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Rapporto Stato Ambiente

RSA 2011 - Emissioni

Contenuti della sezione corrente
rsa2011-FLU_EM_A03 - Progetto CONECOFOR

CONECOFOR immagine 1

FUTMON

Deposizioni umide di sostanze acidificanti (flusso di deposizione di acidità totale)

Premessa

Lo studio della chimica delle deposizioni atmosferiche costituisce una parte di un più vasto programma nazionale di monitoraggio avviato in Italia nel 1995 dal Corpo Forestale dello Stato (Programma Nazionale Integrato per il Controllo degli Ecosistemi Forestali, CONECOFOR), gestito e coordinato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nell’ambito del Regolamento CEE 1091/94 e in stretto contatto con i programmi svolti nell’ambito dell’ONU-ECE (ICP Forests e ICP Integrated Monitoring).

CONECOFOR immagine 2

Localizzazione e tipologie delle 22 aree del progetto FutMon/CONECOFOR in Italia.

Lo scopo principale di tale programma è studiare le interazioni ecologiche tra le componenti strutturali e funzionali degli ecosistemi forestali e i fattori di pressione e di cambiamento su larga scala (inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, variazione dei livelli di biodiversità). Le indagini sulla chimica delle deposizioni atmosferiche in particolare, mirano a valutare l’apporto di ioni depositati dall’atmosfera sulla vegetazione e le modifiche della composizione chimica delle deposizioni a contatto con la vegetazione e con le sostanze su di essa depositate. A tal fine sono considerate diverse tipologie di deposizioni: a cielo aperto (sia come deposizioni totali – definite bulk, sia come deposizioni umide, definite wet only), sottochioma e lungo il tronco. In alcune aree, sono inoltre campionate le acque di ruscellamento superficiale, al fine di valutare gli effetti dell’interazione fra deposizioni atmosferiche, chiome e suolo. Un ulteriore obiettivo è la valutazione dell’evoluzione delle caratteristiche chimiche delle deposizioni e dei flussi di ioni al suolo.

Il prelievo e le analisi delle deposizioni atmosferiche nell’area VAL1 (La Thuile) sono iniziati nel 2009, anno in cui l’attività si è svolta nell’ambito e con i finanziamenti del progetto europeo LIFE+ FutMon (Further Development and Implementation of an EU-level Forest Monitoring System) coordinato, in Italia, dal Corpo Forestale dello Stato - Ministero dello politiche agricole alimentari e forestali. In tale sito è assicurato unicamente il campionamento delle deposizioni a cielo aperto e sottochioma e, per il triennio 2009-2011, delle concentrazioni di ozono.

Materiali e metodi

Le deposizioni a cielo aperto vengono campionate con tre campionatori costantemente esposti,  nei pressi della centralina di monitoraggio della qualità dell'aria di La Thuile (loc. Granges, quota 1.640 m); la scelta di tale sito è legata alla necessità di collocare i dispositivi di campionamento in una zona priva di interferenze con la copertura forestale, non troppo lontana dall'area boscata oggetto di indagine (area permanente) e facilmente raggiungibile durante tutto il corso dell'anno. Per la raccolta delle deposizioni sotto chioma, nel periodo estivo si impiegano 16 campionatori collocati all'interno dell'area permanente (Bois de Théraz, quota 1.800 m circa) in modo regolare, per ottenere una stima della deposizione media che interessa l'intera area, sia sotto le chiome degli alberi che negli spazi tra un albero e l'altro. Nel periodo invernale, per limitazioni di accesso all'area permanente, il campionamento è effettuato lungo la strada per il Colle San Carlo (Bois de Petosan, quota 1.945 m).

I 16 campionatori sottochioma delle deposizioni atmosferiche sono costituiti da un imbuto e una bottiglia di raccolta e sono collocati in estate nella parcella di analisi CONECOFOR e in inverno, per l’impossibilità di raggiungere l’area in sicurezza, in un bosco simile vicino alla strada. Altri 3 campionatori bulk sono installati a cielo aperto, in modo da raccogliere la deposizione atmosferica senza che questa abbia interagito con le chiome degli alberi. Nei mesi in cui gran parte della deposizione avviene sotto forma di neve, vengono esposti campionatori specifici di forma cilindrica.

I campioni di deposizione vengono prelevati settimanalmente ed inviati al laboratorio dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR. Conducibilità elettrica e pH sono misurati sul campione tal quale, che viene successivamente filtrato (0,45 µm), per le analisi dell’alcalinità (titolazione volumetrica secondo Gran), degli ioni principali (in cromatografia ionica), dell’ammonio (in spettrofotometria, metodo all’indofenolo), del carbonio organico disciolto (DOC, per combustione termica e rivelazione infrarossa) e dell’azoto totale (TN, chemioluminescenza).

CONECOFOR immagine 3

Campionatori (versione invernale) installati sotto chioma nell'area permanente (a sinistra) e presso il sito open field di Loc. Granges (a destra).

I Regolamenti dell'UE prevedono come parametri facoltativi diversi metalli, lo zolfo totale, il carbonio e l'azoto organico, ed il fosforo. Solo quest'ultimo viene misurato nell'ambito del programma CONECOFOR, per stimare l'eventuale contaminazione dei campioni da parte di residui organici.

Risultati preliminari

La quantità di precipitazione raccolta dai campionatori a cielo aperto è tra le più basse misurate nella rete CONECOFOR ed è variabile da anno ad anno: 626 mm nel 2009, 1014 mm nel 2010 e 760 mm nel 2011.

Il pH delle deposizioni a cielo aperto varia nei vari campioni settimanali da 4,86 a 8,3 e il valore medio, calcolato a partire dalla media ponderata sui volumi delle concentrazioni di ioni idrogeno, è di 5,7, molto prossimo al valore naturale dovuto alla dissoluzione dell’anidride carbonica atmosferica nelle acque piovane. I valori di pH più elevati corrispondono ad alcuni eventi di deposizione di sabbia sahariana.

I principali inquinanti che si depositano con le precipitazioni sono i solfati, derivati del biossido di zolfo, i nitrati, derivati dagli ossidi di azoto, e l’ammonio, derivato dall’ammoniaca. Mentre gli ossidi derivano principalmente dalle emissioni industriali e civili di gas combusti, l’ammoniaca deriva principalmente da emissioni agricole e zootecniche. Nella stazione de La Thuile, questi composti hanno presentato una concentrazione media sul triennio di 0,34 mgN L-1 per l’ammonio, 0,26 mgN L-1 per i nitrati e 0,24 mgS L-1 per i solfati. Si tratta di valori relativamente bassi, tra i più bassi misurati nelle stazioni CONECOFOR, ma comunque più elevati rispetto alle stazioni più lontane dalle fonti di inquinamento, come in Puglia e in Calabria. Confrontando la deposizione a cielo aperto e quella sotto chioma, la differenza più evidente è legata all’ammonio e al potassio che presentano concentrazioni rispettivamente più basse e più alte nella deposizione sottochioma rispetto a quella a cielo aperto, testimoniando un prelievo attivo a livello foliare di ammonio e il rilascio di potassio. La deposizione areale di azoto totale, che comprende nitrati, ammonio e azoto organico, e risultata in media 7,8 kg N ha-1 a-1, al di sotto della soglia di 10 kg N ha-1 a-1 considerata in letteratura come un’indicazione di possibili effetti ecologici avversi della deposizione di azoto, e del carico critico specifico per la questa stazione, calcolato in 9,8 kg N ha-1 a-1.

Conclusioni

Nonostante la sua posizione geografica remota e protetta rispetto alle principali fonti di inquinamento, il sito di La Thuile riceve una deposizione di composti di origine antropica (solfati, nitrati e ammonio) maggiore rispetto ad altri siti remoti italiani. Vi sono evidenze sperimentali di un prelievo di azoto a livello foliare, comportando quindi una modesta fertilizzazione del bosco. I valori di deposizione di azoto sono comunque inferiori al carico critico calcolato per questa stazione. Questi risultati sono specifici per La Thuile e non possono essere estesi a tutto il territorio regionale.

Le attività di campionamento sono realizzate dal personale di ARPA su incarico della Direzione Foreste e Infrastrutture e del Corpo Forestale della Valle d'Aosta. Le analisi chimiche sono condotte dal CNR-ISE (Istituto per la Studio degli Ecosistemi) di Verbania. Si ringrazia Aldo Marchetto del CNR-ISE per la redazione del paragrafo 'Risultati preliminari'.

rsa2011-FLU_EM_A02 - L'impatto delle emissioni della Cogne Acciai Speciali sull'aria ambiente di Aosta

Introduzione

L’acciaieria Cogne Acciai Speciali (di seguito CAS) è soggetta ad Autorizzazione Integrata Ambientale (di seguito AIA), rilasciata per la prima volta ad ottobre 2007 e recentemente rinnovata a dicembre 2012.

Secondo i dati dell’Inventario Regionale delle Emissioni, l’acciaieria contribuisce per circa il 40% alle emissioni complessive di polveri nella città di Aosta, la restante parte è attribuibile al traffico ed al riscaldamento domestico.

Le polveri emesse dall’acciaieria provengono principalmente dai processi di fusione e di affinazione dell’acciaio e sono caratterizzate da un contenuto di alcuni metalli (in particolare ferro, cromo, nichel, manganese e zinco) molto più elevato rispetto alle polveri emesse da traffico e riscaldamento. L’acciaieria, infatti, produce acciai inossidabili, e principalmente acciai austenitici, caratterizzati da un contenuto in peso di cromo del 18-20% e di nichel del 8-10%.

Secondo i dati dell’Inventario Regionale delle Emissioni, l’acciaieria contribuisce per oltre il 90% alle emissioni di nichel e cromo nella città di Aosta. Pertanto cromo e nichel possono essere considerati dei markers ambientali delle emissioni dell’acciaieria.

ARPA Valle d’Aosta ha condotto, nel periodo 2007-2012, un monitoraggio sistematico dei metalli nel PM10 e nelle deposizioni atmosferiche nella città di Aosta, per valutare l’impatto delle emissioni in corrispondenza delle aree urbane prossime all’acciaieria.

I monitoraggi hanno evidenziato una situazione di criticità legata alla presenza di elevate concentrazioni di metalli, in particolare di nichel, sia nel PM10 che nelle deposizioni atmosferiche.

