²
1992 2707 827 445      
1993 3249 925 337      
1995 1089 565 320      
1997 1796 362 275      
1999 1195 226 305      
2001 1049 98 182      
2003 1581 142 90      
2005 753 140 129      
2007 434 63 150      
2009 440 101 126      
2011 426 42 70      
2017       395    
2018         78  
2019 297 3 42      
2020     12   73 12
2021 169 6   38 124 20
2022       240   50

 

La serie storica ormai ventennale di dati disponibili (dal 2012 al 2016 non sono state effettuate misure) permette di apprezzare il generale e tendenzialmente regolare decremento della presenza di cesio 137 nei muschi, come evidenziato nel grafico seguente in cui sono riportati alcune serie storiche delle misure.

2 muschi 1222

Gli effetti del decadimento del radionuclide stesso, avente come tempo di dimezzamento fisico 30 anni circa, i processi di  dilavamento prodotti dalle precipitazioni atmosferiche, nonché, sul lungo periodo, la rigenerazione dei tappeti di muschio, prevalgono sui continui ma oggi modesti apporti da parte delle deposizioni atmosferiche (vedi indicatore TER_RI_003 Concentrazione di attività di radionuclidi artificiali (Cs137) nel particolato atmosferico e nelle deposizioni (fall out)), a partire dalle ricadute al suolo e dalla intensa contaminazione iniziale nei giorni immediatamente successivi l’incidente di Chernobyl occorso il 26 aprile del 1986.
Interessante inoltre è la notevole differenza tra le concentrazioni rilevate in Bassa Valle (Pontboset e Lillianes) rispetto agli altri siti di raccolta. Nella prima settimana del maggio 1986, cadde nella zona sud-orientale della Valle d’Aosta una quantità di pioggia molto superiore rispetto alle aree interne della regione, a cui appartengono gli altri siti, comportando molto maggiori ricadute a terra dei radionuclidi presenti in atmosfera nel periodo di più intensa contaminazione.

CONCENTRAZIONE DI CESIO 137 NELLE CASTAGNE (Bq/kg)

Le concentrazioni di radioattività sono espresse in Becquerel (Bq) al kg (peso fresco) di polpa di castagna, previa asportazione di guscio e sansa. 1 Bq = 1 decadimento radioattivo al secondo.

2 castagne 1222 bis

N.B. Nell'anno 2008 e nel periodo 2012-2014 non sono state effettuate misure.

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2009

2010

2011

2015

2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Media per località

 

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg

Bq/kg Bq/kg Bq/kg  Bq/kg Bq/kg Bq/kg Bq/kg

Bq/kg

Avise

1,6

3,0

0,3

0,7

0,3

0,1

 

< 0,2

0,3

< 0,3

0,8

        0,2    

0,8

Fenis

10,9

6,1

2,2

3,1

3,2

1,5

1,7

1,3

1,8

1,6

 

             

3,3

Lillianes

6,3

6,0

5,8

9,7

3,5

2,9

9,8

7,5

3,3

10,7

4,8

4,6

 5,3

6,8  3,5 3,5 1,9 8,4

5,5

Pontboset

33,4

31,2

10,0

7,6

15,8

5,9

3,2

12,3

4,1

11,9

 

             

13,5

                                       

 

I livelli di Cesio 137 rilevati risultano in linea con i valori riscontrati nelle castagne del vicino Piemonte (Database Sinanet RADIA-Resorad).

Le concentrazioni mostrano una notevole variabilità nel corso degli anni, con una tendenza alla diminuzione non sempre evidente. Questo effetto, riscontrato anche in altre regioni, è spiegabile con i tempi collegati ai processi di trasmigrazione delle concentrazioni superficiali di radioattività agli strati più profondi del terreno, entro cui si distendono le radici dei grandi alberi di castagno.




 

 

 

TER_RI_006 - Concentrazione di radionuclidi artificiali nel detrito minerale e organico sedimentabile (DMOS)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta i dati relativi alle concentrazioni di radionuclidi di origine antropica nel detrito minerale e organico sedimentabile (DMOS)
Le concentrazioni di radioattività sono espresse in Becquerel (Bq) riportate al peso (kg) del materiale sedimentabile secco. 1 Bq = 1 decadimento radioattivo al secondo.

Messaggio chiave

Il monitoraggio radiometrico del Detrito Minerale Organico Sedimentabile permette di ottenere informazioni sulla presenza complessiva di radionuclidi di origine artificiale in ambiente naturale sul territorio regionale, corrispondente alla gran parte del bacino montano della Dora Baltea, anche al fine di evidenziare situazioni anomale o impatti da eventi incidentali. 

