17 ottobre 2023 - La sorveglianza ambientale di SARS-CoV-2 mediante l’analisi dei reflui urbani (wastewater-based epidemiology, WBE) rappresenta uno strumento complementare alla sorveglianza epidemiologica, per il monitoraggio della circolazione del virus nella popolazione.

Le caratteristiche e le potenzialità

La principale prerogativa della WBE è rappresentata dalla possibilità di rilevare nell’ambiente la circolazione del virus escreto sia da pazienti sintomatici sia da individui con infezioni asintomatiche o subcliniche, con la conseguente opportunità di poter monitorare aggregati di popolazione più o meno estesi.

La sorveglianza dei reflui urbani, laddove effettuata in forma sistematizzata e in connessione con le reti di sorveglianza sanitaria territoriali, può essere inoltre utilizzata come sistema di allerta per evidenziare anticipatamente una eventuale comparsa o ricomparsa del virus, consentendo di riconoscere e circoscrivere più rapidamente eventuali nuovi focolai epidemici.

Può inoltre essere utilizzata come strumento per studiare la variabilità del virus e la diffusione spazio-temporale delle diverse varianti.

Il percorso

Nel mese di giugno 2020 è stata avviata in Italia la prima fase del Progetto SARI (Sorveglianza ambientale di SARS-CoV-2 attraverso i reflui urbani in Italia: indicazioni sull’andamento epidemico e allerta precoce), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e a cui, per il territorio valdostano ha aderito ARPA Valle d’Aosta.

Questa fase preliminare è stata su base volontaria e autofinanziata dai partecipanti al progetto con lo scopo di predisporre un sistema per tracciare la presenza del virus sul territorio nazionale, tramite l’analisi dei reflui urbani sul modello della wastewater-based epidemiology.

A decorrere da ottobre 2021 fino a marzo 2023 il monitoraggio di SARS-CoV-2 è diventata un’attività istituzionale.

ARPA Valle d’Aosta, su base volontaria, si è impegnata nel mantenimento di tale attività di monitoraggio con lo scopo di evidenziare l’importanza del binomio ambiente-salute e di mantenere le competenze tecniche acquisite da aprile 2023 fino a settembre 2023 compreso.

Il progetto SARI in Valle d'Aosta

ARPA Valle d’Aosta ha considerato 4 punti di monitoraggio in corrispondenza degli ingressi dei principali depuratori della Regione: i depuratori di La Salle e Brissogne previsti dal DM Salute 30.10.21 e i depuratori di interesse turistico di Valtournenche e Cogne (a seguito della deliberazione della Giunta regionale n. 203 del 04/03/2022).

Le attività di rilevazione e quantificazione di SARS-CoV-2 nei campioni di reflui urbani sono state svolte dal Laboratorio di Biologia, Microbiologia e Virologia di ARPA Valle d’Aosta attenendosi al Protocollo SARI Rev.3 dell’ISS.

Il progetto di monitoraggio nazionale prevedeva anche che una volta al mese i campioni richiesti dal DM Salute 30.10.21, dopo esser stati concentrati, estratti e conservati a -80°C, fossero inviati all’ISS per il sequenziamento, con lo scopo di identificare le varianti.

Risultati e conclusioni

L’analisi contemporanea dei dati relativi ai 4 depuratori ha mostrato un andamento abbastanza regolare per gli impianti che servono una popolazione più numerosa, cioé Brissogne con 150.0000 abitanti equivalenti e La Salle, con 60.000 abitanti equivalenti, mentre i depuratori di Cogne e Valtournenche presentano dei picchi in termini di quantità di virus più oscillanti, in quanto fortemente dipendenti dal flusso turistico.

Per i i depuratori più rappresentativi di La Salle e Brissogne, si è rilevata una concentrazione più elevata di SARS-CoV-2 durante i periodi compresi tra novembre 2021 e febbraio 2022 e tra aprile 2022 e giugno 2022.

Negli altri mesi analizzati sono stati riscontrati valori mediamente più bassi, probabilmente in relazione alle misure di contenimento adottate per limitare il più possibile la diffusione del virus.

Confrontando il numero di residenti risultati positivi e il valore medio settimanale di carica virale nei reflui, si è osservato come la quantificazione della carica virale di SARS-CoV-2 presente nelle acque reflue sia stata in grado di anticipare l’ondata di pazienti risultati positivi ai tamponi umani con un anticipo temporale compreso tra i sette e i dieci giorni.

La sorveglianza delle acque reflue può segnalare l’insorgenza di nuove ondate epidemiche nel territorio servito dal sistema fognario oggetto di campionamento con un anticipo determinante.

Il genoma di SARS-CoV-2 può essere infatti rilevato nelle feci umane fino a dieci giorni prima della comparsa dei sintomi legati alla malattia, con rilevante anticipo sui conseguenti risultati dei test diagnostici e sulle ospedalizzazioni dovute a Covid-19.

Per ulteriori approfondimenti si invita a consultrare il sito internet dell’ISS https://www.iss.it/cov19-acque-reflue

Poster SARI

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