Emissioni in atmosfera dell’acciaieria

L’emissione di polveri nel ciclo di produzione dell’acciaio deriva principalmente dai processi di fusione del rottame, nel forno fusorio UHP (Ultra High Power), e di affinazione dell’acciaio liquido nel convertitore AOD (Argon Oxygen Decarburisator).

Tali processi vengono condotti ad alte temperature in reattori costituiti da grandi recipienti di materiale refrattario.

Il ciclo lavorativo comprende le operazioni di fusione del rottame e di affinazione dell’acciaio liquido, che avvengono a reattore chiuso ad alta temperatura ed altre fasi transitorie (caricamento del rottame, aggiunta di additivi, scorifica, trasferimento dell’acciaio liquido in siviere) che avvengono a reattore aperto.

In condizioni di reattore chiuso si producono le “emissioni primarie”, che vengono captate dai due sistemi di aspirazione primaria.

In condizioni di reattore aperto si producono le “emissioni secondarie”, che vengono captate dal sistema di aspirazione secondario, costituito da due cappe poste al di sopra dei reattori, a ridosso del tetto dell’edificio.

Le emissioni captate dagli impianti di aspirazione vengono convogliate ai filtri a maniche per l’abbattimento delle polveri e successivamente emesse in atmosfera attraverso i camini.

I sistemi di aspirazione non riescono sempre a garantire la captazione completa delle emissioni. Pertanto, in certe condizioni, parte delle emissioni sfugge alla captazione e fuoriesce dalle aperture dell’edificio dando origine ad emissioni diffuse (Figura 1).

fig1 emissioni diffuse

Figura 1 – Episodio di emissione diffusa osservato nel corso del 2012

Per valutare l’impatto ambientale delle emissioni diffuse dell’acciaieria, è stato condotto un piano di caratterizzazione di tali emissioni nell’ambito dell’AIA. La CAS, con la supervisione dell’ARPA, ha installato un deposimetro sul tetto dell’acciaieria stessa, appena sopra le due cappe dell’aspirazione secondaria, che ha permesso il campionamento e la caratterizzazione chimica delle emissioni diffuse che sfuggono alla captazione (Figura 2).

fig2 depo tetto cas

Figura 2 – Deposimetro per la caratterizzazione delle emissioni diffuse posto sul tetto dell’acciaieria

Per quanto riguarda le emissioni convogliate, la caratterizzazione chimica delle polveri deriva dalle misure condotte sia dall’azienda in occasione degli autocontrolli periodici, sia dall’ARPA in occasione dei controlli ispettivi.
Nella Tabella 1 seguente vengono riportate le quantità di polveri emesse dai camini dei sistemi di aspirazione primaria e secondaria degli impianti UHP e AOD. I dati derivano dagli autocontrolli condotti dalla CAS nell’ambito del Piano di monitoraggio e controllo dell’AIA.

Tabella 1 - Quantità di polveri emesse annualmente dai camini dei sistemi di aspirazione primaria e secondaria degli impianti UHP e AOD

Emissioni 2008 2009 2010 2011 Media 2008/2011
t/a t/a t/a t/a t/a % sul totale
Primarie Asp. Primaria UHP 11,5 7,0 11,4 12,0 10,5 61%
Asp. Primaria AOD 3,5 2,4 3,5 3,5 3,2 19%
Secondarie Asp. Secondaria UHP-AOD 3,1 2,1 3,0 5,7 3,5 20%

Pertanto l’80% delle emissioni convogliate sono costituite da emissioni primarie, che derivano dalle fasi di fusione/affinazione a caldo dell’acciaio. Durante tali operazioni, che vengono condotte a temperature superiori a 1600°C, alcuni metalli quali zinco, piombo, manganese e ferro (che è presente in grandi quantità nel bagno metallico) evaporano e vengono ossidati nel passaggio alla fase vapore e nel successivo raffreddamento lungo la linea di depurazione fumi. I metalli maggiormente presenti nei fumi sono il ferro e lo zinco: l’alta percentuale di ferro è dovuta al fatto che esso è il costituente principale dell’acciaio, quella dello zinco è legata alla sua tendenza ad evaporare completamente, in quanto le sue temperature di fusione (419 °C) e di evaporazione (907 °C) sono molto inferiori a quelle degli agli altri metalli. Le particelle dei fumi risultano pertanto costituite prevalentemente da ossidi di ferro e zinco, quali ferrite di zinco (ZnFe2O4), zincite (ZnO) e ossidi di ferro (Fe3O4, FeO) [Rizescu, 2010].

Dal punto di vista dimensionale (Figura 3), si tratta di polveri molto fini, costituite per oltre il 60% da particelle con diametro < 1 µm, per circa il 25% di polveri con diametro compreso tra 1 µm e 10 µm e solo per il 15% da polveri con diametro superiore a 10 µm [Chirila et al., 2011].

fig3 distribuz granulometrica

Figura 3 – Distribuzione granulometrica del particolato presente nei fumi derivanti dalla fusione dell’acciaio in un forno fusorio ad arco elettrico (Chirila et al., 2011)

Considerando che le emissioni convogliate vengono trattate con filtri a tessuto che trattengono le frazioni più grossolane, si può assumere che le emissioni convogliate sono costituite prevalentemente da polveri fini assimilabili a particolato con diametro < 10 µm, con un elevato contenuto di ferro e di zinco.

Questo trova conferma nella caratterizzazione delle emissioni convogliate derivante dalle misure condotte nell’ambito dell’AIA. Nella Tabella 2 seguente viene riportato il contenuto (massa di metallo/massa di polvere) dei metalli maggiormente presenti nelle polveri emesse dai camini (Cr, Ni, Mn, Fe, Zn), mediato rispetto al flusso di massa di polvere emessa (tonnellate/anno) dai processi di fusione ed affinazione dell’acciaio.

Tabella 2 – Percentuale in peso di metalli nelle polveri delle emissioni primarie derivanti dai processi di fusione e affinazione dell’acciaio

   Cr Ni Mn Fe Zn

Emissioni convogliate
(% in peso di metallo nella polvere)

 3,0% 1,1% 2,4% 14,3% 11,1% 

Per quanto riguarda le emissioni diffuse, le fasi più critiche del processo consistono nelle operazioni transitorie condotte a reattore aperto, in cui si producono le emissioni secondarie. Durante tali operazioni, l’acciaio liquido è protetto da uno strato superficiale di scoria (principalmente calce) che evita il contatto con l’aria e previene fenomeni di ossidazione. L’introduzione di materiali (rottame, ferroleghe, additivi) e le operazioni di trasferimento dell’acciaio liquido (spillaggio) e di scorifica, provocano l’emissione di fumi contenenti prevalentemente particelle di scoria. Le emissioni che si sviluppano durante tali operazioni contengono particelle più grossolane rispetto alle emissioni primarie, con diametro aerodinamico compreso tra 20 e 500 µm (Guézennec et al., 2005). Si può pertanto assumere che le emissioni diffuse siano costituite prevalentemente da polveri grossolane con composizione assimilabile a quella della scoria.

Questo è confermato dal piano di caratterizzazione delle emissioni diffuse, dal quale emerge che il profilo di distribuzione dei metalli presente nelle emissioni diffuse è del tutto simile a quello della scoria (Figura 4). I dati vengono presentati in forma di “impronta”1 (“fingerprint”) della distribuzione percentuale dei 5 metalli caratteristici della produzione dell’acciaio (Cr, Ni, Mn, Fe, Zn).

 fig4 fingerprint diffuse-scoria

Figura 4 – Contenuto di metalli nelle polveri delle emissioni diffuse (deposizioni sul tetto dell’acciaieria) e nella scoria. I valori sono espressi in % in peso rispetto alla somma di Cr, Ni, Mn, Zn, Fe/5 (i valori di Fe sono rappresentati in figura divisi per 5 per consentire una migliore lettura del grafico)

Dai valori di emissione di metalli degli impianti forno UHP e convertitore AOD è possibile determinare un fingerprint caratteristico delle emissioni convogliate. Confrontando il fingerprint delle emissioni convogliate con quello delle emissioni diffuse, si osservano due sostanziali differenze: le emissioni diffuse, rispetto alle emissioni convogliate, hanno un contenuto di zinco molto inferiore ed un contenuto di cromo sensibilmente superiore (Figura 5). 

fig5 fingerprint convogliate-diffuse

Figura 5 – Contenuto di metalli nelle polveri delle emissioni diffuse (deposizioni sul tetto dell’acciaieria) e delle emissioni convogliate. I valori sono espressi in % in peso rispetto alla somma di Cr, Ni, Mn, Zn, Fe/5 (i valori di Fe sono rappresentati in figura divisi per 5 per consentire una migliore lettura del grafico)

Lo zinco è pressoché assente nella scoria, in quanto, essendo molto volatile, evapora durante la fase di fusione/affinazione a caldo e non viene trattenuto dallo strato superficiale di scoria (Rizescu et al., 2010). La presenza di zinco nelle deposizioni campionate sul tetto dell’acciaieria può essere ricondotto presumibilmente alla ricaduta del particolato fine proveniente principalmente dalle emissioni convogliate.

Il cromo, che ha una maggiore affinità con l’ossigeno rispetto agli altri metalli dell’acciaio, durante i processi di fusione/affinazione a caldo tende ad essere ossidato e a formare ossido di cromo (Cr2O3) che viene trattenuto dalla scoria (Nicodemi et al., 2011). Questo spiega il fatto che il contenuto di cromo nella scoria è relativamente elevato rispetto agli altri metalli.

Dinamiche di dispersione degli inquinanti e rete di monitoraggio della qualità dell’aria e delle deposizioni

La rete di monitoraggio della qualità dell’aria di Aosta comprende tre stazioni site in Piazza Plouves, Quartiere Dora e via I Maggio.

Le stazioni di Piazza Plouves e Quartiere Dora sono ubicate in due siti rappresentativi del fondo urbano, mentre la stazione di via I Maggio, situata a ridosso dell'acciaieria sul lato ovest dello stabilimento, è una stazione di misura industriale.