Obiettivo

Il materiale trasportato in sospensione dalla corrente di fiumi e torrenti fornisce informazioni sulla presenza di radioattività sull’intero bacino idrografico del corso d’acqua: ciò permette di ottenere informazioni su un ampia area geografica mediante campionamenti localizzati.
Il metodo di campionamento dello DMOS è basato su “trappole” artificiali di detrito in sospensione trasportato dalla corrente, ed è stato messo a punto appositamente per il monitoraggio della radioattività nei corpi acquiferi.
Il campionamento viene condotto annualmente nel periodo fine estate-inizio autunno. In ogni sito di misura i dispositivi passivi di campionamento vengono lasciati sul posto per la durata di 7 – 10 giorni.
L’ARPA Valle d’Aosta applica questo metodo, oltre che alle acque della Dora Baltea, ai torrenti di fusione glaciale. In questi casi, il fine è la valutazione degli apporti diretti di radioattività artificiale rilasciati da parte dell’apparato glaciale soprastante.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia svolge i campionamenti, le analisi e l’elaborazione dei dati.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Non applicabile

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

non applicabile

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale. Le misure vengono effettuate a fine estate (limo glaciale) e all’inizio dell’autunno (DMOS Dora Baltea).

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

Dal 1999

Copertura territoriale

Monitoraggio puntuale condotto sulla Dora Baltea in tre siti: Gressan, immediatamente a monte di di Aosta, Brissogne, a valle del depuratore di Aosta e Donnas, all’uscita della Dora Baltea dalla Valle d’Aosta.
Vengono inoltre effettuati con tecnica DMOS campionamenti e misure radiometriche sul limo glaciale in prossimità della fronte del Grande Ghiacciaio di Verra e del Ghiacciaio del Miage, per valutare la presenza di Cs137 da scioglimento delle masse glaciali.

Riferimenti

Inquadramento normativo

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative
alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."

DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"

 

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore discende dalle richieste di controllo della radioattività ambientale.

Livelli di riferimento

Non previsti

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza regionale, è presente nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

CONCENTRAZIONE DI CESIO 137 NEL DETRITO MINERALE ORGANICO SEDIMENTABILE (Bq/kg riportato al peso secco)

1 cesio dmos 1222

DMOS Dora Baltea GRESSAN    –   valore medio (1999-2021):  6,3 Bq/kg (peso secco)
DMOS Dora Baltea BRISSOGNE    –   valore medio (1999-2021): 8.6 Bq/kg (peso secco)
DMOS Dora Baltea DONNAS    –   valore medio (1999-2021): 13,3 Bq/kg (peso secco)

Il Cs137 è stato immesso in ambiente a seguito dell’incidente di Chernobyl (1986), ed è ancora presente, a causa del suo tempo di dimezzamento fisico di circa 30 anni.

Le concentrazioni di Cs137 riscontrate nei tre siti di misura sono relativamente stabili e dello stesso ordine di grandezza. Si osserva che discendendo il corso della Dora Baltea il valore medio sull’intero periodo di monitoraggio in genere aumenta.

Le concentrazioni misurate in Valle d’Aosta sono congruenti con quelle rilevate nel tratto piemontese della Dora Baltea.

CONCENTRAZIONE DI IODIO 131 NEL DETRITO MINERALE ORGANICO SEDIMENTABILE (Bq/kg riportato al peso secco)

2 iodio dmos 1222

La presenza di I131 nelle acque superficiali è dovuta al suo utilizzo in campo sanitario. Una frazione importante dello iodio radioattivo somministrato ai pazienti viene eliminato tramite le urine e, conseguentemente, immesso nella Dora Baltea a valle degli scarichi fognari. I valori più elevati si possono registrare immediatamente a valle della città di Aosta. La grande variabilità della concentrazione di attività misurata nei rilievi annuali è dovuta alla variabilità della fonte di pressione ed al breve tempo di dimezzamento (circa 8 giorni) di questo radionuclide: se il campionamento annuale viene effettuato durante un periodo in cui non vi è utilizzo di I131, i valori risultano essere sotto la minima attività rilevabile (M.A.R.), che in media è di 0,5 Bq/Kg. E' il caso dei rilievo effettuati negli anni dal 2012 al 2015 a dal 2017 al 2022.

CONCENTRAZIONE DI CESIO 137 NEL LIMO GLACIALE (Bq/kg riportato al peso secco)

3 cesio limo 1222

Limo glaciale Torrente Miage    – valore medio (1999-2021):  3,1 Bq/kg (peso secco)
Limo glaciale Torrente di Verra – valore medio (1999-2021): 14,6 Bq/kg (peso secco)

È evidente la differenza tra i valori del torrente Miage e del torrente Verra, in dipendenza della diversa entità delle ricadute radioattive che hanno interessato il massiccio del Monte Bianco e il massiccio del Monte Rosa in seguito all’incidente di Chernobyl.

