20 luglio 2023 - Mentre a scala globale, sulla terraferma, il 2022 è stato il quinto anno più caldo della serie storica, in Italia con un’anomalia media di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021.

Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L’anomalia più marcata in estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C).

Il 2022 è stato l’anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole ( 13%).

A scala nazionale i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%). Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

Il Rapporto “Clima in Italia nel 2022”, pubblicato dall’Ispra con cadenza annuale dal 2006, quest’anno diventa un prodotto SNPA. Grazie al coinvolgimento del Sistema nazionale per la protezione ambientale, si arricchisce di approfondimenti sul clima anche a scala regionale e locale, nonché su aspetti idro-meteo-climatici e meteo-marini più rilevanti dell’anno in esame.

Nel 2022 non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali.

Particolarmente rilevante è stato il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche, dove un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm. A fine novembre 2022, l’Alto Adriatico è stato interessato da un evento meteo-marino eccezionale, connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, che ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 cm (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l’attivazione delle barriere del MOSE di Venezia. Da ricordare anche l’evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 mm in 24 ore, presso la stazione di Forio d’Ischia e 13,4 mm in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.

L’inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio.

Il protrarsi nel corso dell’anno di questa, finora rara, combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguente sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Il rapporto è strutturato in due parti. La prima parte del volume descrive l’andamento del clima nel corso dell’ultimo anno e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia sulla base di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it).

La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.

Ruolo della neve e dei ghiacciai al deflusso idrico superficiale nell'anno idrologico 2021/2022 in Valle d'Aosta

All'interno del rapporto SNPA è presente l'approfondimento relativo alla situazione valdostana, con riferimento al ruolo della neve e dei ghiacciai al deflusso idrico superficiale.

L'anno idrologico 2021/2022 in Valle d’Aosta è stato, come nel resto delle Alpi e in Europa in generale, un anno caratterizzato da precipitazioni molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche.

Per quanto riguarda le precipitazioni nevose dell’inverno 2021/2022, il settore occidentale (zona Monte Bianco - Courmayeur) è stato quello che ha ricevuto nel complesso qualche evento nevoso in più rispetto al resto della regione, con alcuni eventi rilevanti nel corso dei mesi di novembre e dicembre 2021 e tardivi in aprile, maggio 2022. Negli altri settori invece, media e soprattutto in bassa Valle d’Aosta, a parte qualche modesta nevicata iniziale, gli apporti sono stati molto scarsi da gennaio in avanti, in diverse occasioni è stato raggiunto il minimo storico dall’inizio delle misurazioni e in generale si è verificata una scomparsa totale del manto nevoso estremamente anticipata.

Anche per quanto riguarda le piogge, i dati inerenti le precipitazioni cumulate sono tutti ampiamente sotto i valori normali ed in particolare nel settore orientale (bassa Valle d’Aosta, settore Monte Rosa – Gressoney) la curva coincide, verso fine stagione, con il minimo assoluto.

Con riferimento alla temperatura, i mesi di maggio, giugno e luglio in particolare, hanno fatto registrare temperature estremamente elevate e persistenti per numerosi giorni in cui lo zero termico regionale ha stazionato oltre i 5000 m di quota.

La concomitanza di tutti questi fattori ha generato un significativo deficit di risorsa idrica a livello regionale, condizioni di forti stress per gli apparati glaciali ed importanti variazioni nei regimi di deflusso.

PlateauRosa Giu

Condizioni del ghiacciaio di Plateau Rosà nel mese di giugno

PlateauRosa Lug

Condizioni del ghiacciaio di Plateau Rosà nel mese di luglio

PlateauRosa Aug

Condizioni del ghiacciaio di Plateau Rosà nel mese di agosto

Consulta il Rapporto “Clima in Italia nel 2022”

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