La rete di monitoraggio regionale delle deposizioni atmosferiche comprende 7 siti, 5 dei quali localizzati nell’area urbana di Aosta e dei comuni limitrofi (Piazza Plouves, Quartiere Dora, via I Maggio, Supermercato CIDAC, Plan Felinaz), e 2 localizzati in zone rurali del territorio regionale (La Thuile e Donnas).

In Figura 6 sono indicati i siti di monitoraggio delle aree circostanti rispetto ai principali camini di emissione di polveri e di metalli dell’acciaieria CAS. 

fig6 rete monitoraggio

Figura 6 – Siti di monitoraggio della qualità dell’aria e delle deposizioni atmosferiche per la valutazione dell’impatto ambientale dell’acciaieria. Con riempimento tratteggiato è indicata l’area in cui sono localizzati gli impianti di fusione e affinazione dell’acciaio liquido. In basso a sinistra è riportata la direzione prevalente dei venti nella piana di Aosta

Le simulazioni modellistiche di dispersione delle polveri emesse dai camini dell’acciaieria indicano che le ricadute delle emissioni convogliate interessano non solo l’area industriale ma anche la zona di Aosta ad ovest dello stabilimento CAS e le zone residenziali poste a sud rispetto allo stabilimento stesso (Figure 7 e 8).

 fig7 simulazio pm10 annuale

Figura 7 – Simulazione della dispersione delle polveri PM10 provenienti dalle principali emissioni convogliate dell’acciaieria (concentrazioni in aria - media annuale)

fig8 simulazio deposizioni annuale

Figura 8 – Simulazione della dispersione delle polveri PM10 provenienti dalle principali emissioni convogliate dell’acciaieria (deposizioni atmosferiche - media annuale)

L’area ad ovest dello stabilimento, dove è posta la stazione di via I Maggio, è interessata dalle ricadute delle emissioni dell’acciaieria quando il vento soffia da est (E) verso ovest (W). Questo avviene nelle ore pomeridiane della giornata, con variabilità stagionali determinate dal fatto che nella stagione primaverile-estiva i venti sono decisamente più intensi rispetto alla stagione autunnale-invernale durante la quale ci sono molte giornate di calma di vento.

In primavera ed in estate, con venti di brezza più intensi, i fenomeni di trasporto degli inquinanti emessi dall’acciaieria interessano in maniera più consistente la zona ad ovest dell’acciaieria rispetto alla zona a sud. Questo emerge chiaramente dalla simulazione modellistica delle emissioni dell’acciaieria nel periodo primaverile (è stato preso a riferimento il mese di aprile), caratterizzato da condizioni di ventosità intermedie tra i valori massimi estivi e le calme di vento invernali (Figura 9).
Tenendo conto di tali considerazioni, si può affermare che la stazione di via I Maggio è rappresentativa dell’area di massima ricaduta delle emissioni dell’acciaieria CAS nella zona ovest di Aosta a ridosso dell’acciaieria. 

fig9 simulazio deposizioni primavera-estate

Figura 9 – Simulazione della dispersione delle polveri PM10 provenienti dalle principali emissioni convogliate dell’acciaieria (deposizioni atmosferiche - periodo primaverile caratterizzato da condizioni di ventosità intermedie tra il periodo estivo e quello invernale)

Oltre ai monitoraggi condotti sul territorio urbano della città di Aosta, nel presente studio vengono presi in considerazione i dati ottenuti dalle campagne di monitoraggio condotte in altre zone del territorio regionale.
In tal modo è possibile ricostruire un quadro complessivo dei livelli di polveri e metalli nelle diverse zone del territorio regionale, così individuate (Figura 10):

  • CAS (sito industriale di Aosta - via I maggio);
  • Aosta (siti di fondo urbano di Piazza Plouves e di Quartiere Dora);
  • Piana di Aosta (siti di Nus capoluogo, Quart Villair, Brissogne Neyran, Petit Pollein, Chambave e Pontey);
  • Bassa Valle (siti di Hône, Verres e Donnas);
  • Zone rurali (siti di Issime e Entrèves).

fig10 siti di monitoraggio vda

Figura 10 – Siti di monitoraggio di PM10 e metalli nel territorio regionale

Metodi di misura

Le misure di PM10 e di metalli in qualità dell’aria sono state condotte dall’ARPA secondo i metodi UNI EN 12341:99 e UNI EN 14902:2005, previsti dal DLgs 155/2010 (recepimento della direttiva 2008/50/CE). La copertura temporale dei campionamenti sia del PM10 che dei metalli condotti nei siti urbani della città di Aosta è quasi pari al 100%.

Il monitoraggio delle deposizioni atmosferiche è stato condotto secondo il metodo contenuto nel Rapporto Istisan 06/38 dell’Istituto Superiore di Sanità, in conformità a quanto previsto dal Dlgs 155/2010.

La durata di campionamento delle deposizioni è mensile e la copertura temporale dell’anno è compresa tra 75-100%.

Le misure di polveri e metalli alle emissioni in atmosfera degli impianti dell’acciaieria sono state condotte secondo i metodi e le frequenze previste dall’AIA in accordo con le indicazioni della normativa europea in ambito IPPC (metodo UNI EN 13284-1 per le polveri, metodo Unichim 723:86 per i metalli).

Risultati e discussione

PM10

Le medie annuali di PM10 delle stazioni di fondo urbano della città di Aosta risultano in linea con i valori di fondo urbano di altre città con realtà simili, quali ad es. Trento e Bolzano (Figura 11).

fig11 pm10 media italia

Figura 11 – Confronto delle medie annuali di PM10 di Aosta con altre città (fonte dei dati: “Qualità dell’ambiente urbano VIII Rapporto Edizione 2012” – stazioni di “fondo urbano”)

Confrontando le medie annue di PM10 nei tre siti di misura di Aosta, risulta evidente che la stazione di via I Maggio, pur attestandosi a valori inferiori al limite, registra valori più elevati dei due siti di fondo urbano. In particolare, negli anni 2010-2011 la concentrazione media annua misurata nella stazione industriale di via I Maggio è risultata superiore del 40% circa rispetto a quella delle stazioni di fondo urbano di P.zza Plouves e di Q.re Dora (Figura 12).

fig12 pm10 confronto aosta

Figura 12 – Media annua PM10 nelle stazioni di misura di Aosta

Inoltre, per quanto riguarda la media giornaliera di PM10, nel sito industriale di via I Maggio il limite di 35 giornate/anno viene costantemente superato (Figura 13). In particolare, nel periodo 2008-2011 il numero di superamenti è risultato in crescita raggiungendo nel 2011 quota 69 superamenti/anno, quasi il doppio dei superamenti accettati dalla normativa.

fig13 pm10 sup confronto aosta

Figura 13 – PM10: numero di giorni di superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 nelle stazioni di misura di Aosta

Pertanto, pur in presenza di una situazione di rispetto dei limiti di qualità dell’aria nelle stazioni di fondo urbano di Aosta - Piazza Plouves e Aosta - Quartiere Dora, i livelli di PM10 nel sito industriale di Via I Maggio risultano piuttosto elevati rispetto al fondo urbano, presentando una situazione di superamento del limite di legge previsto per il numero di giorni di superamento della media giornaliera di PM10 di 50 µg/m3 e mostrando un evidente trend di crescita nel periodo 2008-2011. Tali elementi, che dimostrano un effetto evidente dell’impatto ambientale riconducibile alle emissioni dell’acciaieria, sono stati portati all’attenzione nell’istruttoria tecnica di rinnovo dell’AIA, che si è svolta nel corso dell’autunno 2012. Nel 2012 si è osservata un’inversione di tendenza sia per la concentrazione media annua che per il numero di superamenti della media giornaliera, che rimane comunque superiore al limite normativo.

Metalli nel PM10

I contenuti del presente articolo sono stati pubblicati per la prima volta sul sito dell’ARPA Valle d’Aosta (www.arpa.vda.it) a gennaio 2013, nel documento “L’impatto ambientale dello stabilimento Cogne Acciai Speciali sul particolato aerodisperso e sulle deposizioni nell’aria di Aosta e della Plaine”. In tale studio sono stati presi in considerazione i valori di metalli nel PM10 misurati nel periodo 2007-2011, non essendo ancora disponibili, al momento della pubblicazione, i dati dell’intero anno 2012.

Nel presente documento vengono presentati i dati aggiornati a dicembre 2012.

Nel 2012 è stata sostituita la strumentazione di campionamento dedicata alla determinazione dei metalli nel PM10. La strumentazione utilizzata nel periodo precedente era affetta da una bassa efficienza di captazione delle polveri che comportava una sottostima nella determinazione di alcuni metalli, mentre il sistema di campionamento di nuova tipologia garantisce misure di metalli più accurate. Questo è stato appurato a seguito di una serie di misure di interconfronto in parallelo tra i due sistemi di campionamento (quello vecchio adottato fino al 2011 e quello di nuova tipologia adottato a partire dal 2012), che ha permesso di determinare il rapporto tra le concentrazioni delle differenti specie metalliche misurate con i due sistemi di campionamento e di rideterminare i valori della concentrazione media annuale dei metalli, ed in particolare di nichel, misurati nella stazione urbana di Aosta - Piazza Plouves con la strumentazione usata precedentemente. In tal modo è stato possibile ricostruire la serie storica dei metalli del periodo 2007-2012.

Le considerazioni che seguono vengono formulate sulla base dei valori di metalli così rideterminati.

Il Dlgs 155/2010 prevede un valore limite per il piombo e valori obiettivo per arsenico, cadmio e nichel (Tabella 3).

Tabella 3 – Valori limite e valori obiettivo per i metalli in aria ambiente previsti dal Dlgs 155/2010

 

RIFERIMENTO

PARAMETRO

VALORE

Pb

Valore limite

Media annuale

500 ng/m3

As

Valore obiettivo

Media annuale

6 ng/m3

Cd

Valore obiettivo

Media annuale

5 ng/m3

Ni

Valore obiettivo

Media annuale

20 ng/m3

 

I livelli di piombo, arsenico e cadmio misurati in Aosta risultano molto inferiori rispetto ai rispettivi valori di riferimento previsti dalla normativa. Per quanto riguarda il nichel, i livelli della stazione di fondo urbano di Piazza Plouves del periodo 2007-2012 risultano compresi tra 22 e 34 ng/m3, superiori al valore obiettivo di 20 ng/m3 previsto dal Dlgs 155/2010 e sensibilmente superiori rispetto ai valori rilevati in stazioni di fondo urbano di altre città italiane, in cui i valori risultano compresi tra 2 e 10 ng/m3 [ISPRA, 2012], incluse metropoli quali Milano e Torino, dove il peso delle fonti urbane quali traffico e riscaldamento, è superiore a quello di Aosta (Figura 14).

fig14 confronto ni su pm10

Figura 14 – Confronto tra i valori medi annui di nichel su PM10 misurati ad Aosta ed in altre città italiane nel 2012 (fonte: ISPRA VIII Rapporto Aree Urbane).

