02/03/2021 - Il 25 febbraio scorso, nel corso di un webinar cui hanno partecipato oltre 200 addetti ai lavori, è stato presentato il terzo rapporto dello studio sugli effetti delle misure COVID-19 sulla qualità dell’aria nel bacino padano curato dai partner del progetto Life PrepAIR.
Fin dall’avvio del lockdown della scorsa primavera, questo è uno dei temi cui il progetto ha dedicato maggiore attenzione: nei mesi scorsi sono stati pubblicati i primi due report, che si sono occupati di concentrazioni ed emissioni nel periodo febbraio-maggio 2020.
Il rapporto presentato il 25 febbraio si concentra invece sull’analisi della composizione chimica del particolato, in questo caso il PM10. Di PrepAIR fanno parte, tra i 18 partner italiani e sloveni, tutte e cinque le Regioni del bacino padano e la Provincia Autonoma di Trento: è questo il principale palcoscenico su cui si attivano le iniziative previste, dalla raccolta dei dati fino alle azioni di sensibilizzazione. I risultati del terzo rapporto LIFE PrepAIR mostrano come lo “spegnimento” o la riduzione delle emissioni di una parte degli inquinanti non sia sufficiente a determinare una variazione apprezzabile nella formazione del particolato secondario e confermano che gli interventi che possono essere intrapresi per una riduzione del particolato non solo devono essere coordinati a livello di bacino, ma devono riguardare tutte le attività che concorrono alla produzione di precursori (principalmente l’agricoltura e tutte le combustioni, quali traffico, biomassa legnosa, comparto industriale e servizi) agendo in maniera incisiva sulle emissioni.