TER_RI_007 - Livelli di concentrazione di attività di radon 222 all’interno di edifici (indoor)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta l’informazione relativa alle misure di  concentrazione di radon all’interno di edifici.
Il radon (Rn222) è un gas radioattivo naturale prodotto dal decadimento del radio 226, a sua volta generato dal decadimento dell’uranio 238. Essendo il radio e l’uranio presenti, in misura diversa, nelle rocce, nei terreni e nei materiali da costruzione derivati, l’emanazione di radon avviene in modo diffuso su tutto il territorio, ma molto differente a seconda delle caratteristiche geo-litologiche locali.
In aria libera, il radon si disperde in atmosfera e non raggiunge mai concentrazioni elevate, mentre negli ambienti chiusi il gas tende ad accumularsi, in misura dipendente, oltre che dal potenziale di emanazione del terreno, dall’isolamento dell’edificio e dai suoi servizi rispetto al suolo e al sottosuolo, dal piano del locale rispetto al terreno e dalle modalità di ventilazione e di ricambio d'aria. Si evidenzia quindi anche una dipendenza dai fattori climatici.
Le concentrazioni di radon in aria sono espresse come numero di decadimenti radioattivi di nuclei di radon 222 al secondo per m3 di aria ambiente, e misurate in Becquerel/m3, dove 1 Becquerel (Bq) indica 1 decadimento radioattivo (in questo caso di Rn 222) al secondo.

Vengono riportati su una mappa tematica i livelli di concentrazione di radon nelle abitazioni interessate dalle misure, tramite cerchi di diametro proporzionale alle concentrazioni medie rilevate. Sono inoltre riportati in tabelle e grafici i valori medi comunali rilevati nelle abitazioni (per i comuni con almeno 6 misure in abitazione) e negli edifici scolastici.
Tutti i valori medi riportati nel seguito sono da intendersi come medie aritmetiche.

Messaggio chiave

I livelli di concentrazione rilevati, per lo più inferiori ai valori di riferimento, mostrano tuttavia una grande variabilità da zona a zona del territorio regionale.

Obiettivo

La misura delle concentrazioni di radon nelle abitazioni è il metodo più diretto per la stima dell’esposizione della popolazione. Lo svolgimento di programmi di monitoraggio condotti in modo sistematico sul territorio permette di identificare le aree potenzialmente soggette a maggior presenza di radon, anche in correlazione con le locali caratteristiche geo-litologiche dei terreni. L’informazione così acquisita è preliminare per l’eventuale messa in opera di azioni e di strategie per la riduzione dell’esposizione e del rischio conseguente.

Ruolo di Arpa

ARPA gestisce direttamente i vari aspetti della campagna di caratterizzazione dell’intero territorio regionale attualmente in corso, dall’assemblaggio dei dosimetri al loro posizionamento, prelievo e lettura, dall’acquisizione dei dati alla loro elaborazione ed interpretazione, con importante collaborazione delle singole amministrazioni comunali per quanto riguarda la scelta delle abitazioni e il coinvolgimento delle persone interessate.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni ionizzanti

Tema SINAnet

Non applicabile

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

non applicabile

Tendenza

stabile

* I livelli di concentrazione rilevati, nella grande maggioranza dei casi inferiori ai valori di riferimento, mostrano una grande variabilità da zona a zona del territorio regionale.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Il programma ARPA di mappatura sistematica dell’intero territorio regionale, su base comunale, è in corso di realizzazione.
La concentrazione media di radon all’interno di un edificio  (abitazione, scuola, luogo di lavoro) è considerata in generale non soggetta a variazioni significative nel corso del tempo, a meno di modifiche strutturali, o cambiamenti delle abitudini e degli stili di vita degli occupanti (coibentazione dell’edificio, ventilazione, utilizzo dei locali…). Per la progressiva estensione della mappatura dei livelli di concentrazione di radon indoor, si possono quindi utilizzare risultati di rilievi svolti in periodi diversi, se effettuati con metodi di misura uguali o in grado di fornire risultati confrontabili, fatte salve profonde variazioni nella tipologia locale degli insediamenti abitativi, e variazioni climatiche.

Data di aggiornamento

31/12/2022

Copertura temporale

Dal 1991 (Campagna Nazionale Radon)

Copertura territoriale

Sono attualmente disponibili dati con valenza di caratterizzazione territoriale su 42 comuni, corrispondenti a circa il 62% della superficie e al 68% della popolazione regionale.