Per quanto riguarda la stazione industriale di Via I Maggio, il valore medio annuale di nichel misurato nel 2012 con la nuova strumentazione è risultato pari a 53 ng/m3, ovvero oltre due volte superiore rispetto alla media annuale 2012 di Piazza Plouves pari a 22 ng/m3. Tale differenza è riconducibile alla differente distanza delle due stazioni di misura dall’acciaieria.

Deposizioni atmosferiche di metalli

Attualmente la normativa nazionale ed europea non prevede valori limite per le deposizioni.

Tuttavia, alcuni stati europei, quali Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Croazia hanno introdotto per alcuni metalli dei valori soglia. Nel presente studio si prendono a riferimento tali valori per una valutazione dei livelli di metalli misurati nelle deposizioni del territorio valdostano.

In particolare, viene preso a riferimento il valore limite di 15 µg/m2/giorno per la media annuale di deposizione di nichel previsto dalla normativa vigente in Germania (TA Luft 2002).

A differenza del PM10, che viene monitorato in maniera molto diffusa in tutto il territorio nazionale ed europeo ormai da molti anni, l’attività di monitoraggio delle deposizioni atmosferiche è molto più recente ed è attualmente in divenire, tenuto conto che la normativa nazionale ha contemplato la misura delle deposizioni per la prima volta solo nel 2007. Ne consegue che la disponibilità di dati di deposizione in letteratura è piuttosto limitata.

Per una valutazione dei valori di deposizione misurati, vengono presi a riferimento i dati riportati nel Position Paper della Commissione Europea ed i dati di alcuni studi condotti in varie zone del territorio nazionale da enti scientifici riconosciuti.

Le misure dei metalli nelle deposizioni evidenziano la presenza di livelli di nichel e cromo molto più elevati rispetto ad altre città italiane. Si osserva che il livello di deposizione di nichel nella città di Aosta (pari a circa 50 µg/m2/giorno) è nettamente superiore rispetto al valore soglia di 15 µg/m2/giorno previsto in Germania e Croazia ed è confrontabile con i livelli misurati in altre aree europee nei dintorni di industrie di lavorazione metalli (Figure 15 e 16).

 fig15 deposizioni ni

Figura 15 – Livelli di deposizione di nichel nel territorio regionale confrontati con altre realtà italiane ed europee2

fig16 deposizioni cr

Figura 16 – Livelli di deposizione di cromo nel territorio regionale confrontati con altre realtà italiane ed europee2

I livelli di deposizione di metalli risultano molto più elevati nella città di Aosta rispetto al restante territorio regionale. In particolare tale differenza è molto evidente per cromo e nichel, che sono i metalli caratteristici delle emissioni dell’acciaieria (Figura 17).

fig17 confronto vda

Figura 17 – Confronto dei livelli di deposizione di Cr, Ni, Pb e Zn nelle diverse zone del territorio regionale

Diverso è il caso del piombo che, a differenza di cromo e nichel, non è considerato un marker delle emissioni dell’acciaieria: i livelli di piombo in Aosta e nella Plaine risultano confrontabili con quelli della Bassa Valle e delle zone rurali. I livelli di deposizione di cromo e nichel della Piana di Aosta sono più elevati rispetto alla Bassa Valle ed alle zone rurali, caratterizzati da livelli confrontabili tra loro. Questo è legato al trasporto delle polveri dalla città di Aosta verso il fondovalle da parte dei venti dominanti che hanno direzione parallela al fondovalle. Diversamente, il territorio della Bassa Valle, separato dalla Piana di Aosta da una marcata discontinuità del profilo della valle centrale all’altezza della gola di Montjovet, non è condizionato da fenomeni di trasporto del particolato dalla Piana. Pertanto la qualità dell’aria della Basse Valle è determinata da fonti locali (principalmente traffico e riscaldamento) e, in parte, dall’influsso dell’aria proveniente dal Piemonte, ma non risente dell’influenza delle emissioni dell’acciaieria.

Impatto delle emissioni diffuse dell’acciaieria sulle deposizioni di metalli

In modo analogo a quanto effettuato per le emissioni convogliate, l’analisi chimica delle deposizioni campionate sul tetto dell’acciaieria CAS permette di ottenere una ”impronta” (“fingerprint”) caratteristica delle emissioni diffuse.
Confrontando l’impronta delle emissioni diffuse, determinata mediante l’analisi dei metalli nelle deposizioni campionate sul tetto dell’acciaieria, con le impronte delle deposizioni dei siti di via I Maggio e e CIDAC, si osserva una marcata corrispondenza (Figura 18).

fig18 fingerprint diffuse mag cidac

Figura 18 – Confronto tra l’impronta (“fingerprint”) delle emissioni diffuse (deposizioni sul tetto dell’acciaieria) e delle deposizioni campionate in area ambiente in prossimità dell’acciaieria. I valori sono espressi in % in peso rispetto alla somma di Cr, Ni, Mn, Zn, Fe/5 (i valori di Fe sono rappresentati in figura divisi per 5 per consentire una migliore lettura del grafico)

Pertanto si può affermare che le emissioni diffuse dell’acciaieria determinano il tenore di metalli delle deposizioni nell’area ambiente in prossimità dell’acciaieria stessa.

Azioni previste dal Dlgs 155/2010 in caso di superamento dei valori obiettivo di qualità dell’aria

L’art. 9 del Dlgs. 155/2010 stabilisce le modalità con cui le Regioni devono intervenire per il raggiungimento dei valori limite, per il perseguimento dei valori obiettivo e per il mantenimento del relativo rispetto.

Il comma 2 prevede che se in un’area i livelli di alcuni inquinanti (tra cui il nichel) superano i valori obiettivo previsti, le Regioni adottano un piano che comprenda l’adozione di misure, che non comportino costi sproporzionati, necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo entro il 31/12/2012. Il perseguimento del valore obiettivo non comporta, per gli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (Dlgs 18/02/2005 n.59, successivamente recepito dal Dlgs 152/06), condizioni più rigorose di quelle connesse all’applicazione delle migliori tecniche disponibili.

L’art 11 del Dlgs 155/2010 definisce le modalità e le procedure di attuazione dei piani. In particolare al comma 1 lett. d) è previsto che i piani possono anche individuare “valori limite di emissione, prescrizioni per l’esercizio e criteri di localizzazione per gli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che producono emissioni in atmosfera”.

Azioni di contenimento delle emissioni di polveri e metalli nell’ambito dell’AIA

Nel caso dei processi dell’acciaieria CAS, le emissioni di polveri e di metalli sono strettamente connesse tra loro, in quanto i metalli sono contenuti nelle polveri emesse e pertanto limitando le emissioni di polveri vengono di conseguenza limitate anche le emissioni di metalli.

Nell’ambito della procedura di rilascio dell’AIA ARPA ha valutato lo stato di applicazione delle migliori tecniche disponibili da parte dello stabilimento CAS.

Dalla valutazione è emerso che gli impianti di aspirazione ed abbattimento delle emissioni adottati dalla CAS risultano conformi, per tipologia di tecnica, a quanto previsto dalle migliori tecniche disponibili.

Tuttavia, in alcuni casi, l’efficienza di aspirazione ed abbattimento degli inquinanti risulta inferiore agli standard raggiungibili con le migliori tecniche disponibili.

Pertanto, nell’ambito dell’AIA, è stato avviato con l’azienda un percorso di miglioramento dell’efficienza di aspirazione ed abbattimento delle emissioni inquinanti, per arrivare a standard ambientali conformi a quelli previsti dalle migliori tecniche disponibili.

Per quanto riguarda i sistemi di filtrazione delle emissioni di polveri, negli impianti CAS vengono adottati filtri a tessuto che, come tipologia di trattamento, corrispondono ad una delle migliori tecniche disponibili per l’abbattimento delle emissioni di polveri.

Secondo i documenti tecnici di riferimento delle migliori tecniche disponibili, un sistema di abbattimento dotato di filtro a tessuto, se adeguatamente progettato e dimensionato, può consentire di ottenere valori di emissione di polveri inferiori a 10 mg/Nm3.

Alcuni degli impianti della CAS, ad eccezione di quelli di nuova realizzazione, sono di vecchia generazione (anni 80-90) e rispondono a standard emissivi previsti dalla normativa vigente all’epoca della loro costruzione, meno restrittivi rispetto ai valori ottenibili con filtri di nuova generazione adeguatamente dimensionati. Questo fa si che attualmente i limiti di emissione di polveri previsti per gli impianti della CAS siano ancora compresi tra 35 e 150 mg/Nm3, a seconda degli impianti.

Con l’entrata in vigore dell’AIA (ottobre 2007), è stata valutata la necessità di provvedere ad un miglioramento di questi sistemi di filtrazione per ottenere livelli di efficienza compatibili con i sistemi di nuova generazione.

Il provvedimento di rinnovo dell’AIA (PD n. 6011 del 28/12/2012) prevede un programma di interventi, a carico della CAS, di miglioramento dei sistemi di abbattimento collegati ai principali impianti che emettono polveri, al fine di garantire valori di emissione di polveri inferiori a 10 mg/Nm3. Sono inoltre previsti interventi di contenimento delle emissioni diffuse, che consistono in opere di tamponamento delle aperture dell’edificio in cui sono presenti gli impianti dell’acciaieria e nel miglioramento della capacità di captazione delle emissioni da parte degli impianti di aspirazione presenti.

Inoltre, al fine di assicurare il mantenimento di elevati livelli di efficienza degli impianti di aspirazione ed abbattimento degli inquinanti a servizio degli impianti UHP e AOD, il provvedimento di rinnovo dell’AIA prevede che l’azienda debba adottare un sistema di monitoraggio in continuo del processo di fusione dell’acciaio. Tale sistema comprende la misura in continuo della portata di aspirazione e delle concentrazione di polveri alle emissioni degli impianti di aspirazione primaria e secondaria del forno fusorio e l’acquisizione dei principali parametri di funzionamento degli impianti.

