24 agosto 2023 - Ieri, 23 agosto, è stato registrato un superamento del valore limite per la concentrazione media giornaliera di PM10 nel sito di Courmayeur Entrèves: 60 µg/m3, il quarto superamento dall’inizio del 2023.

Un valore decisamente anomalo per il periodo estivo.

grafico courmayeur

Valori giornalieri di PM10 a Coumayeur dal 1° luglio al 23 agosto 2023.

Valori elevati sono stati misurati anche ad Etroubles (37 µg/m3) e La Thuile (25 µg/m3).

Tali valori sono la conseguenza dell’arrivo nella mattina di mercoledì 23 agosto di polveri dal deserto del Sahara.

Queste polveri si sono aggiunte a quelle arrivate nel corso dei giorni precedenti e che si sono accumulate nei bassi strati atmosferici. Entrambi i fenomeni sono collegati alla presenza di un anticiclone centrato sull'Europa centro-occidentale.

Infatti, in questa particolare condizione meteorologica, nelle giornate estive il vento proviene da est nelle ore diurne e può trasportare polveri fini dalla pianura padana; se nelle ore notturne la ventilazione è scarsa, queste polveri si accumulano.

L’anticiclone inoltre, nel suo spostamento, può “catturare” polveri desertiche e trasportarle a latitudini più elevate.

L’effetto si è visto anche ad Aosta, dove la percezione visiva di cielo “lattiginoso” ha trovato riscontro nelle misure svolte con strumentazione avanzata in uso presso la sede dell’Agenzia a Saint-Christophe, mostrando che la sahariana ha toccato terra intorno alle 14, in concomitanza con l'aumento delle concentrazioni di particolato grossolano.

Tali concentrazioni sono rimaste relativamente elevate anche nella giornata di oggi (intorno a 45 µg/m3).

A scala europea sono operativi dei modelli matematici che prevedono il trasporto delle polveri desertiche. Utilizzando i dati di questi modelli è stato possibile prevederne l’arrivo anche in Valle d’Aosta.

figura previsioni

Previsioni di qualità dell’aria prodotte da ARPA Valle d’Aosta.

Ma perché i valori sono più alti in montagna?

Le polveri desertiche arrivano alle nostre latitudini con masse d’aria che viaggiano molto in alto, anche sopra i 4000 m, e poi “scendono”, quindi arrivano più facilmente (e prima) in montagna.

Qui si depositano su neve e ghiaccio e, essendo scure e assorbendo la radiazione solare, contribuiscono ai processi di fusione già intensi a causa delle alte temperature.

E oggi?

Continua la presenza di queste polveri perché l’anticiclone favorisce condizioni di scarsa dispersione degli inquinanti e quindi i valori di polveri si manterranno elevati, fino al ricambio della massa d’aria previsto nei prossimi giorni.

 

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