Riferimenti

Inquadramento normativo

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101. "Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117."

DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2023, n. 203. "Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 30 luglio 2020, n. 101"

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore discende dalla richiesta di protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti e dai controlli dei livelli di riferimento previsti dal dlgs 101/2020.
Essa è inoltre collegata agli adempimenti della stesura del Piano nazionale d'azione per il radon e dell'Individuazione delle aree prioritarie, come previsto dagli articoli 10 e 11 del dlgs 101/2020, essendo la misura di concentrazione di radon all’interno di edifici il metodo più utilizzato per l’individuazione delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon.

Livelli di riferimento

Il dlgs 101/2020 indica nell’articolo 12 che “I livelli massimi di riferimento per le abitazioni e i luoghi di lavoro, espressi in termini di valore medio annuo della concentrazione di attività di radon in aria, sono di seguito indicati:
    a) 300 Bq/m3 in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per le abitazioni esistenti;
    b) 200 Bq/m3 in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024;
    c) 300 Bq/m3 in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per i luoghi di lavoro."

Un livello di riferimento è la concentrazione di attività al di sopra della quale non è appropriato consentire le esposizioni della popolazione. Pertanto il dlgs 101/2020 indica che, nel caso di superamento dei livelli di riferimento, risulta opportuno mettere in atto delle idonee misure correttive per la riduzione della concentrazione di radon negli edifici.


Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuale pubblicazione dell'ISIN e, con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

 LIVELLI DI CONCENTRAZIONE DI RADON NELLE ABITAZIONI

I dati ad oggi disponibili sono il risultato di varie campagne di misura dei livelli di concentrazione di radon in abitazioni:

  • la Campagna Nazionale Radon degli anni 1990-1996, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’ENEA-DISP (poi ISPRA), che riguardò in Valle d’Aosta 20 abitazioni nel comune di Châtillon, 3 nel comune di Challand-Saint-Anselme e 1 nel comune di Saint- Oyen;
  • una campagna condotta congiuntamente dall’Azienda USL e dall’ARPA Valle d’Aosta negli anni 2002-2003, con misure in circa 60 abitazione sull’intero territorio regionale;
  • una campagna su richiesta dell’Amministrazione comunale di Aosta, e condotta dall’ARPA in collaborazione con il comune stesso, negli anni 2003-2005, con misure in 80 abitazioni sull’intero territorio comunale di Aosta;
  • la campagna di caratterizzazione dell’intero territorio regionale, avviata su iniziativa dell’ARPA, su base comunale, a partire dal 2004.
La campagna ARPA di caratterizzazione dell’intero territorio regionale è effettuata su base comunale. Per la definizione del numero di abitazioni nei diversi comuni si tiene conto del numero di abitanti. Vengono posizionati dosimetri in 1 abitazione ogni 100 abitanti, con un minimo, per i comuni più piccoli, di 10 abitazioni (ove possibile). Inoltre, per garantire una copertura la più completa possibile del territorio, si cerca di scegliere abitazioni in modo da coprire un pò tutte le diverse frazioni del comune.

Il rilievo fatto in ogni abitazione ha la durata di un anno, suddiviso in due periodi semestrali: ottobre-marzo (semestre invernale) e aprile-settembre (semestre estivo).

Tutte le misure di cui al presente indicatore sono effettuate con rivelatori passivi a tracce su film sottile (LR115) e rivelatori passivi a tracce in plastica  (CR39).

I siti di posizionamento dei dosimetri sono scelti privilegiando le abitazioni occupate durante tutto l’anno, nei locali in cui si trascorrono più ore (es. soggiorno, camere da letto). Vengono scelti, quando possibile, locali al piano terra, al piano rialzato o al primo piano, sia perché maggiormente soggetti all’emanazione di radon dal suolo, sia per ottenere dati confrontabili su tutto il territorio regionale al fine di individuare le zone intrinsecamente più soggette a radon, al netto dell’importante fattore di variabilità costituito dalla riduzione delle concentrazioni al crescere del piano dell’edificio. In ogni caso, ogni rilievo è accompagnato da una accurata acquisizione di informazioni su tutti gli aspetti strutturali dell’edificio, dei suoi servizi e del suo utilizzo che possono incidere sulle concentrazioni rilevate all’interno.