Conclusioni

Le emissioni in atmosfera dell’acciaieria CAS di Aosta determinano la presenza nell’aria ambiente di Aosta di livelli di nichel nel PM10 superiori al valore obiettivo previsto dal Dlgs 155/2010 ed il superamento del limite di legge relativo al numero di giorni con valore medio giornaliero di PM10 superiore a 50 µg/m3 nella stazione industriale di Via I Maggio.

Anche le deposizioni di metalli, in particolare nichel e cromo, riferibili alle emissioni diffuse dell'acciaieria, sono molto elevate nell’area urbana di Aosta, nettamente superiori ai dati reperiti in letteratura riferiti ad aree urbane italiane ed europee, e confrontabili con quelli di prossimità a siti industriali di lavorazione metalli. Pur trattandosi di un metodo di monitoraggio ambientale ancora poco diffuso, e pur non essendo ancora previsti dalla normativa italiana valori limite per le deposizioni, i livelli di nichel nei siti di fondo urbano di Aosta risultano nettamente superiori al valore soglia previsto dalla normativa tedesca (TA Luft 2002).

A fronte degli impatti sulla qualità dell’aria provocati dalle emissioni dell’acciaieria, considerata la necessità di intervenire per un contenimento delle emissioni convogliate e diffuse, nel provvedimento di rinnovo dell’AIA, approvato a dicembre 2012, è stato previsto un piano di miglioramento delle prestazioni dei sistemi di aspirazione ed abbattimento delle polveri degli impianti della CAS mediante l’adozione di interventi sia impiantistici che gestionali in linea con l’applicazione delle migliori tecniche disponibili.

Il proseguimento del monitoraggio ambientale consentirà di valutare l’efficacia delle misure di contenimento previste e di verificare nel tempo il mantenimento in efficienza dei sistemi di trattamento delle emissioni adottati da parte del gestore dell’acciaieria.

Bibliografia

Air pays de la Loire, Evaluation de la qualité de l'air dans l'environnement de l'Unité de Valorisation Energétique Arc en Ciel, 2011.
ARPA Emilia Romagna, Studio Ambientale dell'area Coriano Forlì - II fase – sintesi, marzo 2006.
Chirila E., Luca C., Characterisation of the electric arc furnace dust, Annals of the Oradea University, Fascicle of Management and Technological Engineering, Vol. X, 2011.
European Commission, Integrated Pollution Prevention and Control (IPPC), Best Available Techniques Reference Document on the Production of Iron and Steel, dicembre 2001
European Commission, Ambient air pollution by As, Cd and Ni compounds, Position Paper, 2001.
Guézennec A., Huber J.C., Patisson F., Birat J.P., Sessiecq P., Ablitzer D., Dust formation in electric arc furnace: birth of the particles, Powder Technology, 157, 1-3, 2-11, 2005.
ISPRA, Qualità dell’ambiente urbano, VIII Rapporto, Edizione 2012.
Istituto Superiore di Sanità - Rapporto Istisan 06/38, Qualità dell’aria ambiente – Metodo di riferimento per la determinazione di Pb, Cd, As e Ni nelle deposizioni atmosferiche, 2006.
Istituto Superiore di Sanità, Rapporto Istisan 06/43, Microinquinanti organici e inorganici nel Comune di Mantova: studio dei livelli ambientali, 2006.
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Magistrato delle Acque - Il monitoraggio SAMANET delle deposizioni atmosferiche nella laguna di Venezia, 2008.
Nicodemi W., Mapelli C., Siderurgia, Società Italiana di Metallurgia, 2011.
Rizescu C., Bacinschi Z., Stoian E., Polinescu A., Characterisation of steel mill electric-arc furnace dust, Advances in waste management, 2010.

 


1Per “impronta” si intende il grafico della distribuzione percentuale dei singoli metalli rispetto alla somma dei metalli considerati caratteristici del processo produttivo (Cr, Ni, Mn, Fe, Zn)

2 Fonti dei dati:
[1] Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Magistrato delle Acque, "Il monitoraggio SAMANET delle deposizioni atmosferiche nella Laguna di Venezia" (2008)
[2] ARPA Emilia Romagna, "Studio ambientale dell'area Coriano Forlì - II fase - sintesi" (2006)
[3] Istituto Superiore di Sanità - Rapporto Istisan 06/43 "Microinquinanti organici e inorganici nel Comune di Mantova: studio dei livelli ambientali" (2006)
[4] Position Paper for ambient air pollution by As, Cd and Ni
[5] Air pays de la Loire, "Evaluation de la qualité de l'air dans l'environnement de l'Unité de Valorisation Energétique Arc en Ciel” (2011)

rsa2011-FLU_EM_A01 - L'inventario regionale delle emissioni di inquinanti in atmosfera

L’inventario delle emissioni è una raccolta dei dati raggruppati per inquinante, per attività, per combustibile, per unità territoriale amministrativa (regione, provincia, comune), per intervallo temporale (anno, mese, giorno). A livello territoriale il dato di emissione viene riorganizzato in celle quadrate di 500 metri di lato, per poter meglio apprezzare e gestire, dal punto di vista dei metodi di calcolo, l’impatto locale.
L’inventario delle emissioni è oggetto di aggiornamento continuo, sia in relazione alle modifiche della distribuzione territoriale delle sorgenti, sia in relazione all’affinamento del dettaglio delle informazioni acquisite.
In Valle d’Aosta l’inventario delle emissioni è gestito da ARPA ed è, al momento, aggiornato a tutto il 2010. Esso è stato oggetto nel febbraio del 2008 di un interconfronto a livello nazionale, gestito da ENEA in collaborazione con ISPRA (ex APAT), nell’ambito del Programma europeo RAINS, volto ad armonizzare su scala europea gli inventari delle emissioni. L’interconfronto ha riguardato anche le metodologie di calcolo delle emissioni. I riscontri ottenuti sono stati positivi ed hanno portato alla revisione delle metodologie di calcolo per alcuni settori.
Per quantificare le emissioni degli inquinanti dalle diverse sorgenti sono state effettuate sia misure dirette (ad esempio, per gli impianti industriali, con misure a camino) sia stime basate sulla conoscenza di un indicatore di attività delle sorgenti (come ad esempio flussi veicolari per il traffico e potenze termiche per gli impianti di riscaldamento), a cui viene associato un appropriato coefficiente moltiplicativo detto “fattore di emissione”. Noti gli indicatori dell’attività considerata è possibile stimare le emissioni di inquinanti utilizzando la formula

E=AxF

dove

  • E è l’emissione prodotta per il periodo temporale considerato, espressa come massa in tonnellate o chilogrammi;
  • A è l'indicatore di attività;
  • F è il fattore di emissione per quell’attività, espresso in grammi di sostanza emessa/unità di attività.

I fattori di emissione utilizzati sono quelli riportati nell’ Atmospheric Emission Inventory Guidebook redatto nell’ambito del progetto EMEP-CORINAIR.
Gli inquinanti considerati nell’inventario delle emissioni della Valle d’Aosta sono:

  • ossidi di azoto (NOx);
  • monossido di carbonio (CO);
  • composti organici volatili non metanici (COVNM) ;
  • biossido di zolfo (SO2);
  • polveri totali sospese e frazione fine (PTS, PM10);
  • gas che intensificano l’effetto serra o clima-alteranti (anidride carbonica CO2, metano CH4, protossido di azoto N20, esafluoruro di zolfo SF6);
  • ammoniaca (NH3)
  • benzene (C6H6).

La presenza di numerose tipologie di sorgenti ha reso necessaria l’elaborazione di una loro classificazione in base a criteri univoci. In particolare, nell’ambito del progetto europeo CORINAIR è stata adottata una nomenclatura unica ed uguale per tutti detta SNAP97 (Selected Nomenclature for Air Pollution activities). Tale classificazione si basa sulla ripartizione in undici macrosettori delle attività antropiche e naturali responsabili delle emissioni in atmosfera degli inquinanti monitorati:

 

Macrosettore Codice SNAP
Centrali elettriche pubbliche, cogenerazione, teleriscaldamento 01
Combustione – terziario ed agricoltura 02
Combustione – industria 03
Processi produttivi 04
Estrazione e  distribuzione di combustibili fossili 05
Uso di solventi 06
Trasporti stradali 07
Altre sorgenti mobili 08
Trattamento e smaltimento rifiuti 09
Agricoltura ed allevamento 10
Natura 11

 

Tabella 1 - Definizioni generali dei macrosettori dalla classificazione SNAP97.

Il presente inventario contiene dati relativi a 3.066 sorgenti suddivise in 134 puntuali, 1.406 lineari e 1.526 areali; le emissioni vengono disaggregate in tutto il territorio regionale su 13.452 celle di 500 metri di lato.

L’elaborazione delle stime di emissioni in atmosfera dell’inventario regionale, oltre che dalla normativa europea, è prevista nella misura “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (Legge regionale 30 gennaio 2007, n. 2 “Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015”).

L’inventario regionale delle emissioni dei principali inquinanti legati all’analisi della qualità dell’aria, permette il popolamento degli indicatori che si trovano nel presente capitolo.

Le informazioni contenute e ordinate nell’inventario costituiscono una fondamentale sorgente di dati per le stime modellistiche previsionali di concentrazioni di inquinanti in atmosfera. Unendo i dati emissivi con le informazioni sulle condizioni meteo-climatiche, è possibile pervenire ad una informazione completa e continua su tutto il territorio regionale della presenza di inquinanti in atmosfera e, quindi, dell’esposizione della popolazione.

L’aggregazione spaziale delle informazioni, per maglie di 500 metri di lato (vedi Fig. 1), è in grado di descrivere le differenze tra aree urbane, zone di insediamento industriale, aree interessate dalle principali vie di traffico, comuni limitrofi e aree rurali remote.

1 celleFig. 1 – Esempio di rappresentazione grafica da inventario delle emissioni – Ossidi di azoto (NOX)

I dati di emissioni presentati hanno avuto un importante aggiornamento nel corso dell’estate 2012 con l’aggiornamento della stima delle emissioni da impianti di riscaldamento, grazie al recepimento dei risultati del censimento alla popolazione elaborato dal COA Energia e da ARPA VdA all’interno delle attività del progetto Alcotra RENERFOR, e di quelle relative alle macchine agricole grazie ai dati pervenuti dall’Assessorato Agricoltura.

rsa2011-FLU_EM_009 - Emissioni di ammoniaca (NH3)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di NH3, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni di NH3 sono particolarmente legate all’attività di allevamento del bestiame, molto sviluppata in Valle d’Aosta. Tali emissioni si concentrano quindi in particolare nelle aree adibite al pascolo.
L’andamento di tali emissioni registra un trend stabile negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
La fonte di emissione  di questa sostanza è rappresentata principalmente dall’allevamento di bestiame ed in particolare è legata alle deiezioni animali. 

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

n.a.

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Protocollo di Göteborg (1999)
  • Direttiva NEC (2001/81/CE) “National Emission Ceilings”
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.)
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” 

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di sostanze acidificanti (SOX, NOX, NH3):trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI NH3 EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 cartaL’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI NH3 TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 31 2%
Riscaldamento domestico 19 1%
Agricoltura e allevamento 1771 97%
Altre sorgenti <1 <1%
Totale 1820  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 7
Valle d'Aosta 14

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni di NH3 sono attribuibili essenzialmente all’attività di allevamento di bestiame. Si nota un lieve aumento delle emissioni nel 2009, dipendente dai numeri di capi censiti dall’Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali; l’andamento si può comunque ritenere sostanzialmente stabile negli ultimi anni.

La distribuzione sul territorio della regione delle emissioni è strettamente correlata alle attività di pastorizia, le maggiori quantità di sostanze emesse sono pertanto localizzate in corrispondenza delle zone di territorio dedicate alle attività di pascolo.

Le emissioni pro capite sono superiori alla media nazionale. L’incidenza percentuale dell’attività di allevamento bestiame non mostra significative differenze a livello nazionale e regionale,  rappresentando, per entrambe le scale territoriali, la pressoché totalità delle emissioni di tale sostanza.

rsa2011-FLU_EM_008 - Emissioni di benzene (C6H6)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di C6H6, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni di C6H6 sono particolarmente legate ai trasporti e si concentrano in particolare nei maggiori abitati del fondovalle principale. L’andamento di tali emissioni registra un trend in decisa riduzione negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
Per quanto riguarda il benzene, lo si ritrova in atmosfera principalmente a causa della sua presenza nella benzina; pertanto le fonti di emissione principali sono il traffico veicolare e il sistema di distribuzione dei carburanti.
Per un approfondimento sulle caratteristiche del benzene e sulle concentrazioni effettivamente rilevate in aria si rimanda all’indicatore Concentrazione di benzene (C6H6) nell’aria ambiente - TER_INQ_006.

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

n.a.

Tendenza

discendente 

* Si rimanda all’indicatore Concentrazione di benzene (C6H6) nell’aria ambiente - TER_INQ_006

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Indicatori correlati nella presente relazione

  • a title="TER_INQ_006 Concentrazione di benzene (C6H6) nell’aria ambiente" " " ">"ER_INQ_006 Concentrazione di benzene (C6H6) nell’aria ambiente

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351).
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015).

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni”.

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di benzene (C6H6): trend e disaggregazione settoriale”

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI C6H6 EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 carta L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI C6H6 TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 17 95%
Gestione carburanti 1 3%
Verniciatura <1 2%
Totale 18  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 0,14
Valle d'Aosta 0,14

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni di benzene sono da attribuire soprattutto ai trasporti, sia su strada che di altro tipo (in particolare trasporto ferroviario e macchine agricole).

La tendenza delle emissioni di benzene mostra una chiara e costante riduzione negli ultimi anni grazie all’ammodernamento del parco veicolare.

La distribuzione sul territorio della regione delle emissioni è strettamente correlata al trasporto su strada, si nota come la conca del capoluogo e la rete autostradale abbiano i valori di emissione più elevati.

Le emissioni pro capite sono di poco superiori alla media nazionale. Anche la distribuzione di incidenza per tipologia di sorgente mostra significative differenze: in Valle d’Aosta il contributo dei trasporti è assolutamente preponderante (maggiore del 90%), laddove a livello nazionale, per quanto prioritario, è intorno al 70% a causa del maggior apporto di attività industriali e di verniciatura.

rsa2011-FLU_EM_007 - Emissioni di composti organici volatili non metanici (COVNM)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di COVNM, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni dei composti organici volatili non metanici (COVNM) sono particolarmente legate al ciclo vegetativo delle foreste presenti sul territorio; tali emissioni si concentrano uniformemente nelle vallate valdostane.
L’andamento di tali emissioni registra un trend stabile negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
I composti organici volatili non metanici includono gruppi diversi con comportamenti fisici e chimici diversi. Si classificano come COVNM, infatti, sia gli idrocarburi contenenti carbonio ed idrogeno come unici elementi (composti alifatici e composti aromatici) sia composti contenenti ossigeno, cloro o altri elementi tra il carbonio e l'idrogeno, come gli aldeidi, eteri, alcool, esteri, clorofluorocarburi (CFC) ed idroclorofluorocarburi (HCFC). Essi sono oggetto di studio perché le loro emissioni sono di particolare importanza per la loro influenza sul bilancio totale di carbonio e sulla capacità di reazione con ozono, radicali OH e NO3, per produrre inquinanti atmosferici come l'ozono, gli aldeidi, i chetoni, i perossidi organici ed il monossido di carbonio. Nelle aree forestali il contributo delle sorgenti naturali diventa notevole, portando ad un significativo effetto sulla fotochimica a scala locale, regionale o globale.
Le fonti di emissione sono il riscaldamento domestico, in particolare se il combustibile è biomassa legnosa, e le aree boscate. 

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

n.a.

Tendenza

stabile 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Protocollo di Göteborg (1999)
  • Direttiva NEC (2001/81/CE) “National Emission Ceilings”
  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.)
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” 

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di precursori di ozono troposferico (NOX e COVNM): trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI COVNM EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 carta L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI COVNM TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

I valori riportati nel diagramma possono differire da pubblicazioni precedenti al 2010 a causa di aggiornamenti metodologici (in particolare per il settore del riscaldamento domestico).

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 384 11%
Riscaldamento domestico 1199 35%
Gestione carburanti 189 6%
Verniciatura 381 11%
Di origine naturale (es. foreste) 1167 34%
Altre sorgenti 93 3%
Totale 3412  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 19
Valle d'Aosta 27

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Alle emissioni di COVNM contribuiscono in modo rilevante le sorgenti naturali. Per quanto riguarda l’andamento nel corso degli ultimi anni, si rileva un trend decisamente stabile.

La distribuzione sul territorio evidenzia come l’area interessata dall’emissione di COVNM sia piuttosto estesa. Essa, infatti, comprende tutte le aree boscate che contribuiscono alla emissione di questa famiglia di composti. Le quantità aumentano lungo la valle centrale, in corrispondenza dei centri abitati e delle principali arterie di traffico dove significativa è l’incidenza dei contributi delle attività antropiche.

Le emissioni pro capite sono più elevate a confronto della media nazionale. Rispetto alla distribuzione delle sorgenti emissive a livello nazionale, si osserva in Valle d’Aosta una minore rilevanza delle emissioni da uso di vernici (mancanza di insediamenti industriali) e la preponderanza delle emissioni da riscaldamento e biogeniche da foreste e suoli, che arrivano a coprire quasi il 70% delle emissioni totali.

rsa2011-FLU_EM_006 - Emissioni di monossido di carbonio (CO)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di CO, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni di monossido di carbonio (CO) sono particolarmente legate al traffico, in particolare quello di tipo urbano, e si concentrano in particolare nei principali abitati situati lungo il fondovalle principale. L’andamento di tali emissioni registra un trend in diminuzione negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
Il monossido di carbonio è un inquinante emesso da traffico auto veicolare a benzina, soprattutto a basso regime di giri del motore, come avviene frequentemente nelle aree urbane a circolazione congestionata.
Altre  fonti sono gli impianti di riscaldamento e di produzione di energia che comportano combustione
Per un approfondimento sulle caratteristiche di questo inquinante e sulle concentrazioni  effettivamente rilevate in aria si rimanda all’indicatore Concentrazione di monossido di carbonio (CO) nell’aria ambiente - TER_INQ_004

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

n.a.

Tendenza

discendente 

* Si rimanda all’indicatore Concentrazione di monossido di carbonio (CO) nell’aria ambiente - TER_INQ_004

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Indicatori correlati nella presente relazione

  • a title="TER_INQ_004 Concentrazione di monossido di carbonio (CO) nell’aria ambiente" " " ">"ER_INQ_004 Concentrazione di monossido di carbonio (CO) nell’aria ambiente

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.)
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni”.

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di monossido di carbonio (CO): trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI CO EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 carta

L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI CO TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

I valori riportati nel diagramma possono differire da pubblicazioni precedenti al 2010 a causa di aggiornamenti metodologici (in particolare l’aggiornamento delle valutazioni realtive al riscaldamento domestico).

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 2182 17%
Riscaldamento domestico 9664 75%
Altre sorgenti 1058 8%
Totale 12904  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 50
Valle d'Aosta 100

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni di CO hanno mostrato un andamento piuttosto stabile tra il 2005 e il 2010.Il settore del riscaldamento domestico risulta essere il principale emettitore di questo inquinante, in particolare quando il combustibile è costituito da legna o pellet.

La distribuzione territoriale evidenzia come le aree a maggiore pressione siano quelle dei principali centri abitati della regione, in quanto tale inquinante è particolarmente legato al riscaldamento residenziale ed al traffico urbano a bassi regimi di velocità.