Valori medi di concentrazione per comune con almeno 6 abitazioni monitorate

Comune Semestre invernale (Bq/m3) Semestre estivo (Bq/m3) Media annua (Bq/m3) Abitazioni monitorate per comune
Allein 87 80 83 6
Aosta 49 40 44 74
Arnad 106 62 84 13
Arvier 54 51 53 11
Avise 141 113 127 10
Aymavilles 52 33 42 27
Bionaz 172 186 179 11
Challand Saint Anselme  41  38 39 11
Chambave 54 43 49 11
Champorcher 35 31 33 11
Châtillon 55 35 45 22
Courmayeur 214 235 222 32
Donnas 47 22 34 25
Etroubles 83 68 79 10
Fénis 100 54 82 17
Fontainemore 74 51 63 8
Gignod 137 72 104 15
Gressan 115 43 79 22
Gressoney-Saint-Jean 44 44 44 11
Issogne 78 41 60 14
Jovençan 58 50 54 10
La Salle 237 155 196 22
La Thuile 74 76 75 12
Lillianes 136 92 114 11
Montjovet 54 46 50 20
Morgex 118 73 96 21
Oyace 161 132 146 13
Perloz 50 55 52 11
Pontboset 22 24 23 7
Pré-Saint-Didier 96 69 82 12
Rhêmes-Notre-Dame 146 142 144 8
Rhêmes-Saint-Georges 98 59 79 10
Roisan 98 83 91 12
Saint-Christophe 113 58 85 42
Saint-Marcel 103 65 84 13
Saint-Oyen 212 151 182 13
Saint-Rhémy-en-Bosses 109 131 120 10
Sarre 109 71 90 42
Valgrisenche 68 50 62 12
Valpelline 136 65 100 13
Valsavarenche 148 127 137 9
Villeneuve 165 131 149 7

 N.B. - Il valore medio annuo è calcolato su tutti i valori semestrali disponibili, e non coincide con la media aritmetica dei valori medi dei semestri invernali ed estivi, perché in alcune abitazioni non è stato possibile effettuare le misure in entrambi i semestri.

La concentrazione media di radon nel semestre invernale è in genere più elevata rispetto al semestre estivo per effetto:

  • della minore aerazione dei locali d’inverno;
  • della maggior temperatura interna delle abitazioni rispetto all’esterno nella stagione invernale, per effetto degli impianti di riscaldamento accesi, che provoca il cosiddetto “effetto camino”: l’aria calda presente nelle abitazione crea una differenza di pressione tra l’esterno (pressione superiore) e l’interno (pressione inferiore), determinando un’aspirazione di aria dal terreno:

2 immagine casa

  • della possibile presenza di suolo gelato in esterno intorno alla casa, che impedisce l’emanazione di radon dal suolo verso l’aria libera.

I valori della tabella sono riportati nel grafico seguente:

3 grafico 1221

I valori medi complessivi su tutte le misure effettuate in abitazione sono i seguenti:

  • Valore medio semestre invernale: 100 Bq/m3
  • Valore medio semestre estivo: 76 Bq/m3
  • Valore medio annuale: 88 Bq/m3

Nella mappa sotto riportata sono indicati con cerchi azzurri tutti i punti di misura in abitazione. La superficie di ogni cerchio è proporzionale alla concentrazione media annuale rilevata. Sono evidenziati in rosa i 42 comuni per i quali sono già disponibili i dati di almeno 6 misure in abitazione. Attualemnte è in corso al campagna di monitoraggio nei comuni di Issime, Gaby, Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité (tratteggiati sulla mappa), mentre nel corso del 2023 è in previsione di iniziare le campagne per i comuni di Brissogne e Pollein.

 

A livello nazionale, grazie alla collaborazione tra le Agenzie ed ISIN, è stata realizzata una mappa interattiva sulle concentrazioni medie di radon nelle abitazioni nei comuni italiani: la mappa è accessibile dal sito aperto al pubblico del sistema SINRAD https://sinrad.isinucleare.it/radon/mappa-medie.

007 mappa radon vda 1222

 

LIVELLI DI CONCENTRAZIONE DI RADON NEGLI EDIFICI SCOLASTICI

Nell’ambito della mappatura di tutto il territorio regionale, le misure di concentrazione di radon vengono effettuate, oltre che nelle abitazioni, anche negli edifici pubblici, con particolare attenzione rivolta alle scuole.
Le misure all’interno degli edifici scolastici riguardano il solo semestre invernale, perché corrispondente al periodo di utilizzo più continuativo delle strutture da parte di insegnanti ed allievi.
Il grafico sotto riportato si riferisce alla concentrazione rilevata nelle scuole di ogni ordine e grado monitorate dal 2002 ad oggi, suddivise e mediate per ogni comune.

4 grafico scuole 1220

Il valore medio di concentrazione di radon in tutte le scuole oggetto di rilievo è di 73 Bq/m3.