A livello nazionale si registrano maggiori apporti del settore industriale e del traffico stradale, in particolare urbano, rispetto alla Valle d’Aosta, dove è preponderante (75%) l’apporto delle emissioni da riscaldamento domestico.

rsa2011-FLU_EM_005 - Emissioni di polveri totali sospese (PTS) e PM10

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta una stima delle emissioni regionali di polveri, considerate globalmente (PTS) e con riferimento alla frazione con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron (PM10), oggetto, insieme al PM2.5, dei riferimenti normativi in termini di concentrazioni ambientali. Per le PM10 è riportata l’evoluzione temporale e i contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni di polveri totali (PTS) e della loro frazione PM10 sono particolarmente legate ai trasporti ed al riscaldamento residenziale e si concentrano, in particolare, nel fondovalle principale. L’andamento di tali emissioni registra un trend in lieve aumento negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
Le polveri PM10 sono originate prevalentemente da processi di combustione incompleta. Il traffico autoveicolare e gli impianti di riscaldamento ne sono le principali fonti di emissione.
Per un approfondimento sulle caratteristiche di questo inquinante e sulle concentrazioni effettivamente rilevate in aria si rimanda all’indicatore Concentrazioni di polveri fini (PM10 e PM2.5) nell’aria ambiente - TER_INQ_003

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

n.a.

Tendenza

ascendente
 

* Si rimanda all’indicatore Concentrazioni di polveri fini (PM10 e PM2.5) nell’aria ambiente - TER_INQ_003

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Indicatori correlati nella presente relazione

  • a title="TER_INQ_003 Concentrazione di polveri fini (PM10 e PM2.5) nell’aria ambiente" " " ">"ER_INQ_003 Concentrazione di polveri fini (PM10 e PM2.5) nell’aria ambiente

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351).
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015).

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” 

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di particolato (PM10): trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI PTS EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 carta

L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI PM10 TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

I valori di PM10 sono calcolati a partire da quelli di polveri totali in base ai coefficienti del progetto RAINS Italia (ENEA ed ISPRA - ex APAT).

EMISSIONI DI PM10 STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 230 32%
Riscaldamento domestico 355 50%
Industria 19 3%
Altre sorgenti 111 15%
Totale 715  

EMISSIONI DI PM10 PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 3
Valle d'Aosta 6

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni di polveri hanno mostrato un andamento sostanzialmente stabile negli ultimi anni.

La distribuzione territoriale evidenzia come le aree a maggiore pressione siano quelle del solco della valle principale dove sono concentrati i maggiori centri abitati, le principali vie di traffico e quasi tutte le attività produttive.

Le emissioni pro capite sono superiori alla media nazionale. A livello regionale, si osserva una maggiore incidenza delle emissioni da impianti di riscaldamento, in particolare per quelli a biomassa legnosa, che da sole coprono circa il 50% delle emissioni complessive, ed una minore incidenza di quelle industriali.

rsa2011-FLU_EM_004 - Emissioni di ossidi di azoto (NOx)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di NOx, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. Con la sigla NOx si intende la somma di NO2 (biossido d’azoto) e di NO (monossido di azoto). 

Messaggio chiave

Le emissioni di NOx sono particolarmente legate ai trasporti ed al riscaldamento residenziale.  Esse si concentrano in particolare nel fondovalle principale.
L’andamento di tali emissioni registra un trend sostanzialmente stabile negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare, a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni), le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
Gli ossidi di azoto sono prodotti in tutti i processi di combustione. Il traffico autoveicolare è il principale responsabile della sua emissione in ambiente urbano.
Altre  fonti sono gli impianti di riscaldamento e l’industria.
Per un approfondimento sulle caratteristiche di questo inquinante e sulle concentrazioni  effettivamente rilevate in aria si rimanda all’indicatore Concentrazione di ossidi di azoto (NO2 e NOX) nell’aria ambiente - TER_INQ_002

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore. 

Indicatori correlati nella presente relazione

  • a title="TER_INQ_002 Concentrazione di ossidi di azoto (NO2 e NOx) nell’aria ambiente" " " ">"ER_INQ_002 Concentrazione di ossidi di azoto (NO2 e NOx) nell’aria ambiente

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

n.a.

Tendenza

stabile 

* Si rimanda all’indicatore Concentrazione di ossidi di azoto (NO2 e NOX) nell’aria ambiente - TER_INQ_002

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione. 

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Protocollo di Göteborg (1999).
  • Direttiva NEC (2001/81/CE) “National Emission Ceilings”.
  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio).
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351).
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015).

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende, inoltre, da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” 

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA: “Emissioni di sostanze acidificanti (SOX, NOX, NH3): trend e disaggregazione settoriale”
Annuario ISPRA: “Emissioni di precursori di ozono troposferico (NOX e COVNM): trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

QUANTITA’ TOTALI ANNUE DI NOX EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 metri DI LATO

1 carta

 L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI NOX TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010.

2 grafico

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 1330 55%
Riscaldamento domestico 505 21%
Industria 441 18%
Altre sorgenti 137 6%
Totale 2423  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 18
Valle d'Aosta 19

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni di NOx hanno mostrato un andamento irregolare negli ultimi anni, dal 2005 al 2010 registrano un aumento legato al riscaldamento e all’industria ed una riduzione per i trasporti.

La distribuzione territoriale evidenzia come le aree a maggiore pressione siano quelle del solco della valle principale dove sono concentrati i maggiori centri abitati, le principali vie di traffico e quasi tutte le attività produttive.

Le emissioni pro capite sono paragonabili alla media nazionale, per l’incidenza delle differenti sorgenti emissive si rileva una maggiore importanza delle emissioni da riscaldamento residenziale a livello regionale.

rsa2011-FLU_EM_003 - Emissioni di biossido di zolfo (SO2)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore rappresenta la stima delle emissioni regionali di SO2, della loro distribuzione spaziale ed evoluzione temporale e dei contributi delle diverse tipologie di sorgente. 

Messaggio chiave

Le emissioni di SO2 sono particolarmente legate al riscaldamento residenziale e si concentrano in particolare nei centri abitati. L’andamento di tali emissioni registra un trend in lieve diminuzione negli ultimi anni. 

Obiettivo

L’obiettivo degli indicatori inerenti alle emissioni dei diversi inquinanti considerati è stimare a partire dai dati relativi alle sorgenti locali (posizione geografica ed entità delle emissioni) le quantità di sostanza emessa annualmente (in tonnellate/anno) sia sull’intero territorio regionale sia su riquadri di 500 m di lato e confrontarne il quantitativo procapite in Valle d’Aosta con il dato nazionale.  
Il biossido di zolfo (SO2) è un inquinante primario generato nel processo di combustione dallo zolfo presente nei combustibili .
Le principali fonti di emissione sono pertanto gli impianti di riscaldamento e i motori che utilizzano oli combustibili e gasolio, prodotti ad alto tenore di zolfo.
Per un approfondimento sulle caratteristiche di questo inquinante e sulle concentrazioni  effettivamente rilevate in aria si rimanda all’indicatore Concentrazione di biossido di zolfo (SO2) nell’aria ambiente - TER_INQ_001

Ruolo di Arpa

ARPA Valle d'Aosta è responsabile della gestione dell'Inventario regionale delle emissioni inquinanti in aria, i cui dati sono utilizzati per la compilazione del presente indicatore.

Indicatori correlati nella presente relazione

  • a title="TER_INQ_001 Concentrazione di biossido di zolfo (SO2) nell’aria ambiente" " " ">"ER_INQ_001 Concentrazione di biossido di zolfo (SO2) nell’aria ambiente

Classificazione

Area tematica SINAnet

Atmosfera

Tema SINAnet

Emissioni

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

n.a.

Tendenza

discendente
 

* Si rimanda all'indicatore Concentrazione di biossido di zolfo (SO2) nell’aria ambiente - TER_INQ_001

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 2 2

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Biennale

Data di aggiornamento

31/12/2010

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione.

 

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Protocollo di Göteborg (1999)
  • Direttiva NEC (2001/81/CE) “National Emission Ceilings”
  • d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.)
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.)
  • d.lgs. 13 agosto 2010, n. 155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa).
  • l.r. 30 gennaio 2007, n. 2 (Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per il sistema di valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesto dalla normativa. Essa discende inoltre da richieste di riduzione delle emissioni contenute in accordi internazionali ed è esplicitamente prevista dal Piano regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria (legge regionale 2/2007): “QA2.c – Aggiornamento dell’inventario delle emissioni” 

Livelli di riferimento

Non previsti dalla normativa, si confrontano le emissioni procapite regionali con quelle nazionali.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Annuario ISPRA - “Emissioni di sostanze acidificanti (SOX, NOX, NH3): trend e disaggregazione settoriale” 

Presentazione e analisi

 QUANTITA' TOTALI ANNUE DI SO2 EMESSE NEL 2010 RIFERITE A MAGLIE DI TERRITORIO DI 500 METRI DI LATO

1 carta

L’informazione, qui rappresentata a scopo indicativo su scala regionale, può essere, ovviamente, letta su scala ridotta in modo da approfondire la conoscenza locale.

STIMA DELLE QUANTITA’ DI SO2 TOTALI E PER SETTORE EMESSE NEL PERIODO 2005-2010

2 grafico

EMISSIONI STIMATE PER IL 2010

Settore tonn/anno percentuale
Trasporti 19 4%
Riscaldamento domestico 361 85%
Industria 30 7%
Altre sorgenti 15 4%
Totale 425  

EMISSIONI PRO CAPITE
Confronto con dato nazionale

  kg emessi pro capite
Italia 5
Valle d'Aosta 3

INCIDENZA DELLE SORGENTI EMISSIVE
Confronto con dati nazionali

3 macrosettori

Le emissioni totali di SO2, attribuibili essenzialmente al riscaldamento, si sono progressivamente ridotte nel corso degli anni. Tale importante riduzione è da ricondursi alla variazione di tipologie di combustibili per gli impianti di riscaldamento: all’aumento di utilizzo di metano e gpl è difatti conseguita una riduzione della nafta, combustibile a maggior tenore di zolfo. Per i trasporti si ha un aumento dovuto all’incremento dei veicoli diesel.

Sul territorio regionale la distribuzione delle emissioni è strettamente correlata alle attività antropiche e quindi alla localizzazione dei centri abitati e delle attività produttive, commerciali e industriali. Le maggiori quantità di sostanze emesse sono pertanto situate nei centri più popolati.
Le emissioni pro capite sono inferiori alla media nazionale.
Per quanto riguarda l’incidenza delle diverse sorgenti emissive, la ripartizione tra le diverse tipologie in Valle d’Aosta è molto diversa rispetto a quella nazionale: il contributo percentuale degli impianti di riscaldamento appare, infatti, largamente preponderante rispetto a tutte le altre tipologie di sorgente, in particolare agli impianti di produzione energetica e ai processi di combustione industriale.

rsa2011-FLU_EM_002 - Composizione del parco veicolare circolante

Presentazione

Descrizione

Gli impatti ambientali del traffico autoveicolare sono determinati in modo rilevante, oltre che dai volumi complessivi considerati nell’indicatore precedente, anche dalla modernità del parco circolante. Questa viene valutata rispetto alla classificazione derivante da Direttive europee, in continuo aggiornamento.

Messaggio chiave

I parchi veicolari circolanti in Valle d’Aosta risultano avere un buon livello di rinnovo per le classi motoristiche a minor inquinamento, in particolare per i veicoli leggeri del parco locale e per quelli pesanti transitanti in autostrada.

Obiettivo

Conoscere il parco veicolare circolante nella Regione permette di meglio stimare le emissioni di inquinanti in atmosfera prodotte dai trasporti su strada sia locali che transfrontalieri.

Ruolo di Arpa

ARPA riceve dagli enti gestori i dati, li elabora per l'aggiornamento dell'Inventario regionale delle emissioni e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Trasporti

Tema SINAnet

Trasporti

DPSIR

D

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

Non applicabile

Tendenza

miglioramento

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 1 1

 

Proprietà del dato

ACI Valle d’Aosta e GEIE-TMB.

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2011

Copertura temporale

Dal 2000

Copertura territoriale

Tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

Normativa europea reperibile in formato pdf all’indirizzo internet http://eur-lex.europa.eu/
EURO 1 (immatricolati dopo il 31.12.1992)

  • 93/59/CEE (con catalizzatore)
  • 91/441/CE
  • 91/542/CE (punto 6.2.1.A)

EURO 2 (immatricolati dopo il 1.1.1997)

  • 91.542 punto 6.2.1.B
  • 94/12 CEE
  • 96/1 CE
  • 96/44 CEE
  • 96/69 CE
  • 98/77 CE

EURO 3 (immatricolati dopo il 1.1.2001)

  • 98/69 CE
  • 98/77 CE rif 98/69 CE
  • 99/96 CE
  • 99/102 CE rif. 98/69 CE
  • 2001/1 CE rif 98/69 CE
  • 2001/27 CE
  • 2001/100 CE A
  • 2002/80 CE A
  • 2003/76 CE A

EURO 4 (immatricolati dopo il 1.1.2006)

  • 98/69/CE B
  • 98/77/CE rif. 98/69/CE B
  • 1999/96 CE B
  • 1999/102 CE B rif. 98/69/CE B
  • 2001/1/CE Rif. 98/69 CE B
  • 2001/1 CE B rif. 98/69 CE B
  • 2001/27 CE B
  • 2001/100 CE B
  • 2002/80 CE B
  • 2003/76 CE B
  • 2005/55/CE B1
  • 2006/51 CE B rif. 2005/55/CE B1

EURO 5 (immatricolati dopo il 1.9.2009)

  • 2005/55/CE B2
  • 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2
  • 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2 (ecol. migliorato) oppure Riga C
  • 99/96 fase III oppure Riga B2 o C
  • 2001/27 CE Rif. 1999/96 Riga B2 oppure Riga C
  • 2005/78 CE Rif 2005/55 CE Riga B2 oppure riga C

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore é collegata alla misura “RT2 – Rinnovo tecnologico del parco circolante” del piano Regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della Qualità dell’Aria (Legge regionale 30 gennaio 2007, n. 2 “Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015”).

Livelli di riferimento

Non ci sono riferimenti diretti con normative specifiche.
Viene riportato un confronto per le automobili con il parco veicolare delle regioni dell’Italia Nord-Ovest.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Indicatori correlati nella presente relazione

Presentazione e analisi

Parco veicoli leggeri - ACI VdA (2011)


Automobili Parco ACI VDA (pubblicato) Parco ACI VDA (senza “auto da locare senza conducente”) Parco ACI Italia Nord Ovest
Euro 0 5,53% 8,65% 8,78%
Euro 1 2,28% 3,57% 4,29%
Euro 2 10,98% 17,12% 18,70%
Euro 3 13,35% 20,69% 22,91%
Euro 4 41,01% 39,95% 41,65%
Euro 5 26,85% 10,01% 3,66%
Euro 6 0.01% 0% 0%

parco veicoli leggeri

Parco veicoli pesanti - ACI VdA (2010)

Veicoli commerciali pesanti Parco ACI VdA GEIE MB
Euro 0 38,66% 0%
Euro 1 7,93% 0%
Euro 2 16,17% 1,51%
Euro 3 22,92% 29,75%
Euro 4 5,88% 19,46%
Euro 5 8,00% 49,28%
Euro 6 0,44% 0%

parco veicoli pesanti

Commenti

PARCO VEICOLI LEGGERI – ACI VdA (2011)
Confrontando la distribuzione nelle classi, definite dalla Direttiva europea, delle automobili circolanti in Valle d’Aosta, con quella delle altre regioni nord-occidentali italiane, si osserva un maggior rinnovamento del parco circolante rispetto all’area presa in considerazione. In particolare risultano elevate le percentuali riferite alle classi Euro 4 ed Euro 5.

PARCO VEICOLI PESANTI – ACI VdA (2011)
Distribuzione, nelle classi definite dalla Direttiva europea, del parco circolante di veicoli commerciali pesanti (superiori a 3,5 tonnellate) in Valle d’Aosta, a confronto con la sola componente in transito al Traforo del Monte Bianco.
Confrontando la distribuzione nelle classi, definite dalla Direttiva europea, del parco circolante di veicoli commerciali pesanti (superiori a 3,5 tonnellate) in Valle d’Aosta a livello regionale, con la sola componente di mezzi pesanti transitanti al Traforo del Monte Bianco, si osserva che la componente transfrontaliera è molto più aggiornata tecnologicamente rispetto all’insieme dei veicoli pesanti circolanti in Valle d’Aosta. Il parco dei mezzi pesanti transitante in autostrada risulta più rinnovato rispetto a quello relativo al traffico locale sia per il divieto di transito dei mezzi Euro 0 e Euro 1 (anche Euro 2 a partire dal 1 novembre 2012) al Traforo del Monte Bianco, sia perché, facendo percorsi più distanti, vengono rinnovati con maggior frequenza.

rsa2011-FLU_EM_001 - Flussi di traffico autoveicolare

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il traffico medio sulle principali tratte della rete viaria regionale disaggregando traffico leggero e pesante. Per le autostrade e per i tunnel transfrontalieri viene riportata anche l’evoluzione temporale dei flussi di traffico del 1998. 

Messaggio chiave

I flussi di veicoli leggeri più elevati si registrano lungo il fondovalle dalla piana di Aosta all’accesso di Pont-St-Martin, i veicoli pesanti si concentrano invece sull’intero fondovalle principale da Courmayeur a Pont-St-Martin. 

Obiettivo

I flussi di traffico sulla rete stradale e autostradale determinano direttamente le emissioni e quindi la qualità dell’aria e la rumorosità ambientale. Conoscere l’entità dei livelli di traffico veicolare sulle strade valdostane permette di valutarne meglio gli impatti ambientali, in particolare sulla qualità dell’aria ed il rumore. 

Ruolo di Arpa

ARPA riceve dagli enti gestori i dati, li elabora per l'aggiornamento dell'Inventario regionale delle emissioni e li archivia. 

Classificazione

Area tematica SINAnet

Trasporti

Tema SINAnet

Trasporti

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Veicoli leggeri

 Stato

n.a.
 

Tendenza

stabile 

Veicoli pesanti

Stato

n.a.
 

Tendenza

stabile 

 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 2 1 2

Proprietà del dato

SAV, RAV, GEIE, SITRASB.

Periodicità di aggiornamento

Annuale per strade e trafori

Data di aggiornamento

31/12/2011

Copertura temporale

Dal 1998

Copertura territoriale

Tutta la regione per quanto riguarda autostrade, strade statali e strade regionali. 

Riferimenti

Inquadramento normativo

Non ci sono riferimenti diretti con normative specifiche.

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è necessaria per la valutazione integrata della qualità dell’aria, richiesta dalla normativa.
La quantificazione dell’indicatore é collegata alla misura “QA2.a – Rilevamento dei flussi di traffico” del piano Regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della Qualità dell’Aria (Legge regionale 30 gennaio 2007, n. 2 “Disposizioni in materia di tutela dall'inquinamento atmosferico ed approvazione del Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell'aria per gli anni 2007/2015”). 

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

L’Agenzia Europea per l’ambiente cura un gran numero di indicatori legati alle infrastrutture di trasporto 

Indicatori correlati nella presente relazione

Presentazione e analisi

Traffico veicoli leggeri - Anno 2011

1 leggeri

Traffico veicoli pesanti - Anno 2011

2 pesanti

Volumi di traffico sulla autostrada A5 e ai trafori

3 volumi mtb

4 volumi gsb

5 pesanti a5

6 pesanti a5 bis

7 leggeri mtb

8 leggeri gsb

9 leggeri a5

10 leggeri a5 bis

I dati di traffico sono espressi in termini di Traffico Giornaliero Medio (TGM). Questo parametro viene calcolato dividendo per 365 il dato di numero di veicoli transitanti per un anno lungo un determinato tratto stradale. I rilievi di traffico sono effettuati con continuità presso i caselli autostradali e i trafori, o per mezzo di campagne realizzate in giornate rappresentative nel corso dell’anno, lungo la rete stradale ordinaria. Per i tratti stradali non aggiornati con continuità si è utilizzato un modello di calcolo di flussi di traffico.

Dopo il transitorio incremento di flussi di veicoli pesanti, registrato nei primi anni a seguito della riapertura del Traforo del Monte Bianco (anni 2002-2004), si rileva, negli ultimi cinque anni, una sostanziale stabilizzazione sia dei flussi di traffico dei veicoli leggeri che dei veicoli pesanti. Per questi ultimi si segnala una riduzione al 2009, in corrispondenza dell’inizio della crisi economica, seguita  da una lenta ripresa dal 2009 al 2011.